Giancarlo Moretti Polegato: «Il mondo del vino riesce ad adattarsi ai venti contrari»

Il patron di Villa Sandi: “Abbiamo registrato ricavi per 145 milioni di euro, in crescita del 20% rispetto al 2021 e di quasi il 70% nel confronto a cinque anni”

Luigi Dell’olio

«Gli eventi degli ultimi anni ci hanno insegnato che le sorprese sono spesso dietro l’angolo e, anche se nessuno può prevedere con sufficiente certezza ciò che accadrà a breve, ci sono delle forze strutturali che cambiano le nostre vite e la società nel suo insieme. Intercettare questi cambiamenti tenendo il passo di ciò che chiedono i consumatori è la sfida di chiunque faccia business, dai settori tradizionali a quelli innovativi». È la convinzione di Giancarlo Moretti Polegato, esponente del Prosecco tra i più noti del territorio, con il suo marchio d’eccellenza Villa Sandi, che da Crocetta del Montello ha saputo affermarsi in tutto il mondo.

Presidente, come sta andando finora il 2023?

«Sicuramente non è un anno facile, ma lo sapevamo già. Anzi, le cose stanno sicuramente andando meglio delle previsioni, anche se su valori di vendita inferiori ai primi mesi del 2022».

Dunque forse non ci sarà la tanto temuta recessione?

«Il fatto che si sia parlato molto di questa prospettiva già a partire dalla scorsa estate non ha di certo fatto bene, in quanto ha contribuito a deprimere consumi e investimenti. I dati più recenti arrivati dal fronte economico confermano invece la grande capacità di resistenza ai venti contrari dell’imprenditoria italiana e la sua capacità di adattarsi a uno scenario in costante mutamento».

Anche se cresce la selezione e questa tendenza riguarda anche il settore del vino.

«Esatto. Il processo di selezione è costante e questo è uno sprone a fare sempre meglio. Difendere i margini con l’inflazione galoppante è tutt’altro che facile e questo ha portato a rallentare i contratti con il mondo dell’horeca e della distribuzione, ma quando c’è qualità si viene fuori dalle difficoltà congiunturali. In questi anni abbiamo investito molto nella filiera per confermare il valore che ci viene riconosciuto dal mercato, mettendo a punto un rigoroso programma che parte con la gestione del vigneto, in sinergia con gli storici conferitori coordinati dagli agronomi aziendali, e che si sviluppa in cantina con un’accurata selezione delle uve per garantire l’alta qualità dei vini».

Poi ci sono i cambiamenti strutturali. Ad esempio la tendenza dei giovani a orientarsi più che nel passato verso la birra e meno verso il vino.

«Anche in questo caso è sbagliato generalizzare. Il consumo di Prosecco è molto trasversale: certo, è importante non sedersi sugli allori e intercettare i nuovi segnali che arrivano dalla domanda. Siamo infatti di fronte a un consumatore sempre più attento a ciò che consuma e che privilegia i prodotti ottenuti in modo sostenibile, nel rispetto di ambiente e natura».

A suo avviso il settore del vino finirà col pagare un prezzo elevato alle crociate anti-alcool?

«Posso risponderle in merito a quello che facciamo noi. Da tempo promuoviamo campagne per il consumo responsabile. Bere con moderazione non fa certo male, tutt’altro».

Oltre alle terre intorno a Valdobbiadene, Villa Sandi ha tenute a Spilimbergo.

«Questa è una terra con un grande patrimonio naturale e culturale. Così sentiamo la responsabilità di essere rispettosi di ciò che ci circonda e i certificati Biodiversity Friend, rilasciati dal comitato scientifico della World Biodiversity Association, dimostrano che stiamo marciando nella direzione giusta».

La sostenibilità come percorso?

«Esatto. Le singole iniziative incidono poco se non inquadrate in un percorso articolato. Per questo in oltre 20 anni abbiamo messo a punto una serie di iniziative che nel tempo si sono tradotte nella dotazione di impianti per produrre energia da fonti rinnovabili, nell’adozione di pratiche agricole volte al mantenimento della biodiversità e nel sostegno alla ricerca e al patrimonio culturale del territorio. Tra le iniziative più significative, cito la realizzazione di una centrale idroelettrica, presente all’interno del complesso aziendale, e di un impianto di pannelli solari interni al complesso aziendale, grazie ai quali l’azienda copre parte dei consumi interni e contribuisce al risparmio di emissione di CO2».

Ha fatto riferimento all’azienda. Come si è chiuso l’esercizio 2022?

«Abbiamo registrato ricavi per 145 milioni di euro, in crescita del 20% rispetto al 2021 e di quasi il 70% nel confronto a cinque anni. La crescita è stata frutto del contributo di tutte le componenti dell’azienda e di tutte le tenute, dall’area pianeggiante della Doc alle morbide colline dell’Asolo, dai ripidi pendii del Valdobbiadene fino al cru del Cartizze. Di pari passo paga la scelta di puntare sui mercati internazionali, con il Prosecco che sempre più si è affermato come simbolo dello stile di vita italiano fatto di convivialità e piacere della condivisione. L’export rappresenta oggi il 60% del fatturato, un risultato frutto di un attento presidio dei mercati e di collaborazioni storiche con i più importanti distributori internazionali, che hanno permesso di intercettare e interpretare tendenze ed esigenze dei mercati».

Quali sono i mercati che crescono di più e quelli dove c’è ancora un ampio potenziale inespresso?

«La crescita più significativa del 2022 è stata registrata negli Stati Uniti, dal 2021 principale mercato export, seguita dall’Asia. Proprio il Continente Giallo promette di fornire un contributo importante alla crescita negli anni a venire e l’allentamento della stretta in Cina è indubbiamente un fattore positivo».

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