Gli imprenditori a lezione: «Così vogliono imparare a essere membri del Cda»
Anche gli imprenditori devono andare a scuola. Anzi, sono proprio loro, in particolare i componenti delle famiglie imprenditoriali del Nord Est, ad aver espresso l’esigenza di acquisire nuove competenze per la governance dell’impresa

Anche gli imprenditori devono andare a scuola. Anzi, sono proprio loro, in particolare i componenti delle famiglie imprenditoriali del Nord Est, ad aver espresso l’esigenza di acquisire nuove competenze per la governance dell’impresa. A rivelarlo l’indagine sulle leve del passaggio generazionale condotta dal Cuoa Business School, in un’area geografica in cui si stima che oltre il 70 % delle imprese sia a gestione familiare ma meno di un quarto riesca a sopravvivere al passaggio dalla prima alla seconda generazione.
«Il primo dato che emerge dall’analisi, che ha coinvolto la community del Cuoa fatta di oltre 160 soci fondatori o sostenitori e circa 1600 alunni, è la diffusa e intensa domanda di competenze per organizzare e far funzionare i consigli di amministrazioni e per svolgere al meglio il ruolo di consiglieri di amministrazione», spiega il professor Paolo Gubitta, direttore scientifico del Centro di Competenza imprenditorialità e Imprese familiari del Cuoa.
«Alla luce di tale ricerca, che sarà scaricabile dal sito del Cuoa da metà della prossima settimana, abbiamo avviato a fine ottobre il primo percorso per componenti delle famiglie imprenditoriali che insegna le basi per fare i consiglieri di amministrazione».
Lo stanno frequentando 16 persone, tra cui un papà di 60 anni con la figlia di 29, tanti fratelli e sorelle e una giovane musicista friulana che non lavorerà nell’azienda di famiglia, ma vuole prendersi il tempo per imparare a fare l’azionista.
«Se un consigliere porta un business plan sul tavolo del cda chiedendo l’approvazione di un investimento, i decisori che non hanno le competenze per valutare se il piano sta in piedi tendono ad essere prudenti perché è umano essere avversi al rischio, ma così si rischia l’impasse», osserva il professor Gubitta. «La volontà delle famiglie imprenditoriali di imparare è un ottimo segno di evoluzione del sistema socio-economico nordestino».
Imparare per evolvere, passando in molti casi dall’uomo solo al comando alla convivenza tra più generazioni in azienda. A portare la sua testimonianza, ieri all’evento “Generazioni in dialogo, un futuro in costruzione” in casa Cuoa, Alice Pretto, ex allieva della business school, 31 anni, Ceo di Essay Group nonché vicepresidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria a livello nazionale.
«Il grande tema da affrontare è la resistenza al cambiamento verso la convivenza generazionale. Un cambiamento che può fare paura, ma è una grande opportunità», le sue parole.
È stato suo padre Giuseppe a fondare nel 2011 con la famiglia al completo Essay Group, specializzata in prodotti innovativi con saldatura ad alta frequenza di materia plastica morbida per il settore medicale, moda, calzatura, nautica. «Mio padre ha portato il know how, cuore dell’azienda, e invece di opporre resistenza al cambiamento ci ha creduto. Dopo uno stage in fabbrica e un periodo di rodaggio in cui sono stata messa alla prova, a 24 anni sono diventata legale rappresentante».
Giuseppe Pretto ha passato le redini ad Alice sin da giovanissima, e lei l’anno scorso ha rilevato l’azienda insieme al fratello maggiore Luca. Nel cda c’è ancora la famiglia al completo, mamma Loretta inclusa. «La chiave è riuscire a far in modo che i senior possano trasmettere le competenze agli junior che, viceversa, possano aiutare a comprendere i nuovi strumenti, anche nel campo dell’AI», chiude Pretto. «Il cambiamento tende a essere uno shock, ma la condivisione della leadership, insieme a mio fratello, è un valore aggiunto».
Riproduzione riservata © il Nord Est