Gli occhiali in titanio di Pramaor investono ancora: 5 milioni per il restyling della sede
BELLUNO. Per Pramaor, l'azienda di Taibon Agordino che produce gli occhiali in titanio col marchio Blackfin, il 2020 si è chiuso in maniera positiva, nonostante un primo semestre profondamente segnato dalle scorie del lockdown e da svariati e necessari tagli al bilancio.
Per rimanere a galla sono state rafforzate le relazioni con clienti e fornitori, si è continuato a puntare sulla solidità e qualità del prodotto offerto, ed è stato fondamentale il contributo dei dipendenti, che con la loro professionalità e spirito aziendale, hanno compreso la delicata situazione e accettato, in alcuni casi, una riduzione dei contratti - in parallelo ad una logica diminuzione delle attività -, accompagnata dalla cassa integrazione anticipata dall'azienda stessa.
«Ci siamo sentiti come se avessimo davanti a noi una safety car che non ci lasciava accelerare sulla strada che volevamo percorrere», sintetizza in maniera molto efficace Giancarlo Recchia, cfo dell'azienda.Pramaor vanta alle spalle una storia di successi lunga 50 anni (festeggiati quest'anno), raggiunti grazie alla valorizzazione del capitale umano aziendale, reputato un grande valore.
Anche in tempi di pandemia: «Questa crisi si è rivelata un esercizio psicologico e umano non indifferente, sia per i dirigenti che per i nostri dipendenti. Abbiamo mantenuto freddezza nella gestione e analisi delle situazioni e ciò ci ha aiutati a maturare molto sotto ogni aspetto», spiega Nicola Del Din, ceo di Pramaor.
In numeri, Pramaor ha registrato 11 milioni di ricavi 2019, può vantare una rete di 95 dipendenti interni, 30 agenti in giro per l'Europa e 20 distributori in tutto il mondo, che permettono all'azienda di farsi largo nei suoi mercati principali, quello italiano, tedesco e americano.
E durante il lockdown lo ha fatto tenendo da parte la paura e il panico, riflettendo sui propri plus aziendali e andando anche incontro ai propri clienti e fornitori, posticipando le scadenze dei pagamenti di sessanta giorni ad aprile e maggio. Senza mai snaturarsi e venir meno al neomadeinitaly, ovvero la realizzazione del prodotto interamente in Italia e il rispetto delle persone coinvolte e dell'ambiente che le circonda.
«L'origine, il territorio e le persone che stanno dietro ai nostri occhiali sono parte dell'emozione che il prodotto stesso produce e che lo differenzia dagli altri», spiega Del Din.Ora l'obiettivo è quello di tornare a cavalcare i numeri del 2019 per riprendere una crescita che è stata bruscamente interrotta.
Due anni persi dal punto di vista economico, ma guadagnati da un punto di vista di maturità aziendale e di compattezza dei dipendenti. Un quadro generale che si completa con l'ampliamento e ristrutturazione della propria sede. Un investimento da oltre 5 milioni che ha portato entusiasmo nei collaboratori e che punta a creare un ambiente di lavoro sostenibile ed eco-friendly per migliorare la produttività e l'esperienza lavorativa dei lavoratori.
Un edificio che pone l'attenzione sulla qualità del lavoro e alle persone che lo animano all'interno e che vedrà fotovoltaico e riscaldamento a biomasse come protagonisti, oltre che ad una terrazza-giardino da 200 metri quadrati. Altro punto fermo per l'azienda è quello della formazione del personale.
«Non solo con un focus sul lato tecnico, ma, da un anno e mezzo a questa parte, anche dal punto di vista della crescita delle relazioni interpersonali», puntualizza Del Din. Una skill da migliorare per aprire nuove opportunità ad un'azienda in crescita, chiave di volta per far funzionare in maniera efficace qualsiasi meccanismo. --© RIPRODUZIONE RISERVATA
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