Grafica Veneta stampa la biografia della vicepresidente Kamala Harris

PADOVA. Dopo 24 ore dal giuramento come vice presidente degli Stati Uniti esce il libro "A proposito di Kamala" di Dan Morain edito da Solferino. Il volume stampato dall'azienda padovana Grafica Veneta è un tributo alla storia umana della neoeletta Kamala Harris.
Le donne della Casa Bianca sono protagoniste della scalata delle classifiche internazionali dei best seller. Nello stabilimento di Trebaseleghe sono terminate in questi giorni le tirature di "Becoming", autobiografia di Michelle Obama in francese, inglese oltre che in italiano.
Due anni fa nel Regno Unito il volume è stato premiato con la Corona di Natale ovvero come opera letteraria più venduta nel Regno Unito: un riconoscimento importante che neppure il marito Barack Obama con Promised Land (anch'esso stampato in italiano a Trebaseleghe) ha conquistato.

«Leggere la storia di Kamala Harris - commenta Fabio Franceschi, presidente di Grafica Veneta - significa ripercorrere i passi importanti della vita privata e professionale di questa donna che ha commosso il mondo femminile con una frase: "Sarò la prima ma non l'ultima"».
Figlia di due immigrati, nata nella California ancora segregata, donna e di colore ha raggiunto la seconda carica americana con l'etica del lavoro, determinazione, volontà di ferro. Ha abbattuto molti muri inaugurando una collezione di prime volte: nel 2003 procuratrice distrettuale di San Francisco, nel 2010 prima procuratrice generale nera nella storia della California.
Nel 2016 diventa senatrice: è la prima afro-asio-americana. E se con queste stesse armi ha perso una battaglia, le primarie presidenziali, ha vinto però la guerra: la vicepresidenza degli Stati Uniti.Da procuratrice, si batte contro gli abusi sui minori, i crimini d'odio, la dispersione scolastica.
Da candidata in lizza per la nomination democratica contesta a Joe Biden la sua antica collaborazione con due senatori contrari agli scuolabus per l'integrazione razziale: «C'era una bambina, in California, che ogni mattina prendeva uno di quegli autobus. Quella bambina ero io».
Parole che hanno fatto il giro del mondo, utilizzate dai suoi sostenitori quanto dai suoi detrattori. Kamala deve a qualcuno il suo posto nella storia, si tratta della mamma che la mise al mondo a Oakland nel 1964 dandole il nome di una dea indù perché «una cultura che venera divinità femminili produce donne forti». --
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