Grandi manovre sui bus, Deutsche Bahn cede Arriva a un fondo Usa

La vendita ha un impatto anche a Nordest dove l’azienda movimenta sulle strade 750 autobus e controlla la maggioranza di Arriva Udine e Arriva Veneto e dal 2002 una quota di minoranza del 39,94% in Trieste Trasporti
Piercarlo Fiumanò

Grandi manovre fra i colossi del trasporto pubblico. Il gruppo delle ferrovie tedesche Deutsche Bahn cede al fondo Usa I Squared Capital il controllo di Arriva, il big degli autobus presente in 14 paesi soprattutto nell’Est Europa.

L'operazione, che secondo la stampa tedesca vale circa 1,6 miliardi di euro, dovrebbe chiudersi nel 2024 una volta ottenuto il via libera del Ministero Federale per il Digitale e i Trasporti. Si tratta di una delle operazioni più importantinel settore che accelera la liberalizzazione dei servizi di trasporto nel Vecchio Continente.

Il fondo americano con base a Miami è uno dei maggiori investitori nel settore dei trasporti e della logistica in Europa con oltre 37 miliardi di dollari di asset in gestione focalizzati sugli investimenti in Nord America, Europa, Asia e America Latina. Di recente gli americani hanno firmato un accordo per rilevare fino al 95% del capitale di Absolute Energy, società italiana specializzata in investimenti sulle rinnovabili e sulla transizione energetica in genere.

Deutsche Bahn ha acquisito la società britannica nel 2010 e da tempo si sta ritirando dal mercato dei trasporti pubblici non core in Europa. Con questa vendita, quartier generale a Berlino, punta a concentrarsi sul suo core business in Germania, dove occupa 340 mila dipendenti, con un massiccio aumento degli investimenti del governo federale nella infrastruttura ferroviaria.

Un processo già avviato nel 2022 con la vendita delle filiali Arriva in Svezia e Portogallo mentre la cessione di Arriva Serbia, Danimarca e Polonia sarà completata quest'anno.

L’azienda con la sua flotta di 2.400 autobus e 3.500 dipendenti con 360 milioni di ricavi gestiti è presente nel nostro Paese dal 2002 e garantisce servizi di trasporto pubblico locale su gomma anche in Valle d’Aosta e nelle province di Torino, Brescia, Bergamo, Lecco e Cremona.

La vendita ha un impatto anche a Nordest dove l’azienda movimenta sulle strade 750 autobus e controlla la maggioranza di Arriva Udine e Arriva Veneto e dal 2002 una quota di minoranza del 39,94% in Trieste Trasporti controllata dal Comune di Trieste con il 52,59%. Sulla presenza a Nordest l’amministratore delegato di Arriva Italia Angelo Costa ha garantito che non ci saranno ripercussioni: «É un'ottima notizia per tutta Arriva e per le nostre attività in Italia». Di fatto -ha poi aggiunto- «nulla cambierà sotto il nuovo azionista: con tutti i colleghi e professionisti di Arriva Italia continueremo a garantire un ottimo servizio a passeggeri e clienti nelle aree in cui operiamo».

Arriva Italia ha annunciato un anno fa la sostituzione programmata nella regione di circa 330 mezzi entro il 2026, di cui il 45% a propulsione alternativa (elettrica, metano/biometano e, seppur sperimentalmente, idrogeno). E proprio a Trieste il gruppo ha presentato Caetano H2.City Gold l’autobus a idrogeno sviluppato dalla portoghese CaetanoBus in collaborazione con Toyota.

Sul piano industriale c’è da aspettarsi anche a Nordest una accelerazione della transizione nelle tecnologie di decarbonizzazione e utilizzo di fonti energetiche alternative: «I trasporti rappresentano circa un quinto delle emissioni globali di CO2. Tre quarti derivano dal trasporto stradale e un trasporto pubblico green è fondamentale per il passaggio a infrastrutture a basse emissioni di carbonio», ha detto alla stampa tedesca Gautam Bhandari, Global Cio e Managing Partner di I Squared.

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