Guarnone: «Edison ha investito 390 milioni nel polo di Marghera»
La centrale veneta è diventata la più efficiente a livello nazionale e tra le più efficienti al mondo

Da quando Edison ha acceso nel 1965 la sua prima centrale termoelettrica a Marghera il rapporto tra il gruppo energetico e il Veneto si è profondamente radicato. Un simbolo di questo legame è stata poi la decisione di fare proprio di quell’impianto un baluardo di innovazione verso l’orizzonte della decarbonizzazione. Elena Guarnone, Head of Sustainability Edison, ospite dell’evento Top 500 domani pomeriggio nella sede di Confindustria Veneto Est a Marghera, racconta come la centrale sia stata interessata da diverse azioni di ammodernamento (nel 1992 è stato il primo impianto ciclo combinato a gas naturale in Italia), fino a diventare, nel 2023, «la più efficiente a livello nazionale e tra le più efficienti nel mondo».
Con un investimento di oltre 390 milioni e un cuore tecnologico tutto italiano, grazie alla turbina GT36 di Ansaldo Energia, la centrale, prosegue Guarnone «è in grado di abbattere le emissioni specifiche di ossidi di azoto fino al 70% e quelle di anidride carbonica e fino al 30% rispetto alla media dell’attuale parco termoelettrico italiano». La nuova turbina è anche tecnologicamente pronta per l’impiego dell’idrogeno in miscela con il gas naturale. Si tratta di «un importante traguardo sul fronte della sicurezza del sistema energetico italiano», precisa Guarnone che con «una produzione low carbon altamente flessibile, compensa l’intermittenza delle rinnovabili, contribuendo così al raggiungimento degli obiettivi di decarbonizzazione fissati dal Piano Nazionale Integrato per l’energia e il Clima».
La frontiera dell’idrogeno vede Edison impegnata anche nell’Hydrogen Park Scarl di Venezia, società consortile di Porto Marghera alla quale ha aderito nel 2022, finalizzata a realizzare sperimentazioni su scala industriale. In generale la transizione energetica e la sfida alla decarbonizzazione di Edison ha due scadenze, il 2030 e il 2040. Il gruppo, conclude Guarnone, «prevede di investire 10 miliardi di euro tra il 2023 e il 2030», di cui l’85% in linea con gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell’Onu e la metà destinato alla crescita nelle fonti rinnovabili. Inoltre, ha l’ambizione di avere il 90% della propria produzione di energia decarbonizzata entro il 2040 grazie a rinnovabili e nuove tecnologie, come la cattura della CO2 e il nuovo nucleare, se si creeranno le condizioni per il suo ritorno.—
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