H-Farm, si complica il delisting. Patto parasociale contro l’Opa

Per H-Farm abbandonare il mercato finanziario appare un sentiero non privo di qualche sofferenza. L’Opa sulla totalità delle azioni si concluderà il 4 giugno. L’obiettivo dichiarato è far uscire da Piazza Affari la società con sede a Roncade, nata come incubatore di startup nel 2005 e oggi riconvertita ormai per intero al business dell’alta formazione. Nella seduta del 29 aprile il cda aveva, tuttavia, valutato il prezzo di offerta a 0,15 euro «non congruo». Insomma il consiglio, secondo alcune fonti, si sarebbe aspettato qualcosa in più. Ora tuttavia la strada verso il delisting pare inerpicarsi, perché alcuni azionisti di minoranza, che sommano complessivamente una partecipazione del 17,50% del capitale sociale, hanno sottoscritto un patto parasociale volto a tutelare la propria qualità di azionisti di minoranza.
La società ha ricevuto la comunicazione del patto parasociale da parte dell'azionista significativo Giuseppe Miroglio, anche per conto di altri azionisti: Lumar, Carryllon Invest , Marco Consonni, Giorgio Consonni, Alessandro Consonni, Eastern Star, Odissea, Value Investors, Massimo Dell'Acqua, Sinv Holding e Marvit .
Il patto parasociale durerà 195 giorni a decorrere dal termine del periodo di adesione all'opa promossa da E-Farm e Cgn Futuro. Tra gli impegni assunti dai pattisti c’è, tra gli altri, quello a non portare in adesione all'offerta le azioni sindacate, fatto salvo il caso di modifica dell'offerta. In caso di quest’ultima evenienza, si legge nella nota, un pattista potrà decidere autonomamente di aderire ma con obbligo di offrire in prelazione le proprie azioni agli altri pattisti. Inoltre c’è un impegno di consultazione e voto, che stabilisce anche il voto sfavorevole alla deliberazione finalizzata al delisting.
La norma sulle Opa prevede il superamento della soglia del 90 per cento per poter procedere ad un’offerta residuale, che è obbligatoria salvo la costituzione di un flottante adeguato alle negoziazioni. Mentre l’obbligo della consegna delle azioni può avvenire solo al superamento della soglia del 95% (squeeze out). I pattisti, con il loro 17,5%, impediscono chiaramente il raggiungimento del livello sia di Opa residuale che di squeeze out. Anche se Riccardo Donadon, fondatore di H-Farm e amministratore unico di E-Farm, e Giancarlo Broggian, founder di Cgn Futuro e socio di H-Farm, che insieme detengono già circa il 50 % del capitale potrebbero, a seconda dei risultati, decidere per una fusione per incorporazione in una società non quotata e a quel punto togliere comunque H-Farm dal mercato.
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