Human Bio Innovation: la tecnologia che estrae acqua pulita dai fanghi di depurazione

A marzo la società installerà il suo sistema innovativo a Bolzano. Riduce del 90% gli scarti e permette di estrarre acqua pulita

TREVISO. Cinque anni di ricerca e sviluppo, partendo e credendo in un'idea. Ora, tra marzo e aprile, l'installazione del primo impianto al depuratore di Bolzano. Che grazie alla tecnologia di Human Bio Innovation (Hbi) - nata a Quinto di Treviso nel 2016 - sarà in grado di estrarre acqua pulita dai fanghi di depurazione; produrre energia rinnovabile; recuperare componenti ad alto valore aggiunto quali ammoniaca e fosforo; ridurre gli scarti del 90% con un risparmio economico.

«Di fatto consente di trasformare i comuni depuratori delle acque in bioraffinerie poligenerative, quindi in sistemi industriali all'avanguardia in grado di produrre materiali ad alto valore aggiunto, rinnovabili e sostenibili, assieme a energia pulita, a partire dai fanghi di depurazione, che sono scarti prodotti dai depuratori stessi» spiegano Daniele Basso ceo dell'azienda e Renato Pavanetto socio e partner tecnologico con la sua Carretta Srl.

Nell'arco di 5 anni Hbi ha sviluppato la sua tecnologia per valorizzare i rifiuti (i fanghi di depurazione sono per lo più smaltiti in discarica o negli inceneritori) «proteggendola con tre brevetti». In questo periodo, oltre a numerosi riconoscimenti, Hbi raccoglie 600mila euro a fondo perduto aggiungendo lavoro per altri 200-300 mila euro. E così, dopo un amento di capitale da 250mila euro (che ha portato all'ingresso di due nuovi soci, Domenico Greco e Roberto Alibardi), ora Hbi si appresta a diventare una company a tutti gli effetti.

Il sistema Hbi è compatto (due container) e composto da tre unità applicabili separatamente. Per avere un'idea della portata dell'innovazione basti pensare che, a fronte del fatto che ogni italiano produce circa 20 chilogrammi di fanghi all'anno, la soluzione Hbi permette la riduzione del 90% dei fanghi, il recupero dell'85% dell'acqua contenuta e di altre sostanze "nobili" senza nessuna emissione e in autosufficienza energetica.

«Contiamo di iniziare a vendere gli impianti dalla seconda metà dell'anno arrivando a 10 milioni di euro di ricavi entro il 2023. Il tutto contribuendo ad abbassare le bollette degli utenti». --

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