I cinesi Midea avanzano su Electrolux. I sindacati: subito il tavolo al ministero
Un’offerta preliminare sarebbe già stata presentata. Ficco, Uilm: «L’azienda chiarisca». Golden power possibile

Attivazione in tempi celeri «del tavolo di settore dell’elettrodomestico» e verifica dell’esercizio della Golden power sull'eventuale cessione del gruppo Electrolux ai cinesi di Midea. Su questi due elementi in particolare i sindacati concordano dopo il ritorno - e da fonti più autorevoli - dei rumors su trattative in corso tra la multinazionale svedese che ha a Porcia il proprio headquarters per l’Italia dove è presente con 5 stabilimenti (a Porcia per il lavaggio, a Susegana per i frigoriferi, a Forlì per i forni e piani cottura, a Solaro per le lavastoviglie e a Cerreto d’Esi per le cappe da aspirazione per la cucina) con circa 5 mila addetti e centri di ricerca e sviluppo, e il colosso asiatico. Dopo le prime indiscrezioni di febbraio - mai confermate da Electrolux, ma nemmeno mai ufficialmente smentite - l’agenzia Bloomberg ha rilanciato l’operazione in questi giorni riportando che Midea avrebbe contattato Electrolux per avanzare una proposta di acquisto preliminare. Quanto credibile sia la mossa, lo conferma la borsa dove il titolo del gruppo svedese ha iniziato la corsa al rialzo mettendo a segno la performance migliore del listino.
L’offerta arriverebbe dunque da un partner storico di Electrolux: con Midea alcuni anni fa aveva infatti raggiunto un accordo per portare il brand alto di gamma Aeg sul mercato cinese.
Oggi Electrolux - che è stata leader mondiale dell’elettrodomestico dagli anni 80 a oltre il 2000 dopo aver acquisito la Zanussi - ha una capitalizzazione di circa 4,3 miliardi di dollari; Midea ne vale più di dieci volte tanto, circa 58 miliardi di dollari. E il 2022 non è certo stato un anno positivo per il gruppo svedese, che ha chiuso in perdita, così come ha archiviato in rosso anche il primo trimestre 2023, con conti migliori delle attese grazie al piano di ristrutturazione e riduzione dei costi avviato lo scorso autunno a livello mondo.
Midea, secondo quanto riferisce Bloomberg, si interessa al gruppo svedese da qualche tempo e sarebbe interessata ad acquisirlo solo tramite un’offerta amichevole. Il che non escluderebbe un percorso comunque ad ostacoli per le preoccupazioni legate all’avanzata cinese in settori potenzialmente strategici, elettrodomestico compreso.
«A questo punto - dichiara Gianluca Ficco, coordinatore nazionale Uilm per il gruppo Electrolux - rinnoveremo la richiesta al ministero delle Imprese e del made in Italy di insediare il tavolo di settore. Gli eventi stanno confermando le previsioni che avevamo avanzato qualche mese fa relativamente alla sostenibilità dell’industria dell’elettrodomestico europea e italiana che deriva dalla duplice dinamica dell’aumento dei costi di produzione e di flessione della domanda. Queste difficoltà industriali si traducono in un cambio di strategia dei produttori presenti nel Paese e in una tendenza a operazioni di concentrazione. E’ in corso di perfezionamento l’acquisizione di Whirlpool Europa da parte dei turchi di Arçelik, è plausibile l’operazione di Midea su Electrolux» anche se, prosegue Ficco «ragioni geopolitiche potrebbero far emergere altri competitors». Operazioni «che chiedono l’attenzione del sindacato, e noi faremo i nostro dovere - promette Ficco - ma chiedono anche l’intervento delle istituzioni». E sull’esercizio della Golden power? «Nei termini in cui già è stato fatto per Whirlpool - risponde Ficco - potrebbe venire avviata anche per Electrolux». Intanto al prossimo coordinamento «chiederemo all’azienda di essere chiara anche rispetto ai piani di investimento definiti per Susegana».
«L’esperienza Whirlpool impone una maggiore attenzione al settore dell’elettrodomestico - aggiunge Massimiliano Nobis, coordinatore nazionale Fim per Electrolux - e l’esercizio della Golden power può avvenire anche nel caso in cui la cessione di Electrolux ai cinesi si concretizzasse. E’ chiaro che il settore, e la filiera, richiedono investimenti, ed Electrolux li sta facendo, e il posizionamento nell'alto di gamma e il know how li mantiene competitivi. Accanto a questo servono politiche di reshoring su parte della componentistica», conclude Nobis, che si impegna «a portare il tema della vendita del gruppo al prossimo incontro con l’azienda».
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