«I consumi elettrici a Trieste nel 2030 saliranno del 20%. Pronti alla sfida»
Parla Carlo Andriolo, nuovo direttore generale di AcegasApsAmga. «Ecco come cambierà la città dopo l’elettrificazione del porto»

Per Carlo Andriolo, 51 anni, pordenonese, nuovo direttore generale di AcegasApsAmga, quello nella multiutility del gruppo Hera è un ritorno. Dopo diversi anni di consulenza nel mondo delle telecomunicazioni, Andriolo è stato infatti il top manager che undici anni fa, come program manager e Cfo, ha curato la regia dell’integrazione delle diverse aziende operative a Padova, Trieste con Acegas e l’anno dopo Udine e Gorizia dalle quali è nata AcegasApsAmga. Nel 2017 Andriolo è divenuto amministratore delegato di Aliplast, l’azienda del Nord Est nel frattempo comprata da Hera che si occupa riciclo e trasformazione di polimeri plastici e oggi conta 200 dipendenti e 400 milioni di fatturato. Ora il ritorno a Padova e Trieste: «Mi dividerò fra le due città».
Andriolo, con quali ambizioni torna al timone di AcegasApsAmga?
«Siamo un gruppo che vuole giocare un ruolo molto importante nei territori in nome della sostenibilità ambientale e dell’economia circolare. Per fare transizione energetica è necessario integrare i diversi business e il nostro gruppo, come multiutility, può fornire risposte composite e complete, elaborando soluzioni sinergiche tra i diversi servizi: ambientali, reti acqua, gas ed energia, illuminazione pubblica e riqualificazioni energetiche. Vogliamo poi rafforzare i servizi di raccolta e trattamento intelligente dei rifiuti nelle aree del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. Sono progetti innovativi e brillanti da portare a termine necessariamente entro il 2026».
Più fonti energetiche alternative?
«Le esigenze delle comunità e le normative europee spingono verso la decarbonizzazione. Per realizzarla servono nuove visioni di sviluppo per le città. Bisogna puntare su una rete elettrica “resiliente” a Nord Est in grado di rispondere a un forte aumento dei consumi anche puntando sul fotovoltaico e le energie alternative come l’idrogeno. Stiamo utilizzando l’intelligenza artificiale in vari ambiti, anche con un vasto piano di sostituzione dei contatori con nuovi dispositivi digitali per monitorare in tempo reale bollette e consumi e ridurre le dispersioni della rete idrica. Sta insomma per finire l’era del lettore del contatore nelle case».
Puntate sull’intelligenza artificiale?
«Gli investimenti in AI sono fondamentali perché ci consentono di prevenire i sovraccarichi di rete. L’energia elettrica scorre come l’acqua e quindi dobbiamo ampliare la capacità delle stazioni di passaggio dell’energia. Dobbiamo sincronizzare la produzione con la richiesta dei consumi elettrici sul territorio potenziando la rete del fotovoltaico. E poi c’è la grande sfida delle smart grid, un insieme di reti “intelligenti” di distribuzione dell'energia elettrica fondamentali per mantenere l’equilibrio della rete e prevenire i sovraccarichi. La smart grid entrerà a pieno regime nel porto di Trieste fra un paio d’anni».
Passando all’utenza avete un piano di sostituzione dei contatori con i nuovi digitali?
«È appena iniziata la sostituzione dei contatori acqua nell’ambito di un piano a Nord Est contro le perdite idriche finanziato dal Pnrr: in totale fra Padova (che ha il solo servizio acqua e rifiuti) e Trieste ne saranno sostituiti 51 mila. Per quanto riguarda l’elettricità invece ne devono essere sostituiti 161 mila: di questi ne abbiamo già rimpiazzati 24 mila a Gorizia e 67.500 a Trieste dove abbiamo già sostituito il 90% dei 128.700 contatori gas previsti».
Siete partner della North Adriatic Hydrogen Valley per la realizzazione di un impianto per la produzione di idrogeno. A che punto siamo?
«Questa iniziativa riguarda 17 progetti pilota da sviluppare nei Paesi partner (Italia, Slovenia e Croazia). A Trieste costruiremo entro il 2025 un impianto fotovoltaico da 2,5 megawatt, accanto al termovalorizzatore, che produrrà 370 tonnellate di idrogeno verde all’anno per il trasporto pubblico locale e il comparto industriale. Sarà il primo impianto di questo tipo in regione e garantirà una produzione sostitutiva del gas a due passi da noi».
La recente emergenza a Capri dimostra che la rete idrica, a causa del cambiamento climatico, può diventare un’emergenza. Come vi state muovendo?
«Bisogna essere in grado di fronteggiare l’impatto dei cambiamenti climatici aumentando la resilienza delle reti, grazie anche all’intelligenza artificiale, e riducendo le perdite idriche negli acquedotti. In Fvg Hera partecipa insieme a una rete di gestori al progetto Smart Water Management, con l’obiettivo di diminuire del 13% le perdite di rete nei sistemi acquedottistici. Altri investimenti serviranno a una riduzione delle perdite pari al 35% nei sistemi acquedottistici nei territori di Padova e Vicenza».
Quali sono i tempi di questo vasto piano di riconversione energetica di AcegasApsAmga?
«Il Green Deal Europeo ha fissato l’obiettivo della la neutralità climatica al 2050 con la riduzione delle emissioni e la decarbonizzazione. Sui 200 milioni di fondi del Pnrr per la transizione energetica, una sessantina saranno spesi a Nord Est. Fra i progetti in campo come detto c’è l’elettrificazione delle banchine del porto di Trieste, il cosiddetto cold ironing, previsto da una direttiva europea per ridurre la dipendenza dal petrolio e diminuire l'impatto ambientale nel settore dei trasporti».
Le navi consumano come vere e proprie città galleggianti...
«Per questo si tratta di agganciare con bocchettoni alla rete elettrica le grandi navi, durante la fase di ormeggio, in modo da ridurre al minimo l'utilizzo dei motori ausiliari di bordo e riducendo sensibilmente emissioni di CO2, ossidi di azoto e polveri sottili, nonché l'impatto acustico. Un aspetto ambientale di importanza cruciale per le grandi città portuali come Trieste. Daremo più energia elettrica e ne daremo di più aumentando l’utilizzo delle fonti rinnovabili».
Possibile quantificare la richiesta di energia da parte dei privati, dell’industria e per la presenza delle grandi navi?
«Per Trieste sarà una grande sfida e stiamo lavorando con tutti gli stakeholder per centrare l’obiettivo di rifornire la rete. Secondo le stime, considerato anche il Piano integrato nazionale dell’energia e clima, ci aspettiamo che i consumi della città, anche per la presenza delle grandi navi da crociera, aumenteranno del 10-15% al 2030. Con l’ammodernamento della rete saremo in grado di fornire alle utenze connesse circa 190 megawatt in più rispetto a oggi, decuplicando di fatto l’offerta».
E per l’ammodernamento del Porto Vecchio? Anche qui è una seconda città da rifornire di energia..
«Qui parliamo di una vasta area da urbanizzare con infrastrutture, acqua, illuminazione pubblica, gas, energia. Dobbiamo essere versatili nell’immaginarne il futuro e stiamo lavorando assieme al Comune. Per capire lo sviluppo del Porto Vecchio fra 20 anni è stato creato un suo gemello digitale che diventa un fondamentale strumento di lavoro. Una base sulla quale si potrà anche applicare elementi di intelligenza artificiale per simulare i consumi di acqua ed energia».
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