I fondi arabi entrano al posto dei russi in Superjet: pronto un piano da 190 milioni

Tessera, accordo firmato a Dubai tra Markab Capital e la società russa United Aircraft Corporation
Francesco Furlan

Escono i russi, entrano gli arabi. Con l’obiettivo di cambiare mercato di riferimento: le compagnie aeree degli Emirati Arabi e dell’India al posto di quelle messicane e dell’America Latina. Per l’azienda aeronautica Superjet International, la società con sede a Tessera colpita dalle sanzioni europee per l’ingombrante presenza russa tra gli azionisti, è arrivato il punto di svolta.

L’ACCORDO SULLE QUOTE

Il fondo degli Emirati arabi uniti Markab Capital e la società russa United Aircraft Corporation (Uac) hanno siglato nei giorni scorsi a Dubai un accordo che prevede la cessione del 49% delle azioni (di proprietà russa ma affidate al Demanio) di Superjet e dell’intera partecipazione nel progetto Superjet 100, dal nome del modello degli arei civili che, prima dell’invasione dell’Ucraina e dell’introduzione delle sanzioni, venivano costruiti in Siberia e poi allestiti e commercializzati dalla sede italiana della società. Superjet era nata come joint venture italo-russa nel 2007 tra gli italiani di Aermacchi-Finmeccanica (poi Leonardo) e i russi di Sukhoi (poi Uac). Con la firma dell’intesa i russi escono definitivamente dal progetto lasciando il posto agli investitori di Dubai. L’accordo firmato non è operativo perché l’acquisizione delle quote sarà possibile solo a valle della obbligatoria autorizzazione da parte del Comitato di Sicurezza Finanziaria (Csf).

Il COMITATO FINANZIARIO

Solo questa autorizzazione, infatti, permetterà lo scongelamento delle azioni e degli asset di Superjet. Il Comitato che fa capo al ministero dell’Economia e delle Finanze è l’Autorità italiana competente per l’attuazione del congelamento di fondi e risorse economiche detenute da soggetti inclusi nelle liste disposte dall’Ue, come è avvenuto lo scorso maggio quando, dopo l’invasione dell’Ucraina, nei confronti di Superjet scattò il blocco dei conti corrente (in parte scongelati), degli aeromobili (ancora fermi) e delle quote (detenute da società russe o riconducili ai russi), affidate e gestite dall’Agenzia del Demanio. Con il via libera del Comitato, la nuova compagine azionaria di Superjet sarà composta da: Markab Capital (49%), Studio Guidotti International (41%), Leonardo (10%).

Il ruolo di Guidotti

Il regista dell’operazione che vede l’ingresso del fondo di Dubai è Vittorio Guidotti, il manager romano ex Efim e Finmeccanica che aveva acquistato il 49% delle quote dalla società Wing Ned B. V. e che può vantare di una fitta rete di relazioni nei settori della difesa e dell’aerospazio. Dopo il congelamento delle quote e l’ingresso dei nuovi soci, è stato Guidotti a portare in Superjet l’amministratore delegato Camillo Perfido, già dirigente alle ex Officine aeronavali, prima di intraprendere la sua carriera all’estero, Russia compresa, lavorando per Jsc, Sukhoi Civil Aircraft. «L’accordo», dice oggi il presidente di SuperJet International, Vincenzo Capobianco, espressione dell’Agenzia del Demanio, «ha una grande valenza per la nostra società in quanto l’interruzione dei rapporti industriali e commerciali con Uac consentirà alla società di non essere più gravata dalle limitazioni conseguenti ai regolamenti sanzionatori disposti dall’Unione Europea».

Il piano di rilancio

Il Piano di rilancio è stato elaborato da Superjet insieme a Mark Capital prevede investimenti per 190 milioni di euro di cui 110 sulla sede di Venezia che rimarrà la sede principale. Le carlinghe che prima si facevano in Siberia ora si faranno a Dubai, in uno stabilimento che dovrà essere realizzato – forse già nel 2025 – nei pressi dell’aeroporto internazionale di Al Ain. Da qui gli aerei, nella loro versione basica, saranno trasferiti a Tessera per le fasi di completamento e allestimento. Per passare poi alla commercializzazione, a partire dagli Emirati Arabi e l’India.

la sede di venezia e l’occupazione

La sede di Venezia avrà la direzione del programma, la gestione del prodotto e delle certificazioni Enac/Easa con la possibilità di sviluppare nuove configurazioni (business jet e cargo) con il controllo di tutta la catena produttiva. A Venezia resteranno anche le attività di marketing e vendite, installazione opzioni, addestramento piloti ed equipaggi, prove di volo finali, consegne e supporto al cliente. Dopo la fuga di molte professionisti, oggi Superjet ha 110 dipendenti ma conta di arrivare a circa 400. «Questo accordo potrà inoltre rappresentare un’importante opportunità per l’industria aeronautica nazionale, considerato che gli Emirati Arabi Uniti non dispongono ancora di un indotto industriale sufficientemente maturo nelle diverse discipline», aggiunge la società. Nel ricco ventaglio degli investimenti degli Emirati non c’è ancora, infatti, il settore aeronautico. —

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