I gioielli del Museo Nicolis sono le bellissime del Novecento: Alfa Romeo, Ferrari, Lancia, Maserati, Bugatti e Rolls Royce

VERONA. “Fino a ieri andava tutto benissimo; il Museo Nicolis ha toccato quota 50mila visitatori annui, abbiamo compiuto 20 anni di attività e siamo stati inseriti tra le cento collezioni di auto più importanti al mondo. Poi è arrivata la pandemia e ora siamo chiusi. Ma sono ottimista e sono sicura che presto riapriremo con ancora più successo”.

Silvia Nicolis è certamente una tra le donne che fanno impresa a Verona più in vista e di maggiore successo. Ha ereditato dal padre Luciano la passione per le automobili e per i motori, oltre ad una straordinaria raccolta di auto (200), moto (100), bici (110), aerei d’epoca e molto altro, che in questi anni ha fatto crescere e conoscere, con determinazione e capacità commerciali. Oggi il Museo Nicolis è una delle sicure attrattive turistiche di Verona.
Per la precisione si trova a Villafranca, a due passi dall’aeroporto. Ed è perfino più noto agli stranieri che agli italiani. “Il 70% dei nostri visitatori arriva dall’estero: soprattutto tedeschi, inglesi, israeliani, statunitensi e francesi”. Tutti attirati da una tra le più emozionanti e suggestive esposizioni private nel panorama internazionale, che propone – su 6000 metri quadrati - gioielli della meccanica del ‘900, in un percorso che comprende gloriosi marchi come Alfa Romeo, Ferrari, Lancia, Maserati, Bugatti, Rolls Royce, Avions Voisin, Darracq, Isotta Fraschini.
Silvia Nicolis si entusiasma a raccontare dei pezzi del Museo che più ama: “La Lancia Astura Mille Miglia, unica al mondo, costruita appositamente per Luigi Villoresi, che ho avuto il piacere di conoscere; la De Lorean, l’auto del film “Ritorno al futuro”; il volante della Formula 1 di Arturo Merzario, da cui scese per salvare la vita a Niki Lauda nel 1976”.

Il suo sogno da bambina?
“L’ho realizzato qui. Ho avuto un’infanzia particolare, sono cresciuta dentro alle Torpedo, quelle che le mie amiche chiamavano le macchine dei cartoni animati. Mi divertivo a lucidare i fari. Era un mondo incantato che volevo condividere. Per questo aprire il Museo era il mio sogno e quando, nel 2000 mio padre lo ha esaudito e me ne ha assegnato la gestione ero felice”.

La maggiore soddisfazione?
“Aver trasformato il museo, che è una parola che sa di antico, in un luogo di contaminazioni, dove si tengono 70 eventi all’anno, si fa didattica, si tengono presentazioni di prodotti e cene di gala, attività congressuali e mostre a tema. Siamo diventati persino un luogo di shooting fotografici e di videoclip musicali”.
Ma Silvia Nicolis non è solo la Presidente dell’omonimo Museo, è anche l’erede, con il fratello Thomas, di Lamacart, uno dei gruppi leader in Europa nel recupero e riciclaggio della carta; è vicepresidente nazionale dei Musei d’impresa; è membro di Giunta della Camera di Commercio di Verona; è moglie di Riccardo Meggiorini, noto attaccante prima del Chievo Verona ed oggi del Vicenza. Le abbiamo chiesto una battuta per ognuna di queste esperienze.

Lamacart
“Lamacart impiega circa 150 persone nel settore della green economy, un settore che ci dà grandi opportunità e ci fa sentire anche una grande responsabilità sociale. Deriva dalla passione di papà Luciano, scomparso nel 2012, per il recupero dei materiali in tutte le sue forme”.

Musei d’impresa
“Musei d’Impresa valorizza e mette in rete imprese portatrici di una moderna cultura aziendale. Sono una straordinaria occasione di crescita e di confronto internazionale. Un network, ma anche l’onore di vedere il nostro marchio al fianco di collezioni firmate Pirelli, Campari, Barilla, Ferragamo, Alessi…”

Camera di Commercio di Verona
“E’ la naturale evoluzione del mio percorso in Confindustria, prima tra i giovani e poi a Roma. Qui, pur essendo di espressione confindustriale, ho relazioni con tutte le categorie ed ho la delega al turismo ed all’agricoltura. Due ambiti che certamente daranno ancora soddisfazioni alla provincia di Verona”
Riccardo Meggiorini
“E’ una sorpresa bellissima della mia vita. Veniamo da due mondi apparentemente diversi e invece siamo molto vicini. Condividiamo gli stessi valori: la famiglia, la terra, la fede e anche l’ironia. Amo stargli vicino e non mi perdo una sua partita”.
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