I grandi brand non bastano più, va rafforzata la filiera
Il commento, numeri importanti, generati da un mix di grandi brand che coordinano articolate filiere specializzate dove operano più di 50.000 imprese, spesso piccole realtà artigianali (il 79% delle imprese rientra nella categoria Pmi). Sono proprio queste imprese oggi a soffrire maggiormente la contrazione del settore

Da sempre simbolo del genio e della creatività del Made in Italy, il comparto moda ha registrato nel 2024 delle performance economiche preoccupanti ed in netta controtendenza rispetto al trend dell'ultimo decennio.
Con circa 96 miliardi di fatturato complessivamente generato nell'anno da poco concluso, la moda italiana vale oggi circa il 5% del Pil del Paese; il valore delle esportazioni, invece, supera i 90 miliardi, contribuendo in larga misura al totale del valore prodotto dal settore e contribuendo al 14% dell’export italiano. Numeri importanti, generati da un mix di grandi brand che coordinano articolate filiere specializzate dove operano più di 50.000 imprese, spesso piccole realtà artigianali (il 79% delle imprese rientra nella categoria Pmi). Sono proprio queste imprese oggi a soffrire maggiormente la contrazione del settore, certificato da un calo del fatturato complessivo del 5% rispetto al 2023.
Sceso sotto la soglia dei 100 miliardi, il settore moda fa i conti con uno scenario economico globale in forte cambiamento, nel quale il rallentamento dell'economia cinese contribuisce in buona parte a spiegare il raffreddamento del mercato globale del lusso. Una lettura veloce delle ultime statistiche a nostra disposizione sembrerebbe indicare una contrazione economica di carattere congiunturale, condizione che viene peraltro confermata da diversi operatori del settore. Ma è proprio così? O siamo forse dinanzi ad una trasformazione strutturale del settore?
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