I sedili per i treni diventano green: Fisa li produce per l’alta velocità
L’impresa di Osoppo ha chiuso il 2024 con 28 milioni di ricavi. Il 70% del fatturato deriva dalle vendite all’estero
Nel suo campo non ha rivali. La Fisa di Osoppo (dove si trova la sede centrale) e Buja è leader incontrastata, in Europa, nella progettazione e realizzazione di sedili e arredi ferroviari, frutto di un continuo processo di studio ed evoluzione: ed è proprio l’incessante ricerca e l’approccio flessibile, improntato al progressivo adattamento alle richieste del mercato, a rendere e mantenere all’avanguardia i prodotti dell'azienda, richiestissimi per le loro caratteristiche di unicità e di adattabilità.
Di proprietà di Stefano De Simon, che riveste il ruolo di presidente e di ceo, Davide De Simon, vice presidente e direttore generale, Clara De Simon e Paola Bottoni (direttore finanziario e amministrativo), la Fisa – Fabbrica Italiana Sedili Autoferroviari vanta una lunga lista di clienti, a cominciare da Alstom, Stadler, Caf, Hitachi e Siemens.
I 26 milioni di fatturato totalizzati nel 2023 (con un margine operativo lordo di 2,6 milioni) sono saliti a 28 lo scorso anno; ulteriori 5 sono attribuibili alla Imet, industria specializzata nella produzione di tavolini e sedili per treni alta velocità che si trova nella zona di Pescara e che Fisa aveva acquisito nel 2020: complessivamente la forza lavoro si aggira sulle 150 unità, di cui 120 impiegate negli stabilimenti friulani.
Il 70% del fatturato deriva dalle vendite all’estero, principalmente in Europa; la "regina" dei sedili ferroviari vanta però clienti anche in Australia e, ultimamente, negli Stati Uniti.
«Il mercato – commenta Davide De Simon – è sempre più orientato alla sostenibilità: noi ci adeguiamo. Per i prossimi anni abbiamo in previsione il rifacimento della copertura di entrambe le nostre sedi, con l’installazione di un impianto fotovoltaico: obiettivo è ridurre l’impatto a livello di emissioni. Sul fronte del prodotto, poi, siamo costantemente alla ricerca di materiali sostenibili o derivanti da materiale riciclato: ad oggi possiamo dire che il 95% dei nostri sedili è riciclabile. Stiamo inoltre sviluppando un sedile di nuova concezione, le cui caratteristiche saranno proprio la sostenibilità e la leggerezza: lo scopo è contenere l’impatto di CO2 dell’intero treno, sia a livello di emissioni dirette che indirette».
Fra le commesse ricevute negli ultimi tempi spiccano, in particolare, tre fronti d’impegno: «Siamo stati coinvolti – informa sempre il vicepresidente – per gli arredi dei nuovi treni ad alta velocità italiani, per lo sviluppo di un innovativo sedile per il mercato olandese, tramite il nostro cliente Caf, e per la creazione di un sedile macchinista avanguardistico, con una sospensione pneumatica, per l’operatore francese Sncf».
Commesse che sono lo specchio della citata, incessante rincorsa all’innovazione, un percorso di ammodernamento e miglioramento progressivo che fa parte del Dna di Fisa, una cui peculiarità – di cui i vertici aziendali vanno fieri – è pure «l’importanza attribuita alla sicurezza nell’ambiente di lavoro, a tutela dei dipendenti». «Stiamo investendo molto nel settore – informa il dg –, cercando di rendere il contesto lavorativo il più piacevole possibile. Credo che questa caratteristica ci differenzi nel panorama generale e la ritengo senza dubbio vincente». Nata nel 1960, Fisa ha gradualmente accresciuto la propria esperienza nella produzione di sedili passeggeri per treno e sedili macchinista grazie a collaborazioni con importanti aziende tedesche del settore.
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