Idb, nuovo brand per crescere. «Con Dexelance puntiamo all’estero»

Piccolo sarà pure bello, ma rischia di non essere più sufficiente in uno scenario di mercato caratterizzato da margini sotto pressione e dalla necessità di generare economie di scala per liberare risorse da destinare agli investimenti. È il messaggio emerso nel corso di una conferenza stampa organizzata presso la Triennale di Milano per annunciare il cambio di passo di Italian Design Brands, che a valle dell’approvazione da parte dell’assemblea dei soci assumerà il nome di Dexelance. «Non solo un rebranding, ma un nuovo posizionamento di mercato per accelerare la crescita», è la premessa del managing director Giorgio Gobbi.
Per la società che ha accorpato negli anni undici brand d’eccellenza nel campo del design, tra cui le nordestine Saba (Padova), Gervasoni (Pavia di Udine) e Axolight (Scorzè), si apre un «nuovo inizio all’insegna della creatività, dell’artigianalità, dell’imprenditorialità e della bellezza senza tempo», per usare le parole di Gobbi. Chiaro l’intento di spingere il profilo internazionale del gruppo, «considerato che competiamo nel mondo e ci sono alcune nostre controllate che in Italia fatturano una quota marginale», ha ricordato il chairman e ceo Andrea Sasso.
«Siamo entrati nel gruppo praticamente alla nascita, quasi dieci anni fa, convinti dai promotori dell’iniziativa in merito all’importanza di dar vita a una piattaforma capace di valorizzare il made in Italy senza tarpare le ali alle singole imprese», ha raccontato Michele Gervasoni, raggiunto a margine dell’incontro. Con il fratello Giovanni costituisce la terza generazione al comando dell’azienda familiare, nata come piccola bottega artigiana specializzata nella lavorazione del vimini e cresciuta fino a diventare un big dell’arredamento con centinaia di punti vendita nel mondo. «Abbiamo ceduto il 100% dell’azienda per entrare come azionisti del gruppo Idb e, da allora, abbiamo condiviso tutti i passaggi della crescita». A questo proposito, l’imprenditore ha evidenziato una particolarità nella scelta dei nuovi imprenditori da aggregare: «Guardiamo non solo ai numeri consolidati e a quelli prospettici, ma anche alle persone, ai loro valori. Possono sembrare concetti scontati, ma nel momento in cui si decide di fare un percorso di business insieme questi aspetti sono fondamentali». Quindi l’invito ad altri imprenditori a «fare squadra, senza il timore di perdere il controllo sulla propria azienda: insieme si può crescere velocemente, senza rinunciare all’autonomia di ciascuna realtà».
All’incontro ha preso parte anche Giovanni Tamburi, fondatore, presidente e amministratore delegato di Tamburi Investment Partners, entrato come azionista del gruppo in occasione della quotazione a Piazza Affari, nella primavera dello scorso anno, e quindi rafforzatosi ulteriormente pochi mesi dopo attraverso un club deal che ha chiamato a raccolta numerosi imprenditori italiani. «Con Dexelance vogliamo replicare il successo ottenuto con realtà come Interpump, Oviesse e Moncler: tutte oggi valgono un multiplo rispetto al momento dell’investimento. In Italia le energie non mancano e nemmeno la qualità: è importante sostenerle dal punto di vista finanziario e della visione imprenditoriale ed è quello che vogliamo fare con il gruppo del design, che punterà ad avere sempre più una visione globale». Un passaggio condiviso da Sasso, per il quale «crescita organica e per linee esterne sono due filoni che continueremo a seguire senza soste».
Riproduzione riservata © il Nord Est