Il caro energia paralizza la carta «Più produzione, più perdite»

Medugno, direttore di Assocarta : «Costo del gas 17 volte superiore al 2020

Impianti rallentati anche in presenza di ordini per contenere gli aumenti»

Nicola Brillo

PADOVA. Alcune aziende dell’industria cartaria stanno vivendo uno strano paradosso, che le porta a rimetterci maggiormente, se aumenta la produzione. La colpa è tutta del caro energia, che colpisce le realtà particolarmente energivore del settore.

Il Nordest è protagonista a livello nazionale nella produzione ed export del settore. «Siamo tra i settori maggiormente colpiti dagli aumenti, e veniamo da costi comunque alti rispetto agli altri Paesi - commenta l’avv. Massimo Medugno, direttore generale di Assocarta -. Il conto energetico pesa tra il 20 e il 30%, gli aumenti mettono in difficoltà i conti. Il settore delle carte igienico-sanitarie è il più esposto, con aziende anche in Veneto che hanno rallentato la produzione, pur avendo ordini, per contenere i conti».

Gas, elettricità e non solo sono le minacce dell’industria. Il prezzo del gas in Italia è in continua ascesa dall’estate 2020 e non mostra segni di rallentamento. Rispetto al minimo del 2020 il prezzo del gas è oggi 17 volte superiore.

Da gennaio ad agosto 2021 il prezzo medio mensile è aumentato di quasi il 200%. A settembre si sono stati toccati valori prossimi ai 100 €/MWh per le forniture invernali. Rincari record anche per l’energia elettrica: è abbondantemente oltre i 100 €/MWh. Le quotazioni degli ultimi giorni hanno fatto registrare ulteriori aumenti con punte che hanno superato i 200 €/MWh.

A tutto questo, lamenta Assocarta, si aggiungono i costi dei trasporti su strada (tra giugno 2020 e giugno 2021 rincari del 25,7% a fronte di un calo del 41,6% delle capacità disponibili). E sensibile è l’ascesa per le tratte via mare. «Le materie prime, l’energia e il gas sono al massimo storico e alcune cartiere stanno valutando la sospensione momentanea della produzione, in attesa di una ridefinizione di margini oramai fuori linea», aggiunge Lorenzo Poli, amministratore delegato della veronese Cartiere Saci con unità produttive a Carmignano di Brenta, e presidente di Assocarta.

«In un momento così virtuoso sul fronte dei consumi sarebbe un peccato non riuscire a chiudere i cicli produttivi sottraendo al Paese un ingranaggio fondamentale dell’economia circolare come il cartario».

Nel 2020 l’industria cartaria italiana si è posizionata al terzo posto a livello europeo, dopo Germania e Svezia, con una produzione di carte e cartoni di 8,5 milioni di tonnellate. Il fatturato complessivo è stato di circa 6,4 miliardi di euro, proveniente per il 54% da esportazioni. I primi 7 mesi del 2021 evidenziano livelli produttivi in aumento del 12%, rispetto al 2020, con un fatturato in crescita del 18,5%.

«Siamo intervenuti in maniera preventiva su tutta la supply chain per evitare interruzioni nella fornitura di materie prime - commenta Marco Nespolo, amministratore delegato del Gruppo Fedrigoni -. Da tempo siamo impegnati in progetti di efficientamento e di riduzione dell’uso dell’energia, come l’installazione nel 2020 di un nuovo impianto di cogenerazione nello stabilimento di Arco, che va ad aggiungersi alle tre turbine di cogenerazione già attive a Verona e a Fabriano. La situazione, per quanto delicata, non ci ha dunque colti impreparati: tutti gli stabilimenti di Fedrigoni lavorano a pieno regime con ordini in forte ripresa. Per la distribuzione ci siamo attrezzati attraverso la nostra rete».

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