«Il governo taglia 4,6 miliardi al Fondo per l’automotive»

È quanto ha denunciato Anfia (l’Associazione nazionale filiera industria automobilistica) per la quale «il taglio previsto dal Disegno di Legge di Bilancio alle già scarse risorse stanziate nel 2020 è un inaccettabile fulmine a ciel sereno»

Giorgio Barbieri

Il governo ha tagliato 4,6 miliardi al Fondo automotive, destinato all’adozione di misure a sostegno della riconversione della filiera. È quanto ha denunciato Anfia (l’Associazione nazionale filiera industria automobilistica) per la quale «il taglio previsto dal Disegno di Legge di Bilancio alle già scarse risorse stanziate nel 2020 è un inaccettabile fulmine a ciel sereno che contraddice in modo clamoroso l’importante attività che il governo sta svolgendo in Europa a favore del settore per migliorare la regolamentazione, e annulla mesi di intenso lavoro del Tavolo Sviluppo Automotive, che hanno portato Anfia, parti sociali e Regioni a proporre al governo un piano d’azione per supportare la filiera».

L’Anfia quindi auspica «di vedere fortemente ridotto il taglio nell’iter di approvazione della manovra in Parlamento. In caso contrario, questo tragico ridimensionamento delle risorse, segnerebbe una profonda frattura nella fin qui ottima collaborazione tra la filiera e il governo» . L’automotive, sottolinea l’associazione, è il principale settore manifatturiero italiano, conta oltre 270.000 addetti diretti, ha un fatturato di oltre 100 miliardi di euro ed è l’unico a cui è richiesta una trasformazione obbligatoria epocale in pochi anni.

E su tema Green Deal ieri è arrivato anche il commento di Adolfo Urso, ministro delle Imprese e del Made in Italy. «Non c'è tempo da perdere. Non si può aspettare la fine del 2026, come previsto dal regolamento sui veicoli leggeri, per esaminare quello che è accaduto ed eventualmente modificare la rotta», ha spiegato, «non si può aspettare la fine del 2027, come previsto dal regolamento sui veicoli pesanti, per vedere quello che accade e poi eventualmente modificare la rotta. Non ci sarà più l'industria dell'auto nel 2027. È necessario anticipare le decisioni su quelle clausole di revisione già previste nei regolamenti all'inizio del prossimo anno, così da decidere cosa modificare per salvaguardare l’industria europea. Perché altrimenti, alla fine del percorso, nel 2035, non avremo un'industria net zero, avremo zero industria in Europa». —

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