Il gruppo Electrolux salva marchio Zanussi: sarà dato in licenza
L’annuncio dato in occasione del via libera ai conti del terzo trimestre.
Il colosso svedese del bianco chiude il periodo con una perdita netta di 20 milioni di euro

Dopo averne annunciato la dismissione, poco più di un anno fa, il gruppo Electrolux fa dietro front: non cancellerà il marchio Zanussi. L’annuncio arriva contestualmente ai conti del terzo trimestre licenziati dal colosso del bianco.
Nell’ambito delle operazioni di dismissione delle attività non core, compresi i marchi, il gruppo ha valutato «che il valore del marchio Zanussi – si legge nella relazione che accompagna i conti – sarà meglio monetizzato come parte del business di licenza del gruppo». Non sarà dunque cancellato, ma dato in “affitto” ad altri.
A lato pratico, continuerà ad esistere sul mercato, perpetuando la storia di un brand che è stato l’essenza dell’economia nel Friuli occidentale. Al netto di Zanussi, il valore della dismissione delle attività non core del gruppo scende, in previsione, sotto i 10 miliardi di corone svedesi ( circa 845 milioni di euro) precedentemente annunciati.
Venendo ai conti, la multinazionale, che vanta una significativa presenza a Nord Est, con la sede di Electrolux Italia a Porcia e uno stabilimento produttivo a Susegana, ha chiuso il terzo trimestre 2024 con vendite nette per 33,3 miliardi di corone svedesi (2,8 miliardi di euro), in crescita del 6,2% sul terzo trimestre 2023, e con 349 milioni di corone (circa 30 milioni di euro) di reddito operativo (pari a un margine dell’1%), in diminuzione rispetto ai 608 milioni di corone dello stesso trimestre 2023.
Una contrazione dovuta alla dismissione del business degli scaldacqua in Sudafrica al netto della quale il reddito operativo sarebbe stato di 717 milioni di corone svedesi (61 milioni di euro). Il periodo si chiude in negativo, con una perdita netta di 235 milioni di corone svedesi (20 milioni di euro). Perdita netta che, insieme all’utile operativo sotto le attese, ha fatto cadere il titolo alla borsa di Stoccolma dove ieri ha ceduto oltre 14 punti.
Positiva, a differenza del mercato, la lettura dei conti data dal presidente e Ceo del gruppo Electrolux, Jonas Samuelson, che dopo 9 anni al vertice della mutinazionale svedese del bianco, si prepara, con il primo gennaio 2025, a cedere il ruolo di Ceo nelle mani di Yannick Fierling.
«Mentre le condizioni di mercato sono rimaste difficili in Europa e Nord America, abbiamo continuato a progredire nelle nostre iniziative di riduzione dei costi – ha commentato Samuelson –. Il reddito operativo, escluse le voci non ricorrenti, è migliorato a 717 milioni di corone svedesi (pari a circa 61 milioni di euro) nel trimestre, con un flusso di cassa operativo di 1,1 miliardi di (circa 93 milioni di euro) e una solida posizione di liquidità».
A livello geografico, il calo si deve al 67%, pari a 242 milioni, a Europa, Asia Pacifico, Medio Oriente ed Africa, a -249 milioni degli Usa, dove la perdita si è comunque ridotta rispetto ai precedenti -440 milioni. In controtendenza l’America Latina, dove l’utile operativo è invece migliorato del 21% a 490 milioni.
A proposito delle riduzioni dei costi varate dal gruppo ed evidenziate dal presidente, val la pena ricordare l’impatto che queste hanno avuto e stanno avendo anche sull’Europa e sugli stabilimenti italiani che fanno i conti pure con una riduzione produttiva, dovuta alla frenata dei consumi, che ha reso necessario, al fine di salvaguardare i livelli occupazionali, l’attivazione dei contratti di solidarietà.
Ammortizzatori che al momento riguardano quattro stabilimenti sui cinque che Electrolux ha in Italia – Porcia (lavatrici), Solaro (lavastoviglie), Forlì (forni) e Cerreto d’Esi (cappe) –, si salva solo Susegana (frigoriferi), dove i numeri sono buoni al punto da richiedere il possibile, temporaneo trasferimento, a novembre, di alcuni lavoratori dallo stabilimento di Porcia.
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