Il museo Fila, dalle scarpe della festa ai marmi del palazzo presidenziale di Abu Dhabi: una storia di lucentezza

La storia imprenditoriale della famiglia Pettenon in mostra: come trasformare l'amore per la pulizia in un business di successo, tutto ebbe inizio con la cera per le scarpe della domenica

PADOVA. Se ad accogliervi è un robot semovente dalle sembianze umane, pronto a segnalarvi che avete le scarpe sporche, accanto allo schermo dove si proietta, in esclusiva nel mondo, il cortometraggio "Il re degli Sciuscià", girato nel 1953 in pregiato bianco e nero neorealista davanti alla stazione di Milano, beh, avete subito modo di capire che la visita al museo della FILA potrà emozionarvi. La ragione si svela già nella storia del marchio.

Nell'anno di nascita 1943, su ispirazione dei fratelli gemelli che lo creano, Guido e Pietro Pettenon, l'acronimo FILA sta per "Fabbrica italiana lucidi e affini", mentre oggi, nell'insegna della fabbrica distante trecento metri in linea d'aria dal centro di San Martino di Lupari, provincia di Padova, la dicitura completa è "Fila Surface Care Solutions", soluzioni per ogni tipo di superficie.

Realtà che nel 2020 significa un gruppo comprensivo di sei filiali all'estero, 105 dipendenti e 20 milioni di fatturato annuo. Nessun vuoto fra i due estremi temporali. Perché, a svelare come si passi dalle cere per le scarpe del dì di festa alle pulizie dei 500mila metri quadrati di marmo del palazzo presidenziale di Abu Dhabi provvede questo museo da intendere come un libro aperto su uno spicchio di storia d'Italia, messo a disposizione di scolaresche, clienti, addetti ai lavori, partecipanti ai corsi di formazione organizzati dall'"Academy" aziendale. Il messaggio è semplice, riassunto in un unico verbo, "pulire".

Beniamino e Alessandra Pettenon
Beniamino e Alessandra Pettenon

"Quando papà e lo zio Pietro mettono in piedi lo stabilimento – spiega l'attuale Presidente di FILA, Beniamino Pettenon, mostrandoci le scatolette rotonde con chiavetta a farfalla dei primi lucidi prodotti – lo fanno perché vedevano i contadini della zona andare a messa con ai piedi le famose "sgalmare" di legno, usate per lavoro, fino a cento metri dalla chiesa. Solo vicino al sagrato se le toglievano e calzavano le scarpe del giorno di festa, all'epoca costosissime, per cui erano una specie di patrimonio personale, da conservare e mantenere splendenti il più a lungo possibile".

E' questo bisogno di pulizia a generare il business che in 77 anni la famiglia Pettenon sa prontamente adattare a ogni input proveniente da un mercato, via via divenuto globale, in termini di detergenza, smacchiatura, igienizzazione, idrorepellenza, impermeabilizzazione, trattamenti antimuffa.

Sono risultati a cui la scienza chimica ha dato, dagli anni '70 in poi, un apporto necessario, come ricorda il poster che, lungo il percorso espositivo, pubblicizza l'idrorepellente "salva-terrazze", contro crepe e infiltrazioni, brevettato con la consulenza del CNR, centro nazionale delle ricerche dove ora dispongono di un microscopio da 500mila euro arrivato grazie a FILA.

D'altra parte, solo i test della scienza certificano nel XXI secolo prodotti come quelli forniti per le pulizie dell'aeroporto di Valencia o dello stadio londinese del Tottenham "mentre agli inizi tutto andava avanti grazie alle formule di un alchimista di famiglia" precisa Beniamino Pettenon, sfogliando i quaderni dove questo zio Giuseppe indicava quantità e procedure con cui ottenere il lucido per scarpe richiesto.

Lo stesso che, dagli anni '60 in poi, il museo documenta come venga prima confezionato dalla macchina inscatolatrice Cevolani, e poi trasportato fino alla vicina stazione ferroviaria utilizzando una bici-rimorchio della ditta milanese Doniselli, modello antesignano delle attuali, sempre più diffuse cargo-bike.

Quanto a iniziative e invenzioni, il museo FILA racconta di un'azienda che già nel dopoguerra tarsferisce in quella provincia veneta, molto più chiusa e localistica dell'attuale, trend e strategie di comunicazione apprese nelle metropoli delle grandi fabbriche e delle nuove strategie di marketing.

Lo dimostrano le prime campagne di manifesti murali ideate dall'agenzia "Fratelli Tessarollo", nonché la proiezione de "Il re degli Sciuscià", spot pubblicitario del '53 destinato al circuito delle sale cinematografiche, dove trovava spazio tra una proiezione e l'altra del film in programma.

Chiaramente ispirato, già nel titolo, a un capolavoro del neorealismo italiano come "Sciuscià", girato nel 1946 da Vittorio De Sica, il cortometraggio diretto da Luigi Giachini e prodotto da Orione Film, documenta in uno smagliante bianco e nero d'epoca il lavoro quotidiano di tanti giovanissimi lustrascarpe, pronti a offrire i loro servizi nel piazzale davanti alla stazione di Milano, sempre affollato di turisti e "uomini d'affari" con cappelli a larghe tese.

"Sempre a proposito di alchimia, quella fra i due gemelli Pettenon era perfetta – racconta il presidente – perché mio padre aveva visione di impresa, organizzativa e lungimirante, mentre lo zio Pietro era nato per fare comunicazione e vendere il prodotto".

Sono i due "geni" che consentono al DNA di FILA di reggere senza scosse il grande salto dall'artigianato dei primordi all'attuale gruppo industriale con sedi da Miami a Dubai, lungo una strada approdata già negli anni '70 a una pagina di Casa Vogue che dentro il museo funge da spartiacque storico.

"E' una pubblicità dove siamo abbinati a Sannini, uno dei grandi marchi del cotto fiorentino – spiega la figlia di Beniamino, Alessandra Pettenon, in azienda assieme al fratello Francesco – per cui racconta di come FILA debba le sue fortune a una capacità di leggere in tempo reale le trasformazioni dell'edilizia. E' stato così con il cotto, e lo stesso è successo negli anni '90 con il boom della ceramica, mentre oggi sappiamo come far valere un nostro know how consolidato sulle problematiche dell'igienizzazione, divenuta prioritaria dopo l'inizio della pandemia di covid".

"La chiave di FILA è la parola famiglia – conclude Alessandra Pettenon – perché famiglia significa relazioni, e trovare posto a tutto. Basta dare un'occhiata al nostro blog, dove abbiamo soluzioni per gli hotel a cinque stelle, ma anche per la signora Maria che deve pulire il pavimento in gres del suo salotto".

"E' così da sempre – aggiunge suo padre Beniamino, mostrandoci una gigantografia delle "origini" del marchio. – Da quando, negli anni '40, tutto il paese veniva a vedere lo spettacolo di una fabbrica che nasceva in mezzo ai campi".

La scheda

Il museo aziendale di "FILA prodotti per la pulizia", si trova all'interno dello stabilimento, al numero 54 di via Garibaldi, comune di San Martino di Lupari, provincia di Padova (l'azienda è sponsor storico della Lupebasket, locale squadra di pallacanestro femminile di Serie A1, ma anche del Sassuolo Calcio).

Attualmente la struttura è in fase di restyling, in attesa di poter riaprire al pubblico nel corso del 2021, compatibilmente con l'evolversi della pandemia di covid.

Per le visite, i contatti sono 049/9467300 e info@filasolutions.com

Argomenti:musei d'impresa

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