Il Nord Est a caccia di aziende. Lo shopping di famiglie e fondi

Nel tessuto economico del Nord Est italiano, l'espansione attraverso acquisizioni sta definendo una nuova epoca per il capitalismo familiare. Una nuova fase di sviluppo per il territorio che ha trovato il suo apice proprio nel post pandemia, negli ultimi quattro, infatti, la corsa dell’impresa a matrice familiare ha mostrato una forte accelerazione
Roberta Paolini

Nel tessuto economico del Nord Est italiano, l'espansione attraverso acquisizioni sta definendo una nuova epoca per il capitalismo familiare. Una nuova fase di sviluppo per il territorio che ha trovato il suo apice proprio nel post pandemia, negli ultimi quattro, infatti, la corsa dell’impresa a matrice familiare ha mostrato una forte accelerazione, il numero di operazioni è aumentato di oltre il 70 per cento.

Allo stesso tempo l’attività dei fondi, in particolare del private equity, si sta sempre più specializzando nella creazione di piattaforme o poli, sia che si tratti di settori che arrivano direttamente al mercato, come nel caso del vino, che della generazione di vere e proprie filiere a supporto di settori in cui l’apporto del made in Italy è fondamentale. Allo stesso modo il territorio resta attrattivo anche per operazioni straordinarie di direzione opposta, dove i target sono proprio le aziende del territorio. A dirlo è un’analisi di Adacta Advisory sull’M&A.

Il panorama delle acquisizioni aziendali nel Nord Est mostra una continuità interessante nel biennio 2022-2023. La tipologia di acquirenti rivela una sostanziale stabilità nel periodo in esame. Circa il 40% delle operazioni riguarda vendite, mentre il 23% delle transazioni è rappresentato da prime acquisizioni da parte di società di private equity. Il restante 37% vede come protagonisti imprese del Nord Est in veste acquisitiva, dimostrando una solida presenza delle aziende locali nei movimenti di mercato.

Il capitalismo familiare

Tra i campioni del capitalismo familiare attivi nello shopping, spicca il caso Carel. Dalla quotazione a Piazza Affari, avvenuta nel 2018, le acquisizioni sono state in tutto undici, allo stesso tempo i ricavi sono praticamente raddoppiati dal suono della campanella in Borsa dei Valori. Ma non si tratta solo di accrescere la propria dimensione, le operazioni straordinarie sono un perno della strategia. Ci sono aziende che hanno utilizzato l’M&A come una matita per disegnare un modello di business. Senza la necessità di citare il caso dei casi, vale a dire Luxottica, una realtà più piccola ma con un paradigma simile è il gruppo Morellato. Dalla prima importante operazione di acquisizione, datata ormai 2006, parliamo di Sector cui è seguita quelle dei negozi a insegna Bluspirit, il gruppo veneto, con base a Santa Giustina in Colle, ha tracciato uno schema nel suo modo di stare sui mercati, verticalizzando tutta la propria catena del valore: design, produzione, distribuzione wholesale e retail. Con l’ultima acquisizione messa a segno, l’azienda tedesca Christ, che ha portato al raddoppio dei ricavi. Ma prima dei tedeschi c’erano stati i francesi, Morellato aveva infatti comprato la catena Cleor. Obiettivo? Sempre lo stesso, espandere l’approdo al mercato finale. Con il risultato che oggi l’azienda combinando oltre 620 negozi in Italia, Francia, Germania e Austria è sempre più forte in Europa nel segmento sia delle vendite fisiche che digitali.

Un’altra via seguita da molte aziende è l’acquisizione per ampliare la gamma: come il caso del deal Zoot da parte di MVC Group (Manifattura Valcismon), una mossa strategica nel settore dell'abbigliamento per il triathlon: in un colpo solo allargamento ad un segmento affine e rafforzamento della presenza del gruppo nel mercato americano. Anche il Gruppo Pittini di Osoppo ha scelto il rafforzamento geografico per il tramite delle acquisizioni: comprando Steelag Gmbh, leader tedesco in elettrosaldati e prodotti derivati, rafforzando così la sua presenza in Europa centrale.

Gpi, attraverso la sua filiale francese , ha invece acquisito il 97% di Evolucare Technologies. Una mossa che va letta come parte del piano strategico per crescere nel settore del software per la trasformazione digitale della sanità e per rafforzare la sua posizione come leader nel settore della salute digitale in Europa.

Claber, azienda specializzata in sistemi di irrigazione con un fatturato di circa 40 milioni di euro nel 2021, 180 dipendenti, due stabilimenti produttivi e un centro logistico nel Pordenonese, è stata acquisita invece dalla Fitt di Sandrigo (Vicenza). Anche in questo caso si tratta di un ampliamento e integrazione della gamma produttiva e contemporaneamente di un’espansione geografica.

Piovan, attiva nello sviluppo e produzione di sistemi di automazione per polimeri, ha acquistato asset di Protec Polymer Processing, consolidando la sua posizione nel mercato tedesco. A Udine Biofarma, sotto il controllo di Ardian e la famiglia Scarpa, ha acquisito US Pharma Lab.

Mentre nel mondo dei fondi tra le operazioni significative c’è MinervaHub, presieduta da Matteo Marzotto e controllata dal fondo San Quirico della famiglia Garrone, che ha sta consolidando una piattaforma a supporto dell’accessorio del made in Italy aggregando tramite acquisizioni. Tutto è iniziato durante l’epoca Covid, in tutto sono state accorpate 17 aziende. E nell’ultimo anno ha messo a segno cinque acquisizioni, l’ultima è la trevigiana Interlinea 2.

Il ruolo della finanza

Omnia Technologies, settore diverso, filiera del vino, è invece una piattaforma di Investindustrial. Recentemente hanno acquisito TMCI Padovan, azienda trevigiana operante nel settore dell'industria alimentare e delle bevande, e Omega, società di sales engineering e partner strategico di Omnia Technologies nel continente americano.

Per Aussafer è stato l’incontro con la 21 Invest di Alessandro Benetton il momento della svolta, passando da azienda a capogruppo di tre società, con la Laserjet di Vicenza e la Ramo di Povoletto, specializzato nella lavorazione della lamiera e dei metalli con macchinari ad alta tecnologia, per conto terzi e su commessa. L’ultima acquisizione (si veda articolo a lato) è stata, invece, la maggioranza della tedesca Hailtec, improntata per supportare lo sviluppo internazionale.

Il potenziale inespresso 

«La tipologia di acquirenti nel 2022 e 2023 è sostanzialmente stabile» spiega Paolo Masotti ad di Adacta Advisori. Leggendo i dati relativi alle acquisizioni, da parte delle imprese industriali a matrice familiare, prosegue, «emerge che le operazioni sono meno di 80 all'anno, mentre le aziende che hanno il potenziale per fare acquisizioni sono ben oltre mille». Quindi lo spazio per ampliare la platea di imprese che fa shopping è elevata. Nel corso del biennio 2022-2023, precisa ancora Masotti, «le operazioni di acquisizione da parte di imprese industriali Nord Est è stato di circa 140 e sono state fatte da imprese industriali family owned, 37 sono acquisizioni di imprese estere (26%). Il maggior paese di destinazione è la Germania 11 deals, seguita da Francia e Spagna. Il primo paese extra UE sono gli Usa».

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