Il nuovo impianto Danieli per Nucor in viaggio dal Friuli al West Virginia
Iniziate ieri a Porto Nogaro le operazioni di carico di una delle parti più consistenti della commessa da 600 milioni. Cuore della spedizione sono le 10 spalle di laminazione: pesano 160 tonnellate l’una
Un viaggio di circa 8 mila miglia nautiche, l’equivalente di 15 mila chilometri, ci vorrà per portare a destinazione una consistente parte del nuovo maxi impianto di laminazione realizzato da Danieli per il colosso americano dell’acciaio Nucor.
In partenza nei prossimi giorni da Porto Nogaro, dove ieri mattina sono iniziate le operazioni di imbarco di una delle spedizioni più rilevanti che Danieli ha in programma a gennaio, la nave general cargo Bcc Fuji farà tappa a Monfalcone per completare la partita, quindi prenderà la via dell’oceano Atlantico per approdare, dopo circa 20 giorni di navigazione, a New Orleans, in Louisiana, dove il carico sarà spostato in parte su strada, con l’utilizzo di 100 camion, in parte via fiume, su chiatte che navigando il Mississipi prima e l’Ohio River poi, arriveranno a destinazione, in West Virginia, circa 50 giorni dopo la partenza dal Friuli.
L’ordine, del valore complessivo di 600 milioni di euro, consolida ulteriormente il rapporto tra Danieli e Nucor, che negli ultimi cinque anni ha portato la multinazionale friulana a realizzare tre impianti siderurgici negli Usa. Quest’ultima commessa riguarda un impianto di laminazione per coil di lamiera basato su tecnologia Due – Danieli universal endless, che consente di produrre nastri di acciaio con spessore variabile da 1 a 24 millimetri in un unico impianto. Rientra nell’investimento record avviato da Nucor nel 2022, del valore di 3,2 miliardi di dollari, per costruire un complesso siderurgico dalla capacità produttiva di 2,7 milioni di tonnellate annue. Il primo nel suo genere a livello mondiale.
Ieri, a Porto Nogaro, sono state imbarcate le 10 spalle di laminazione dell’impianto. Una pagina di storia per lo scalo friulano che si è trovato a gestire probabilmente il carico più significativo di sempre e ad aprire una nuova via per i futuri trasporti marittimi in regione.
Il porto sangiorgino è stato scelto infatti come scalo di partenza al posto di quello di Monfalcone alla luce dei limiti strutturali delle strade. Le uniche a poter sostenere il peso eccezionale delle spalle, pari a 140-160 tonnellate l’una, erano le strade tra Buttrio e San Giorgio come ha spiegato ieri Alessandro Fiorani, responsabile degli acquisti logistici del gruppo Danieli, sul posto dalla mattina per seguire le delicate operazioni di carico. Sguardo rivolto all’insù, alle gru che sollevavano, apparentemente senza fatica, gli enormi pezzi dell’impianto, arrivati da Buttrio appunto via strada e allineati a poca distanza dalla banchina, per depositarli nella stiva della nave. Attorno, un via vai di persone, al lavoro in un clima misto di eccitazione e concentrazione.
Con lui, un nutrito gruppo di tecnici Danieli e di spedizionieri, che hanno lavorato spalla a spalla per quasi un anno alla definizione di ogni dettaglio.
«Ci siamo seduti a un tavolo e abbiamo disegnato la spedizione su misura» racconta Massimiliano Zuliani, direttore dei progetti della cividalese Z&C Logistica, società che ha contribuito alla progettazione dell’operazione fin dallo studio di fattibilità, per occuparsi poi dell’iter autorizzativo e del trasporto eccezionale delle 10 spalle di laminazione, che ha richiesto – solo questa – quasi un mese di lavoro per spostare gli imponenti tanto quanto pesanti pezzi dell’impianto da Buttrio a San Giorgio.
Oltre a Z&C Logistica, l’organizzazione, lato partenza, della spedizione ha coinvolto diversi altri attori locali: dalla società udinese Midsea del gruppo Midolini a Fvg Strade passando per le autorità portuali di San Giorgio di Nogaro e Monfalcone. A gestire la spedizione a bordo nave e nella sua parte finale, una volta giunta in Usa, è stato invece chiamato il gruppo svizzero Fracht, storico partner di Danieli.
E a proposito di nave, la partenza dal porto friulano, caratterizzato per i suoi bassi fondali, ha richiesto una serie di ulteriori accortezze. «Abbiamo dovuto cercare un armatore che avesse una nave con stiva vuota» ha aggiunto Fiorani indicando la grande imbarcazione che via via ieri si è andata riempiendo: lunga 130 metri, larga 20 e con un pescaggio (vale a dire la parte della barca che sta sott’acqua) di 5,20 metri in ingresso (vuota) e 5,50 in uscita (carica).
La partenza da San Giorgio è prevista per venerdì alla volta di Monfalcone dove nell’arco di qualche giorno la nave partirà per gli States carica di 600 colli per quasi 5 mila tonnellate di peso e un volume di 8 mila metri cubi.
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