Il patron di Progest Bruno Zago vince la concessione per il Centro fondo e il rifugio Campomulo: «Spa e suite, investirò un milione di euro»

L’imprenditore trevigiano è già titolare dell’aeroporto di Asiago e dello Sporting hotel, ora intende trasformare il rifugio in una specie di albergo a 5 stelle «Un posto dove passare una giornata in montagna con le comodità della città», annuncia

VICENZA. Arriva dalla pianura uno scossone per l’Altopiano. L’imprenditore trevigiano Bruno Zago, che è già titolare dell’aeroporto di Asiago e dello Sporting hotel, ha messo le mani anche sul centro sci di fondo e sul rifugio Campomulo. Al quale intende cambiare i connotati, trasformandolo in una specie di albergo a 5 stelle. «Un posto dove passare una giornata in montagna con le comodità della città», annuncia.

La gara bandita dal Comune di Gallio per il rinnovo ventennale della concessione aveva due partecipanti: la Campolongo snc di Ivano Mosele e Riccardo Stefani, gestori dell’omonimo centro fondo ai piedi del Verena, e la Gar, gestione alberghi e ristoranti di Bruno Zago, l’uomo partito da una fabbrichetta di carta da imballaggi a Zero Branco che oggi guida la Pro.Gest, un gruppo con millecento dipendenti, con un piede negli Stati Uniti e investimenti in settori diversi. Il bando era all’offerta economicamente più vantaggiosa, assegnava 40 punti al prezzo (canone base 36.000 euro l’anno) e 60 punti alla qualità.

Mosele e Stefani hanno totalizzato 92,5 punti, Zago ha fatto 100/100 mettendo un milione sul piatto. Non solo denaro, anche idee precise: ristrutturerà il rifugio puntando sul lusso e su una clientela di alto profilo. Facile prevedere che sarà una filosofia shocking per la mentalità spartana dell’Altopiano. Ma lui non sembra preoccuparsene: «Trasformeremo Campomulo come abbiamo fatto con lo Sporting. Resterà un rifugio di montagna ma avrà le migliori dotazioni. Per esempio una Spa, non esagerata, ma di livello. Trasformeremo le 6 camere esistenti in suite».

L’obiettivo è quindi rivolgersi ad una clientela disposta a spendere: coraggiosi, dato il momento e i soldi che girano nelle tasche dei compatrioti. «Chi vuol fare un picnic va nel bosco», replica asciutto Zago. «Il nostro lavoro è ospitare la gente e ospitarla bene, pur mantenendo con i clienti un rapporto molto familiare. Il mio piacere più grande sarà portare le persone nel rifugio dalle dieci di mattina quando il sole comincia a scaldare, fino a sera, facendo trovare tutto il comfort che possono desiderare. Questo senza nulla togliere alla montagna. Oltre alla Spa daremo l’intrattenimento, il parco giochi, le comodità per le persone di età diverse. Un’offerta pensata per tenere gli ospiti occupati 5-7 ore, tutto il tempo che decideranno di rimanere a Campomulo». Quanto personale assumerà? «Quello che servirà, dando la precedenza a gente del posto».

Zago non indica numeri. Neanche se proviamo a fare il confronto con il concessionario uscente, Pierantonio Segafredo, che dava lavoro a 35 dipendenti. «È prematuro parlarne». Per la cronaca, nell’hotel Sporting nel centro del capoluogo Zago ha assunto 28 persone. La ristrutturazione dell’albergo è durata due anni e gli è costata 4 milioni, ma con l’acquisto dell’intero complesso è arrivato spenderne 15. Facile che anche per Campomulo la previsione di spesa di un milione, indicata nel bando, finisca per dilatarsi.

E il centro sci di fondo, con i famosi 150 chilometri di piste fuori dal territorio di Gallio, che fine farà? «Nessuna fine, continuerà ad esserci», risponde il nuovo concessionario. «Allo sci verrà dato il giusto valore». Anche se le concessioni delle piste restano in mano al gestore uscente? «Io ho preso a scatola chiusa, con poche informazioni dal Comune che aveva un contenzioso piantato. Ho dovuto basarmi solo sulle indicazioni del bando, ma troveremo gli accordi con chi ha le concessioni delle altre piste, non siamo incapaci di dialogare. Sapremo convivere con tutti, con i vicini e con gli ospiti. Per dire, in centro ad Asiago di fianco allo Sporting c’è un altro albergo e stiamo lavorando tutt’e due».

Un pallino di Zago è la sicurezza: a Campomulo ha previsto la realizzazione di una elisuperficie, con un elicottero sempre presente e pronto al decollo, per casi di emergenza. «Da Campomulo o al massimo dall’aeroporto di Asiago», precisa. Quanto ai tempi, si augura di riuscire ad aprire il rifugio il prossimo primo luglio, attrezzandolo almeno con i servizi principali. E di completare i rimanenti entro la fine dell’anno. Si annuncia un percorso a marce forzate. L’impegno è di chiudere tutti i lavori entro luglio 2022. —

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