Il piano Beraldo per Stefanel: donna, bambino e qualità ma a prezzi più bassi

VENEZIA. Negli ultimi quindici anni Stefano Beraldo è stato un Re Mida del comparto del retail abbigliamento. Non è un complimento. L'unico player che negli ultimi mesi ha guadagnato più quote di mercato del gruppo che guida il top manager è stata Amazon. Un confronto mica da poco.
E poi c'è la storia.
Quando Beraldo prese la guida di Gruppo Coin, 15 anni fa, ne tirò fuori il gioiello Ovs. Basterebbe forse questo, ma poi ci sono state molte altre acquisizioni, Melablu, Iana, Bernardi e Upim giusto per dirne alcune. È pure vero che c'è stato un passo falso, in Svizzera con Voegele, una scelta dovuta alla necessità di chiudere in fretta il dossier, ma quell'eccezione non ha fatto che confermare la regola. Da Iana è originato quel category killer che è Ovs Kids, da Upim un nuovo format di department store generalista a prezzo conveniente. Un lungo prologo per arrivare a dire che forse, per Stefanel, è arrivato il cavaliere giusto.

«Ai primi di gennaio spero saremo aggiudicatari» dice Beraldo, nella conferenza stampa di fine anno, a proposito dell'offerta vincolante presentata per acquisire alcuni asset tra cui il marchio di Ponte di Piave in amministrazione straordinaria.
«Siamo entrati in un periodo di esclusiva» ha aggiunto «e la prossima settimana il commissario presenterà al Mise la proposta di aggiudicazione. Stefanel è un marchio storico, che ha ancora un vissuto positivo, nonostante le difficoltà. Vuol dire donna e maglieria ed è più conosciuto di quanto sia la sua reale dimensione. Il nostro obiettivo è di arricchire il segmento della donna e della maglieria, un settore in cui c'è più opportunità di sviluppo oggi di ieri, perché le abitudini stanno cambiando, si lavorerà più da casa e ci si vestirà in modo comodo, con più maglie che giacche».

Ma l'idea di Beraldo non è di aprire corner con logo Stefanel, «ma avvalermene per il posizionamento premium» ha spiegato «mentre i negozi vorremmo tenerli indipendenti, con la possibilità, che ritengo rilevante, di sviluppo, soprattutto in franchising, sia in Italia che all'estero, dove ci stanno chiedendo di aprirli prima ancora di sapere cosa metteremo dentro. Vorremmo mantenere la promessa di Stefanel, a prezzi inferiori, ma comunque superiori a quelli di Ovs. Saranno superiori del 30-40-50% ai prezzi di Ovs e inferiori del 30% agli attuali prezzi Stefanel, con la stessa qualità. Perché abbiamo capacità di sourcing superiore ad altri».
Verranno acquisiti quasi tutti i negozi, quindi l'occupazione, «sicuramente verrà mantenuta, speriamo possa essere aumentata» spiega Beraldo, e precisa: «Per le strutture di sede, ci 20 persone che hanno già concordato soluzioni di esodo incentivato con l'attuale struttura e ne rimangono 25, che assorbiremo nei nostri organici. Non ritengo che noi terremo in piedi la sede di Ponte di Piave (Treviso), ma le persone è nostra intenzione assorbirle». Beraldo non lo ripete, come ha fatto qualche giorno fa con gli analisti, ma l'idea non è solo quello di sviluppare la donna, ma di creare una estensione di Stefanel anche nel bambino.

Un segmento in cui la "sua" Ovs ha saputo essere vincente. E un'altra cosa che Beraldo non sottolinea, ma che va sottolineata, è che Stefanel è il femminile perfetto della ben riuscita trovata di Piombo. Un designer internazionale, che viene dal lusso in questo caso, in grado di sviluppare in maniera strutturata un'offerta accessibile per l'uomo. L'offerta complessivamente prevede un corrispettivo di 3,2 milioni di euro, afferma una nota.
«È un'operazione che non sarà di dimensioni tali da cambiare gli assetti finanziari. La finanzieremo col nostro capitale circolante. Crediamo che data la piccola dimensione dei negozi saranno molti franchising, poi ci sarà da crescere nel web e stiamo già ragionando con alcuni siti internazionali, dalla Russia alla Francia» dice ancora l'ad di Ovs. E poi c'è l'emozione per un marchio che più di molti altri racconta l'epopea di un territorio, di un mondo, il Nordest degli anni ruggenti.

«Sono nato da queste parti, ho seguito la crescita Stefanel in Italia e nel mondo con location fantastiche, campagne pubblicitarie importanti, un prodotto laniero buono. È un peccato non vedere riconosciuto nel tempo ciò che hanno saputo dire. Purtroppo per il futuro serve un equipaggiamento diverso: o vai nel lusso, dove i margini non sono più rilevanti, ma nel caso di prodotti più di largo consumo, ancorché di qualità, allora purtroppo bisogna essere equipaggiati, se no se non riesci ad avere i costi giusti rischi di spostare sul prezzo quello che serve per ripagare gli investimenti».

Si parla di un marchio trevigiano, pensare ad un altro marchio storico che cerca di tornare a brillare come Benetton è una conseguenza naturale. La risposta è icastica: «È complicato, quindi non è un tema». Ma di dossier sul tavolo di Beraldo ne arriveranno nei prossimi mesi. Gli 80 milioni di aumento chiesto e accolto all'unanimità dai soci serve proprio a quello. --© RIPRODUZIONE RISERVATA
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