Il viaggio sostenibile di San Benedetto: ecco la prima bottiglia al 100 per cento in plastica riciclata

VENEZIA. «La sostenibilità non è nemica dell’efficienza e della produzione anzi è il contrario, con un riciclo del 100 per cento possono aprirsi innumerevoli strade sulle quali tutti possiamo impegnarci» Enrico Zoppas, presidente e ad dell’azienda veneziana di beverage, condensa in una frase l’impegno che San Benedetto porta avanti da circa dieci anni.
Lungo questa via è nata la bottiglia Ecogreen Easy, realizzata con il 100% di RPET (il polimero riciclato) e carbon neutral. Un approdo che non era scontato, poiché la normativa italiana fino ad un certo punto non consentiva un utilizzo totale del Pet riciclato. In termini temporali si tratta solo dell’ultimo di una serie di traguardi e l'inizio di nuove rotte che da qui ai prossimi anni saranno sempre più sfidanti.

Zoppas nel corso del webinar con la stampa ha anche anticipato il destino della loro partecipazione al dossier Tassoni, il marchio storico delle cedrate made in Italy, «le offerte sul tavolo per noi sono irraggiungibili». Il rimpianto è che così «rischia di finire nelle mani di qualche multinazionale o di qualche azienda senza il giusto ombrello di coperture, ma chiedono multipli che non esistono oggi in Italia».

L’appuntamento di ieri ha visto la partecipazione anche del Senatore Andrea Ferrazzi, Membro della 13ª Commissione permanente (territorio, ambiente, beni ambientali) e primo firmatario della modifica legislativa che ha tolto definitivamente il vincolo della produzione di bottiglie in PET con al massimo il 50% di RPET.
Il cambio della legislazione ha consentito di creare questa prima referenza del mondo San Benedetto totalmente carbon neutral, con la stima di poter raggiungere risparmio delle emissioni di gas effetto serra lungo tutto il ciclo di vita del prodotto del 9%, con un utilizzo di circa 300 tonnellate di Pet vergine in meno nel 2021.
«Ogni anni investiamo in tecnologia 40/45 milioni di euro in parte ad una nostra collegata: Sipa che è impegnata in questi progetti» ha spiegato ancora Zoppas parlando di sviluppo sostenibile, sottolineando che c’è «il coinvolgimento più ampio di fornitori e di distributori in questo percorso perché solo così è possibile far capire il senso di quello che stiamo portando avanti».
L’obiettivo dell’azienda è quello di raggiungere i target che si è data l’Europa: «sia in termini di riciclo che di minimo utilizzo del RPET al 25% nel 2025 e al 30% nel 2029. La tematica è capire se ci sarà una quantità sufficiente a livello mondiale per soddisfare questa esigenza, poiché l’utilizzo non è solo per il bottle to bottle ma si usa anche nel tessile».
Acqua Minerale San Benedetto è stata la prima realtà industriale italiana ad avviare nel 2009 un accordo volontario con il Ministero dell’Ambiente, per rilevare e valutare le emissioni di anidride carbonica, introducendo processi di miglioramento per ridurre le emissioni di CO2 eq.
Poi c’è stato il lancio della Linea Ecogreen nel 2012, un’intera generazione di bottiglie realizzate con plastica riciclata fino al 50% e il 100% delle emissioni di CO2eq compensate attraverso l’acquisto di crediti per finanziare progetti di riduzione dei gas effetto serra. La riduzione delle emissioni complessive del Gruppo San Benedetto nel biennio 2019-2020 è stata del 6% pari a -37.900 tonnellate di CO2 eq.
In questa direzione va la novità introdotta dal tappo Twist&Drink, legato alla bottiglia così da non disperderlo nell’ambiente, agevolando il riciclo. Con questa innovazione San Benedetto ha anticipato la direttiva europea 2019/904 che richiede l’obbligo del tappo attaccato alla bottiglia a partire dal 2024.
Infine, nelle politiche ambientali di San Benedetto rientra anche la scelta di diversificare la produzione in cinque siti strategici in Italia (Scorzè, Popoli, Donato, Viggianello e Atella) avvicinando la produzione ai luoghi di consumo. Attraverso il “Progetto Network”, un programma pensato per valorizzare le reti di acque locali di alta qualità in tutto il territorio nazionale, il Gruppo ha ottenuto una maggiore flessibilità produttiva e logistica, riducendo l’incidenza dei trasporti e ha evitato nel 2020 l’emissione di 23.221 tonnellate di CO2 eq. Grazie a questo progetto, si è evitato che venissero percorsi 35.876 km “su gomma”.
Riproduzione riservata © il Nord Est