Illiria, contratto di solidarietà per 520 per evitare quaranta esuberi
La misura attivata per dodici mesi viene applicata a tutti gli addetti dell’azienda del vending. I lockdown causati dal Covid, la Dad e lo smart working hanno eroso i ricavi
UDINE. Dodici mesi di contratto di solidarietà sono stati attivati dal gruppo Illiria, azienda udinese tra le prime in Italia nel settore del vending (distribuzione automatica), per far fronte all’importante contraccolpo causato al business dalla pandemia che tra lockdown e smartworking ha sfoltito in modo importante le presenze in scuole, aziende ed enti pubblici, tradizionalmente presidiati da Illiria con i suoi distributori automatici.
L’accordo con i sindacati per l’avvio dei 12 mesi di ammortizzatore sociale che è stato siglato interesserà tutta la forza lavoro del gruppo, un totale di 520 persone, operanti a Nordest ma anche in Lombardia, Emilia Romagna, Piemonte, Marche e Lazio, che lavoreranno, a rotazione, un giorno in meno al mese. Lo sforzo, equamente distribuito sulle spalle dei dipendenti, consentirà di sterilizzare le eccedenze di personale, al momento stimate in 40 unità, mantenendo tutti i posti di lavoro, tutelandone il reddito, e non da ultimo darà tempo all’azienda di proseguire l’attività riguadagnando il terreno perduto nel biennio Covid.
Due anni, il 2020 e il 2021, da dimenticare per la società friulana, che ha fatto un passo indietro in termini di ricavi, passando dai 75 milioni del 2019 ai 60 del 2021 e che oggi sta facendo i conti con l’exploit dei prezzi energetici e l’aumento dei costi delle materie prime.
La contrazione del fatturato ha spinto il management, guidato dall’amministratore delegato Mario Toniutti, a metter mano all’organizzazione: centralizzando i processi di revisione tecnica, riorganizzando l’area amministrativa – definitivamente incardinate nel quartier generale di Udine – e ancora razionalizzando il carico di lavoro delle filiali italiane. Attività che, come spesso accade in concomitanza delle riorganizzazioni aziendali, hanno comportato un certo numero di esuberi sulla carta, eccedenze che in accordo con le parti sociali l’azienda gestirà come detto con il contratto di solidarietà – le cui spettanze saranno anticipate da Illiria –, avendo così tempo e strumenti per ricollocarle nell’arco dei prossimi 12 mesi.
Dopo le acquisizioni effettuate tra il 2019 e 2020 (rispettivamente della Dam di Ancona e della partecipata Espresso Time di Susegana, ndr), «i progetti di rafforzamento ed espansione del Gruppo Illiria hanno subito solo una frenata – fa sapere Toniutti –. Stiamo valutando altre operazioni per arrivare nei prossimi tre anni a ricavi per 100 milioni di euro».
La digitalizzazione dell’azienda è il medium principe che sta portando Illiria verso un servizio al cliente capillare e tempestivo, con distributori collegati da remoto e governabili a distanza, il che si traduce in notevoli risparmi di tempo e un abbattimento delle immissioni legate agli spostamenti veicolari per la manutenzione.
«L’utilizzo del distributore automatico non è stato affatto archiviato dal lockdown, la ripresa c’è, seppur lenta, e il vending – conclude Toniutti – sta dimostrando tutta la sua efficacia ed efficienza in termini di servizio a misura di utente e con progetti che nascono già all’insegna della sostenibilità ambientale».
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