Illycaffè: la tempesta è passata, nessun allarme materie prime

L’ad del gruppo, Pogliani: «Le vendite online arriveranno al 15% anche nel post-pandemia». Dopo Londra, il nuovo bar a Trieste aprirà entro giugno

Massimiliano Pogliani
Massimiliano Pogliani

TRIESTE. La pandemia allenta la presa e il Paese riparte. Anche Illycaffè (che nel primo giorno di riaperture di bar e ristoranti in Italia ha offerto circa un milione di caffè espresso per festeggiare) ha superato un anno difficile che «ha segnato anche un cambiamento nei consumi», spiega l’amministratore delegato del gruppo triestino, Massimiliano Pogliani. Nel 2020 Illy ha contenuto al 14% il calo dei ricavi che è stato pari a 446,5 milioni di euro.

Pogliani, nel 2021 la tempesta è passata?

Quest’anno stiamo tornando a regime. Abbiamo corso il pericolo che quel 60% di consumatori che costituiva il mercato fuori casa (ristoranti e bar) si sgretolasse a causa dei lockdown. Illycaffè è riuscita a reagire con una strategia basata sul digitale. Storicamente il 60% del nostro business era dominato dalle vendite fuori casa e il resto dai consumi domestici. Nel 2020, grazie anche a uno sforzo importante di investimenti nel digitale, abbiamo invertito questa proporzione accelerando l'offerta domestica (+21%) e dell'e-commerce (+40%). Questo ci ha permesso di mitigare un impatto che poteva essere molto più forte e chiudere l’anno con un utile di 5 milioni netti. Nei prossimi due-tre anni puntiamo a creare il giusto mix: 50% di vendite in casa e 50% fuori casa.

E ora?

Stiamo affrontando la ripartenza con uno slancio nuovo, come sta accadendo negli Stati Uniti e in Inghilterra dove bar, ristoranti e hotel si stanno riorganizzando per riaprire creando nuova occupazione. I consumi in questi Paesi hanno subito registrato una ripresa anche se ovviamente non siamo ancora tornati sui livelli pre-Covid.

A Londra avete da poco aperto un caffè nello store di Eataly.

Tutto esaurito. Prendono prenotazioni anche per agosto.

Nuove aperture all’orizzonte?

Una molto importante. Entro giugno apriremo a Trieste con le Generali il nuovo bar al piano terra di Palazzo Berlam il “grattacielo rosso” di piazza Duca degli Abruzzi per rinnovare e valorizzare un locale storico (l’ex Cattaruzza, ndr) della città recuperando gli arredi e con una terrazza esterna vicino al canale.

Il futuro sarà orientato dalle vendite online?

Sarà il consumatore a decidere. Il canale e-commerce di Illycaffè peserà intorno al 15% del totale. Il resto proverrà dalle vendite dirette nei canali fisici (Horeca, uffici, supermercati).

E l’Italia?

L’Italia sta ricominciando a riprendersi e crediamo che dal mesi di giugno in avanti ci sarà una decisa ripresa dei consumi anche fuori casa. Siamo contenti di poter celebrare un momento che tutti noi stavamo aspettando per tornare a uno dei riti più apprezzati cioè quello della tazzina di caffè al bar.

Normalità conquistata?

Speriamo di non tornare più indietro come è accaduto lo scorso anno quando dopo l’estate è riesploso il contagio. Ma ora siamo protetti dalle vaccinazioni. Giugno sarà la cartina di tornasole per capire se la ripartenza è veramente iniziata e siamo usciti finalmente dalla pandemia.

La qualità del caffè Illy parte dalla selezione della materia prima da più di 20 nazioni nel mondo. Avete avuto problemi con le materie prime come sta accadendo a livello globale a causa della ripartenza dei consumi?

Illycaffè ha sempre sviluppiamo relazioni a lungo termine con i migliori coltivatori di caffè, perché crediamo che solo una relazione basata sullo scambio e la crescita possa dare risultati di qualità e risultati eccellenti. Per questa ragione non siamo dipendendi dalle variazioni della domanda e dalle oscillazioni dei prezzi. Inoltre le scorte di caffè, importate dai Paesi produttori, sono sempre adeguate e conservate in condizioni ottimali.

Conseguenze per l’ecosistema anche logistico delle piantagioni in Paesi del Sud America oggi fortemente a rischio pandemico come il Brasile?

Abbiamo avuto solo qualche difficoltà, limitata e temporanea, nella spedizione della merce a causa di container bloccati per la pandemia.

A Trieste avete riorganizzato le linee produttive per rafforzare canali di vendita alternativi al segmento Horeca (bar ristoranti e hotel) rimodulando la produzione. Con quali risultati?

I consumi fuori casa stanno finalmente ripartendo ma avremo sempre più bisogno di poter consumare il caffè in casa, in capsule o con il tradizionale macinato, usando macchine digitali. Nei supermercati cresciamo del 30%.—

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