Imprese a guida straniera in Fvg: in dieci anni accelerazione del 25,2%

Le elaborazioni delle Camere di Commercio Venezia Giulia e Pordenone-Udine su dati InfoCamere: costruzioni al top, seguono servizi di alloggio e ristorazione

Giorgia Pacino

Ci sono le grandi multinazionali, che investono – a volte a lungo, a volte a breve termine – sul territorio.

E le piccole ditte, aperte da chi ha scelto l’Italia e il Friuli Venezia Giulia per vivere e fare impresa.

In linea con il dato nazionale, che ne conta 140 mila in più rispetto alla fine del 2014 (+27%), cresce anche in regione il numero di imprese a guida straniera: secondo le elaborazioni delle Camere di Commercio Venezia Giulia e Pordenone-Udine, che hanno approfondito i dati diffusi da Unioncamere e InfoCamere, negli ultimi 10 anni sono il 25,2% in più.

Se il tessuto imprenditoriale nostrano fatica – dal 2014 al 2024 le imprese autoctone in regione hanno registrato un calo dell’11,7% – gli stranieri che puntano sui mercati friulano e giuliano aumentano.

Negli ultimi anni la presenza straniera ha portato capitali e investimenti, come nel caso della statunitense Bat a Trieste e dell’austriaca Kronospan a San Vito al Tagliamento, ma ha anche generato crisi occupazionali e fibrillazioni, dalla finlandese Wärtsilä all’americana Flex per stare al solo territorio giuliano.

Talvolta la partita è tutta in mano a insegne straniere, come per l’arrivo dell’irlandese Trasna che ha acquisito l’austriaca U-blox.

I dati del registro delle imprese delle Camere di commercio fotografano però una realtà in cui lo straniero è soprattutto un piccolo imprenditore: sono 10.015 le imprese individuali, contro le 2.829 società di capitali e le 1.109 società di persone.

A fine 2024 in Friuli Venezia Giulia le imprese straniere rappresentano il 14,5% del totale.

È la percentuale più alta, dopo quelle della Toscana e della Liguria. In regione il peso delle imprese straniere sul totale è più elevato nel settore delle costruzioni (29,2%), nei servizi di alloggio e ristorazione (18,6%) e nelle attività di noleggio, agenzie di viaggio e servizi di supporto (18,5%)

 Nelle attività manifatturiere la percentuale di imprese straniere sfiora il 10% del totale.

«Il dato interessante è che, sebbene si sviluppino in tutte le forme giuridiche, sono le società di capitale a mostrare una vera impennata, segno che nei 10 anni considerati anche le imprese straniere si stanno strutturando», fa notare il presidente della Cciaa Pordenone-Udine, Giovanni Da Pozzo. «Anche se numericamente non sono prevalenti e sono le individuali le più numerose, la crescita delle società di capitali è del 91%».

Se il trend regionale è in linea con quello nazionale, tra le province crescono in misura maggiore le imprese straniere dell’area giuliana.

«L’ulteriore dettaglio territoriale per le due province giuliane conferma un +38,4% di straniere e un -11,9% di italiane per Trieste e rispettivamente un +21,1% e un -17,4% per Gorizia», sottolinea il presidente della Camera di commercio Venezia Giulia, Antonio Paoletti. In Friuli la crescita delle straniere è più contenuta a Udine (+15,3%) e più sensibile a Pordenone (+33,4%).

Analizzando i settori, nell’arco degli ultimi dieci anni in Friuli Venezia Giulia sono cresciute in particolare le imprese delle costruzioni (+27%), della ristorazione (+42%) e dei servizi di supporto alle imprese, noleggio, agenzie di viaggio (+56%).

Le aziende più numerose sono quelle guidate da imprenditori di nazionalità rumena (10,3%), albanese (10,1%) e cinese (7,4%). Colpisce infine il 6,2% di attività governate da imprenditori di cittadinanza svizzera, segno di una migrazione “di ritorno” che in Friuli Venezia Giulia ha riflessi anche sul mondo imprenditoriale. —

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