Imprese, a Nordest oltre 56mila gestite da immigrati

Oltre 520 mila in tutta Italia in crescita del 15,6%. In Veneto sono il 9,1% del totale aziende, in Friuli Venezia Giulia superano il 10,6%. Lo dice l'ultimo Rapporto Idos-Cna-Moneygram

Quasi mezzo milione di imprese gestite da stranieri, +15,6% dal 2011. E’ quanto emerge dal rapporto “Immigrazione e imprenditoria” 2015 pubblicato da Idos-Cna-Moneygram. L'Italia è il primo Paese europeo per lavoratori autonomi e imprenditori attivi, ed è tra i primi tre per lavoratori autonomi e imprenditori nati all'estero. Terzo, dietro Regno Unito e Germania, per la quota sul totale della Ue, e primo addirittura per quanto riguarda i non comunitari.

Così, sono oltre 520 mila le imprese gestite in Italia da nati all'estero, in crescita costante anche negli anni della crisi e in controtendenza rispetto all'andamento generale. Per la precisione, alla fine del 2014, erano 524.674, in aumento del 5,6% rispetto all'anno precedente e del 15,6% in confronto al 2011. Uno stock che rappresenta l'8,7% delle imprese nazionali, oltre sei milioni in tutto, e il 12,9% delle imprese individuali.

Oltre la metà sono attive nelle regioni settentrionali, il 26,7% nel Centro e il 22,3% nel Sud e nelle Isole. La Lombardia è la regione con il maggior numero di società gestite o amministrate da stranieri: quasi 100mila complessivamente, equivalenti al 19% del totale nazionale. Seguono Lazio (oltre 67mila/12,8%), Toscana (poco meno di 50mila/9,5%), Emilia-Romagna (47mila/9%), Veneto (44mila pari all’8,5% del totale e al 9,1% sul totale imprese). La variazione veneta 2014/2013 è di +5%. In proporzione alla platea imprenditoriale regionale, è la Toscana (il 12,1% del totale) a primeggiare, seguita da Liguria (11,2%), Lazio (10,7%) e Friuli Venezia Giulia (10,6%). In quest’ultima regione in valore assoluto si contano 11.199 stranieri imprenditori pari al 2,1% del totale. La variazione anno su anno è di +2,7%. Il totale Nordest (con Trentino ed Emilia Romagna) segna dunque 109.955 stranieri imprenditori pari al 21% del totale in crescita del 3,7% anno su anno.


La scelta del lavoro autonomo-imprenditoriale, soprattutto in questa fase di persistente criticità, si configura, probabilmente, innanzitutto come un'alternativa alle difficoltà nel mondo del lavoro dipendente ma è anche una spinta verso l'autonomia e l'inserimento nel tessuto socio-economico. Gli imprenditori di origine straniera, inoltre, stanno seguendo perlopiù logiche di sostituzione in settori maturi, come il commercio e l'edilizia, anche per gli esigui capitali di investimento di cui, in genere, dispongono.

Quanto a settori: commercio e l'edilizia sono i comparti che attirano principalmente gli immigrati. Nel complesso questi due settori coprono il 60,1%. In dettaglio il 35,8% (188mila imprese) sono attività commerciali, il 24,3% edili. Seguono, a lunga distanza, la manifattura (42mila imprese, equivalenti all'8% del totale), le attività di alloggio e ristorazione (39mila imprese, il 7,4%), i servizi (27 mila imprese, equivalenti al 5,1%). Nel 2014 proprio i servizi hanno trainato la crescita dell'imprenditoria immigrata, con il 15,4% delle nuove società, seguiti da costruzioni (14,8%), commercio (12,1%), alloggio e ristorazione (9,3%), manifattura (7,2%).

Riproduzione riservata © il Nord Est