Indagine Confindustria Cerved, le Pmi regionali tengono: calano le aziende «zombie»

Il fatturato cresce del 2,1%, nel 2022 fallimenti giù del 21%. In Veneto sono attive oltre 17.700 pmi (per oltre 505mila dipendenti), mentre in Friuli-Venezia Giulia sono circa 3.400 (per circa 100mila dipendenti)
Nicola Brillo
Installation of a lift lug using a MIG welder; Innisfail, Alberta, Canada
Installation of a lift lug using a MIG welder; Innisfail, Alberta, Canada

Le Pmi italiane sono state al centro di numerosi shock negli ultimi anni, ma hanno saputo reagire, in particolare a Nordest. Sul fronte dei conti economici si registra una sostanziale tenuta di fatturato (+2,4%) tra il 2021 e il 2022 in Italia e un margine operativo lordo in crescita del 2,9%. Si recuperano così i livelli del 2019. In Veneto e Fvg il fatturato è cresciuto del +2,1% (dal 2019 del +10% per entrambi).

A questi dati si aggiunge una maggiore resistenza dimostrata dalle pmi e le cosiddette aziende “zombie” (ovvero in forte difficoltà economica) in calo rispetto al periodo pre-covid. I dati sono contenuti nel Rapporto Regionale PMI 2023, realizzato da Confindustria e Cerved in collaborazione con UniCredit, che approfondisce lo stato di salute delle piccole e medie imprese italiane (dai 10 ai 50 milioni di fatturato).

In Veneto sono attive oltre 17.700 pmi (per oltre 505mila dipendenti), mentre in Friuli-Venezia Giulia sono circa 3.400 (per circa 100mila dipendenti). «Questo è senza dubbio un momento complicato» commenta Davide Piol, presidente Comitato Piccola Industria di Confindustria Veneto «il costo del denaro è divenuto repentinamente molto più caro e sta spiazzando la domanda delle imprese.

L’aumento dei tassi rende infatti più tesa la loro situazione finanziaria, in un momento in cui escono già fortemente indebitate dalla crisi pandemica e da quelle generate dal caro energia e dal conflitto russo-ucraino. A questo si aggiunge l’ulteriore peso del nuovo conflitto mediorientale.

Speriamo che il lavoro fatto per la rinegoziazione sul Pnrr riesca comunque a farci raggiungere gli obiettivi prefissati e restiamo in attesa di conoscere i dettagli della Manovra e del Nadef». I dati sui fallimenti delle Pmi sembrano scongiurare l’aumento, che sarebbe dovuto seguire alla fine degli interventi attuati dal governo per calmierare gli effetti della crisi pandemica.

Nel 2022 infatti, si registrano solamente 661 fallimenti a livello nazionale, il 34,7% in meno rispetto al 2021 e pari al 37,5% pre-Covid. La riduzione più contenuta si osserva al Nord-Est (163 procedure aperte; -20,9% rispetto al 2021). In Fvg i fallimenti sono stati 11 nel 2022 (-21%), una ventina le aziende in liquidazione. In Veneto i fallimenti sono stati 87, in calo del 10,3% rispetto al 2021, e in liquidazione erano 145 Pmi. L’andamento delle procedure non fallimentari rispecchia la tendenza dei fallimenti. Elevata la riduzione nel Nord-Est (35 procedure registrate, -60,2% rispetto all’anno precedente).

«Siamo vivi, reattivi, vitali, desiderosi ancora di intraprendere: il mio ottimismo non è solo di maniera perché è confortante vedere come la nostra piccola e media impresa tenga ancora botta e sia pronta ad affrontare nuove sfide e nuovi scenari, nonostante tutte le criticità» spiega Massimiliano Zamò, vicepresidente con delega alla Piccola Industria di Confindustria Udine «nonostante quello che è successo negli ultimi anni, ce ne sarebbe abbastanza per alzare bandiera bianca e invece no, siamo ancora qui, resilienti e resistenti». Le imprese “zombie” sono aziende in forte difficoltà finanziaria.

Nel 2021 rappresentano il 2,4% delle imprese, attestandosi a 23.245 unità, in calo rispetto al 2019 (-17,2%). Le “zombie" in Veneto sono 1.863 nel 2021, in calo del 10,1% sul 2019. Mentre in Fvg sono 415 (-5,7% in due anni). —

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