Infrastrutture: la corsa del Nord Est, ma la linea Venezia-Trieste arranca

Sarà il 2026 lo spartiacque fondamentale per la competitività del sistema logistico del Veneto e del Friuli Venezia Giulia. Entro questa data devono infatti essere completate le opere infrastrutturali previste dal Pnrr che ha destinato per il Nord Est oltre sette miliardi di euro. E i cronoprogrammi al momento sembrano essere in linea con le aspettative, in particolare l’avanzamento dei lavori e i finanziamenti per l’alta velocità tra Brescia e Padova, mentre continuano ad andare a passo di lumaca i lavori per il potenziamento della linea ferroviaria Venezia-Trieste, ad oggi destinataria di quasi sei milioni di euro, appena l’1% della quota sul costo totale previsto.
È quanto emerge dal Rapporto 2023 dell’Osservatorio OTI Nord che monitora l’avanzamento degli iter progettuali e realizzativi di 83 grandi opere infrastrutturali nelle regioni del Nord Italia. Secondo il Rapporto, sostenuto dalle Confindustrie regionali del Nord Est (Veneto, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige, con il supporto di Fondazione Nord Est) insieme alle Confindustrie di Liguria, Lombardia e Piemonte, gli interventi monitorati hanno visto un avanzamento migliore rispetto all’anno precedente pari all’8%, con una riduzione del 4,5% di quelli in ritardo e del 3.2% delle opere in leggero ritardo. In sostanza, il 78% dei lavori per le grandi infrastrutture in Veneto, Emilia-Romagna, Friuli Venezia Giulia e Trentino Alto Adige nel 2023 è proseguito secondo i programmi.
Un focus particolare è dedicato alle tensioni sui valichi alpini e nei traffici marittimi a causa principalmente dei conflitti in Ucraina e in Medio Oriente «generando una crescita importante dei costi del trasporto e un allungamento delle tempistiche. Le tensioni nel Mar Rosso, in particolare, stanno già avendo effetti importanti sui flussi verso i porti italiani. A soffrire maggiormente, ad oggi risultano il Porto di Trieste e quello di Genova». Il dato, viene sottolineato, merita sicuramente un’attenzione significativa «per l’impatto sui costi in Europa delle merci importate dalla Cina e più in generale dall’Asia».
Ma, come detto, gli occhi delle imprese sono puntati sul 2026. Infatti, se saranno rispettati i cronoprogrammi attuali, entro quella data saranno completati a livello di Nord Italia ben 51 tra lotti, tratte e singole opere funzionali degli interventi infrastrutturali monitorati. Opere che coinvolgeranno in particolare il corridoio Mediterraneo, i sistemi portuale, aeroportuale e dei centri intermodali, oltre al sistema pedemontano e i nodi metropolitani di Milano, Torino, Genova, Venezia e Bologna.
In particolare a Nord Est andranno a completamento l’alta velocità ferroviaria Brescia-Padova fino a Vicenza, i lotti 5 e 7 della galleria di base del Brennero, il collegamento ferroviario all’aeroporto di Venezia, il servizio ferroviario metropolitano di Venezia, l’Interporto Quadrante Europa di Verona e i lavori in autostrada A4 per la terza corsia Quarto d’Altino-Villesse-Sistiana. Quest’ultimo presenta uno sviluppo di circa 95 chilometri, dei quali circa 55 in Veneto e 40 in Friuli Venezia Giulia. Comprende anche il nodo di Portogruaro, tramite il quale la A4 si connette con la A28 per Pordenone, e il nodo di Palmanova, di connessione con la A23 per Udine.
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