Innovo, la startup dell’energia pulita che sul mercato vale già cento milioni

Creata da un trevigiano, produce impianti fotovoltaici ed eolici in Italia, Regno Unito e Spagna. Il fondo di investimenti del colosso delle assicurazioni Aviva ne ha rilevato una quota del 42%

Fabio Poloni

La curiosità di un ragazzo salito sul tetto. Parte da lì la storia di quella che oggi è già – pur dischiudendosi da startup – una multinazionale dell’energia pulita, capace di attirare gli investimenti di colossi come Aviva Investors, fondo della compagnia assicurativa britannica. È la storia di Innovo Renewables, azienda fondata nel 2022 e attiva nello sviluppo di progetti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili in Italia, Regno Unito e Spagna, creata dal trevigiano Rodolfo Bigolin. È lui quel ragazzo sul tetto: nel 2006, a 19 anni, è salito sul capannone del padre imprenditore di un suo amico, che aveva appena realizzato uno dei più grandi impianti fotovoltaici dell’epoca, alla Metalco di Resana. «Mi ha descritto con grande entusiasmo quel modo di produrre energia pulita, e mi ha conquistato», racconta Bigolin.

Rodolfo Bigolin
Rodolfo Bigolin

Oggi Innovo si pone sul mercato come produttore di energia pulita: il business è creare gli impianti, principalmente fotovoltaici ed eolici, e poi vendere l’energia in rete. Ad oggi le pipeline sviluppate e pronte a entrare in funzione sono in grado di produrre 4.300 MWp (milioni di Watt) in Italia, 3.700 nel Regno Unito e 1.400 in Spagna. Una nuova divisione, T-Carica, opera ora nella realizzazione di stazioni di ricarica per auto elettriche, partendo proprio dal Veneto «perché nonostante l’azienda sia su scala globale, l’ho voluta basare in Italia e continuo a credere molto nella mia regione», spiega Bigolin. Da qui l’accordo con DGgroup, piattaforma commerciale e logistica di elettrodomestici ed elettronica di consumo del Gruppo Expert che serve 290 punti vendita: la collaborazione prevede l’installazione di colonnine elettriche T-Carica in un primo gruppo di 30 punti vendita in tutta Italia, tra i quali in Veneto gli Expert di Caorle, Preganziol, Camisano, Loreggia, e Lendinara.

 

 

Un progetto solido e ambizioso che ha fatto di Innovo uno degli operatori indipendenti di energia rinnovabile con il più alto tasso di crescita nel settore, pur con volumi d’affari ancora ridotti in questa fase di creazione e avvio. Ma la strada è tracciata e il mercato dimostra di crederci, eccome: a luglio 2023 Aviva Investors, divisione globale di asset management di Aviva plc, sesta più grande compagnia assicurativa del mondo e leader nel Regno Unito, ha acquisito una partecipazione del 35% del capitale di Innovo Renewables, quota ora salita al 42%, con il 30% detenuto dalla holding di Bigolin, Innovo Group. «L’accordo ci consentirà di realizzare i nostri piani di sviluppo, costruttivi e operativi, con l’obiettivo di trasformarci da sviluppatori di progetti di energia da fonti rinnovabili a una delle principali piattaforme indipendenti di produzione di energia elettrica in Europa. Lavoriamo anche per una quotazione in Borsa, passando prima per un’operazione di fusione con altri operatori». Il valore della società oggi supera già i cento milioni di euro, secondo le analisi degli investitori.

La visione internazionale serve anche per diversificare il rischio-paese, in un certo senso. Il motivo lo spiega lo stesso Bigolin: «Per progetto su larga scala, per esempio un parco agrivoltaico da 50/60 ettari, in Italia il periodo per ottenere le autorizzazioni va dai due ai quattro anni, nel Regno Unito si fa tutto in nove mesi: differenza abissale, lì stanno dando una spinta clamorosa alle rinnovabili, hanno capito che nel lungo periodo potrebbe arrivare il nucleare pulito, ma nel breve le rinnovabili sono la soluzione. E il fotovoltaico è la fonte più pulita, ma in Italia la sfruttiamo ancora poco. Non vogliamo sussidi governativi – conclude l’imprenditore – solo poter costruire e ottenere le autorizzazioni nei tempi».

 

 

Abbiamo saltato un passaggio, in questa storia: prima di fondare Innovo, Bigolin ha conosciuto e studiato il settore partendo da un’azienda di distribuzione di materiale elettrico per poi dedicarsi al fotovoltaico con una sua prima startup nel 2016. Ora il progetto Innovo coinvolge anche i fratelli del fondatore: Alberto Bigolin è il responsabile dello scouting delle aree sulle quali realizzare gli impianti, mentre Alessandro, architetto di professione, si occupa di edilizia sostenibile con la “costola” Innovo Property. Anche i dipendenti vengono coinvolti: sono oggi una settantina e detengono collettivamente circa il dieci per cento della società: un modo per renderli partecipi anche della crescita di valore. —

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