Inox e Inox compra Dualinox: «Diventeremo i primi in Italia»

L’azienda produttrice di cucine professionali di Maserada integra la Dualinox di Pramaggiore. Con l’operazione nasce un nuovo soggetto con fatturato a 35 milioni e 210 collaboratori

Lorenza Raffaello

«L’obiettivo di questa operazione è quello di poter portare in insourcing tutte le attività affidate all’esterno: vuol dire tempi certi di esecuzione dei prodotti e non dipendere da terzisti che non sono altrimenti qualificati», descrive così Brando Casonato, presidente di Inox e Inox, impresa dedicata alla produzione di cucine commerciali in acciaio inox di Maserada in provincia di Treviso, l’acquisizione del 100% di Dualinox Spa di Pramaggiore, fondata da Giovanni Geronazzo.

Un'integrazione strategica

L’integrazione, così l’hanno definita i protagonisti, del valore di circa 4 milioni di euro, è stata ufficializzata ieri mattina a Palazzo Giacomelli, sede trevigiana di Confindustria Veneto Est. «Abbiamo avuto la necessità di aggregare uno dei terzisti più importanti che ci siano qui, tra Veneto e Friuli, per poter far crescere l’azienda e per poter accelerare il processo di crescita perché il mondo esterno all’Italia ha risorse importantissime, i gruppi internazionali possono investire e far crescere l’azienda, noi possiamo aggregare per arrivare velocemente al mercato».

Crescita del fatturato e nuovi obiettivi

Con questa operazione Inox e Inox raggiunge un fatturato di 35 milioni di euro e 210 collaboratori in totale. L’azienda della famiglia Casonato, fondata nel 1952 e arrivata alla terza generazione, con l’acquisizione di Dualinox ha raggiunto oggi l’obiettivo prefissato per il 2025, quello di essere al primo posto a livello italiano per fatturato nel campo delle cucine industriali, fornendo con i prodotti della linea custom clienti come Cracco, Alaimo, Borghesi.

Certificazioni e prospettive europee

Inox e Inox si attesta anche prima in Italia (insieme ad Olivetti) ad aver certificato il suo percorso SGE secondo i principi dell’Unione Europea. Resta da raggiungere un altro obiettivo, quello di posizionarsi tra i cinque migliori player in Europa.

Nuove acquisizioni in vista

Puntando lo sguardo a questo, la famiglia sta lavorando per chiudere a stretto giro due nuove acquisizioni: «Si tratta di grandi rivenditori presenti sul territorio nazionale e non, scelti per poter andare più vicini all’utente finale, che sono i grandi ristoranti. Sono due acquisizioni, la prima di un’azienda che conta circa 9 milioni di fatturato e un’altra sui 6 milioni e mezzo. Con questa operazione, la nostra impresa crescerà di fatturato perché si tratta di acquisizioni al 100% di queste realtà commerciali. Da qui a cinque anni puntiamo ad essere un’azienda che fattura oltre 110 milioni di euro, affidandoci ad un percorso di quotazione, che stiamo già intraprendendo: stiamo pensando alla borsa di Parigi. Una scelta basata su logiche borsistiche e commerciali», assicura Casonato.

Partner finanziario in arrivo

In questi giorni, in azienda, si sta formalizzando l’ingresso di un partner finanziario, un fondo italiano che avrà una quota di minoranza che si dovrebbe aggirare tra un 12 e un 14%. Sul nome, al momento, c’è massimo riserbo.

Sviluppo tecnologico e produzione internazionale

Nell’headquarter di Maserada, centrale è stato il comparto dello sviluppo tecnologico intrapreso: «Siamo partiti da una riprogettazione dei software per essere sempre un passo avanti alla concorrenza e fornire gli strumenti adeguati ai nostri collaboratori. È quello che ci ha aiutato a crescere», ha aggiunto il responsabile della divisione Andrea Casonato.

Espansione a Dubai e Bahrein

Nel frattempo Inox e Inox continua a produrre anche nelle sedi di Dubai e del Bahrein. «Molti imprenditori non capiscono che il vero competitor non è più in Italia e neanche in Europa, ma è internazionale». La famiglia Casonato ha preso una decisione: «Non delocalizzare, ma andare a produrre dove vendiamo. A Dubai abbiamo due uffici, un magazzino, dei disegnatori del posto, e abbiamo appena concluso un accordo preliminare per l’acquisizione al 100% di una piccola azienda di produzione, da 17 dipendenti, e di una partecipazione di minoranza in un’azienda più importante che ha 80 dipendenti, operativa sempre nel nostro settore. Noi forniremo il know-how in cambio di azioni».

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