Investimenti e tecnologie green per il gruppo Cividale
Chiara Valduga: «Il Gruppo sta continuando con sempre maggiore determinazione una politica di investimenti volti a rendere sempre più efficienti gli impianti, a diversificare la gamma produttiva offerta, a essere sempre più competitivi e orientarsi ulteriormente su tecnologie green»
CIVIDALE. «Il 2021 è stato sinora un anno ampiamente positivo per il settore siderurgico nazionale ed internazionale: si respira un clima di fiducia, la domanda è in aumento e potrebbe ulteriormente aumentare per i grandi interventi in infrastrutture previsti dai vari Stati».
Chiara Valduga, presidente e amministratore delegato di Cividale spa, commenta lo scenario globale del settore e fa il punto sull’andamento e sugli obiettivi di crescita efficiente, espansione internazionale, diversificazione dell’offerta e investimenti green delle due divisioni del Gruppo Cividale: l’area fonderie e forge con mercato internazionale globale e l’area metallurgica di ZML Industries focalizzata sull’automotive europeo.
L’andamento 2021 del Gruppo è positivo. Nel segmento fonderie e forgia, fatturato e produzione del primo semestre 2021 sono in linea con il primo semestre 2020: 65 milioni di euro e 19.000 tonnellate, con un significativo incremento del 42% degli ordini acquisiti nel periodo e un aumento del 14% anche del portafoglio ordini a fine periodo.
Mentre per ZML Industries nei primi sei mesi dell’anno la divisione ghisa ha visto una crescita tendenziale del fatturato del 37% a 26 milioni di euro e del 36% dei volumi produttivi, la divisione alluminio un incremento del 43% di fatturato e produzione, la divisione rame un aumento rispettivamente del 77% e 38%.
Come sta vivendo il Gruppo Cividale la ripresa della siderurgia nazionale e internazionale?
«Nel contesto generalmente positivo del settore è necessario analizzare come si collocano le diverse aziende del Gruppo, che opera principalmente nel settore della fonderia di acciaio e ghisa, ma anche in quelli della forgia, della lavorazione meccanica, della pressofusione di alluminio e della trafilatura del rame. Per le fonderie di acciaio e per la forgia i principali settori di sbocco sono oggi l’energetico, il petrolchimico, l’impiantistico, il siderurgico e la cantieristica navale; il principale settore di destinazione per le produzioni di alluminio, ghisa e rame è invece l’automotive».
Cosa sta avvenendo in questi diversi ambiti di mercato?
«In questo momento rilevante è la produzione di acciai speciali, soprattutto riferiti a prodotti ad alto valore aggiunto, molto complessi sia in ambito fusioni sia come lavorazione meccanica. Oil&gas ed energia, i settori di sbocco primari delle fonderie di acciaio e della forgia del Gruppo, in realtà non stanno vivendo un momento particolarmente brillante. Mentre l’automotive, mercato principale per la ZML Industries, ha visto una ripresa significativa delle quantità prodotte e dei fatturati, ma è stato significativamente colpito dall’aumento delle materie prime. Merita poi attenzione il fatto che l’impatto pandemico, in un contesto caratterizzato da grandi incertezze, ha indotto alcuni clienti che prima del Covid acquistavano importanti volumi in aree low cost a rivalutare la produzione europea anche dei prodotti più semplici: uno scenario che apre ulteriori opportunità».
Come si muove il Gruppo Cividale in questo nuovo scenario?
«Per cercare di cogliere tutte le opportunità che il mercato potrebbe offrire, il Gruppo sta continuando con sempre maggiore determinazione una politica di investimenti volti a rendere sempre più efficienti gli impianti, a diversificare la gamma produttiva offerta, a essere sempre più competitivi e orientarsi ulteriormente su tecnologie green».
Quali sono i principali mercati internazionali del Gruppo?
«Nel settore della fonderia di acciaio riusciamo a produrre qualsiasi pezzo ci possa essere richiesto: le nostre esportazioni sono principalmente nei settori valvole per oil&gas, energia, cantieristica navale, ferroviario, siderurgico, grandi opere come ponti o stadi, movimento terra. I nostri prodotti vanno in tutto il mondo: in questo momento i mercati più rilevanti, oltre quelli europei, sono la Russia e gli Stati Uniti. Invece con ZML serviamo prevalentemente l’automotive europeo».
In quali paesi il Gruppo è presente direttamente?
«Negli ultimi anni il Gruppo Cividale ha fatto alcune operazioni di internazionalizzazione. In particolare in Russia, Bosnia e Canada».
Di che tipo?
«In Russia abbiamo realizzato in joint-venture con un nostro cliente una fonderia di acciaio a Čeljabinsk nella regione degli Urali, la Bvk ooo, per la produzione di valvole per il settore oil&gas. Un’esperienza che procede bene da anni, avendo anche trovato personale con ottime competenze tecniche in una zona che è un ex distretto dell’industria militare riconvertito su siderurgia e metallurgia. Operazione supportata dal punto di vista finanziario dal sistema regionale del Nordest per l’internazionalizzazione delle imprese attraverso Finest Spa, che dal 2012 al 2015 ha partecipato con una quota del 5% del capitale sociale della società russa (BVK Doo) consentendoci di beneficiare di un contributo in conto interessi sul finanziamento dell’operazione erogato da Simest ai sensi della Legge 19/91. E Finest ci sta supportando anche in Bosnia, dove a Zavidovici abbiamo realizzato direttamente un impianto di lavorazioni di sbavatura sui pezzi».
E il Canada?
«Il Nord America è un’area in cui vediamo molte opportunità di crescita e dove quindi puntiamo a espanderci. Oil&gas settore principale. Intanto abbiamo acquisito una fonderia in Canada vicino a Toronto, più orientata al service, installandovi una stampante 3D che ci consente di velocizzare i tempi di produzione dando al cliente un servizio sempre migliore. E stiamo valutando altre operazioni, al momento ancora in fase di studio, sempre con l’obiettivo di consolidare la nostra presenza sui mercati esteri».
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