Investimento Metinvest-Danieli in Friuli, progetto preliminare atteso per metà settembre
Lo ha fatto sapere l’assessore regionale alle Attività produttive Sergio Emidio Bini incontrando i sindaci del litorale friulano, rassicurati in merito all’attenzione che la Regione riserverà alla sostenibilità e tutela dell’ambiente. L’investimento che il colosso siderurgico ha in animo di realizzare vale 1 miliardo e 1.000 posti di lavoro

UDINE. Procede il dialogo tra la Regione Fvg, Metinvest e il gruppo Danieli per l’investimento che il colosso siderurgico ucraino ha in animo di realizzare in Italia e che potrebbe concretizzarsi, con importanti ricadute economiche e occupazionali, nell’area industriale di San Giorgio di Nogaro.
A metà settembre la Regione riceverà la documentazione richiesta al gruppo di progettazione, studi preliminari che consentiranno di mettere a fuoco i dettagli dell’investimento che cuba a circa un miliardo di euro e promette di creare, nella Bassa friulana, 1.000 posti di lavoro e dare un importante contributo al Pil regionale.
A farlo sapere è stato l’assessore regionale alle Attività produttive, Sergio Emidio Bini, incontrando i sindaci di Lignano Sabbiadoro, Marano Lagunare e Latisana, cui ha assicurato da parte della Regione il massimo interesse della Regione a tutela della sostenibilità e dei territori, garantito anche dal coinvolgimento nella valutazione del processo dei due Atenei del Friuli Venezia Giulia.
Se andrà a dama, l’intervento – ha ricordato l’assessore - insisterà su un'area con destinazione urbanistica industriale individuata come di interesse strategico regionale (D1) fin dal 1978 e quindi il progetto si cala in un contesto già vocato a attività industriali. La giunta – ha aggiunto – fin dal suo insediamento ha lavorato assiduamente per riportare questa area, che per la storia della Bassa friulana ha rappresentato sempre un valore, ad un rilancio dopo anni di blocco della sua potenzialità superando la fase commissariale: il progetto attuale - è stato evidenziato - rappresenta un'occasione più unica che rara.
Con un investimento privato che come detto sfiora il miliardo di euro, una prospettiva occupazionale che tra personale diretto e indotto può interessare un migliaio di lavoratori qualificati, l'impianto a regime prevede un ingente fatturato che potrà rappresentare per la regione un importante aumento del Pil.
Attualmente il progetto è in fase preliminare e la Regione ha già adottato provvedimenti per affermare la volontà di procedere e richiederne la possibilità e per destinare i primi fondi (20 milioni di euro in assestamento di bilancio) per avviare le infrastrutturazioni.
Complessivamente per la parte pubblica il progetto prevederebbe un investimento di 80 milioni per realizzare i dragaggi del Corno, l'innalzamento della quota di terreno, una banchina da 400 metri, interventi su ferrovie e viabilità e altri sotto servizi.
In ottica di economia circolare è previsto che il previsto dragaggio del Corno, pari a oltre un milione di metri cubi di materiale, vada a realizzare i piazzali, con relativo innalzamento del terreno e, come importante misura di compensazione e valorizzazione del contesto lagunare, un sistema barenicolo.
L'avvio del progetto distinto in due fasi, quella preliminare e necessaria dell'infrastrutturazione e quella successiva di realizzazione del complesso industriale, avverrà con la stipula dell'accordo di programma. Lo stesso vedrà il diretto coinvolgimento delle amministrazioni comunali di San Giorgio di Nogaro, Marano Lagunare, Grado e Torviscosa, comuni che confinano a mare e a terra con l'area interessata.
In merito ai tempi del cronoprogramma per la realizzazione delle infrastrutture di pertinenza regionale è stato chiarito che essi dipendono molto dall'andamento del processo autorizzatorio e che potrebbero essere agevolati a livello ministeriale dall'applicazione di un recentissimo provvedimento del Governo: ad oggi il termine congruo potrebbe essere fissato in 30 mesi.
Dal punto divista paesaggistico e naturalistico, forti rassicurazioni derivano dall'apporto che le Università di Udine e Trieste potranno dare alla Regione per garantire che la tutela della salute della laguna sia massima e dalla circostanza che tutti i passaggi autorizzatori saranno svolti, garantendo l'espressione dei pareri di tutti i soggetti chiamati a tutelare l'ambiente. Da parte dei sindaci è stato richiesto di proseguire nell'interlocuzione informata ed è stata garantita da parte loro altrettanta disponibilità nel trasmettere rassicurazioni alla popolazione.
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