Julia Utensili e Stark: dalle seghe circolari ai coltelli per il taglio della carta igienica
«Ammortizzatori sufficienti per arrivare alla ripresa del 2025». Nelle due aziende saranno investiti circa 3,5 milioni di euro

Nella sua nicchia è la numero uno a mondo. L’impresa leader nella produzione di seghe circolari. Quand’è stata fondata, a Tarcento, correva il 1977.
Appena un anno dopo il terremoto. Il Friuli ferito a morte, i paesi del cratere sismico – Tarcento compresa – da ricostruire. Una situazione drammatica che non ha scoraggiato Michele Pironti, udinese di nascita, padovano d’adozione, che quell’anno apre i battenti a Julia Utensili. «All’epoca avevamo diciotto competitor. Oggi siamo rimasti in due. Noi e un olandese» rivendica l’imprenditore raccontando con orgoglio e con la forza dei numeri come Julia abbia raggiunto la posizione di leadership che vanta oggi.
Due gli ingredienti: operazioni m&a – «dal 2003 ho acquisito 7 aziende» – e investimenti continui – «nella sola Julia per ben 24 milioni». Che diventano 28 considerando i 4 spesi alla Stark di Trivignano Udinese che, acquisita nel 2019, produce a sua volta di utensili per il taglio del ferro e per la lavorazione del legno.
Oggi il gruppo, controllato dalla società padovana J Holding, conta su 9 società tra Italia, Francia, Germania, Spagna, Usa e Cina, per un totale di 213 dipendenti, di cui 87 al lavoro in Julia e 68 in Stark.
Nel 2023 ha chiuso il bilancio consolidato con quasi 46 milioni di ricavi (22 generati da Julia, 10 da Stark) e un Ebitda di 9 milioni (6 di Julia,1 di Stark) . La previsione a fine 2024 è di una contrazione di circa il 13%, «inferiore - ha evidenziato il fondatore e presidente della holding Pironti, insieme al socio Tristano Ciani, alla Cfo Angela Ruzzon e al consulente, già Ceo e Dg di Julia, Roberto Menegon – rispetto alla contrazione media del settore meccanico, che quest’anno ha perso circa il 20%».
Sebbene inferiore alla media, la frenata ha costretto l’azienda a ricorrere agli ammortizzatori sociali. «Quasi esauriti» a sentire le locali segreterie di Fiom e Fiom che nei giorni scorsi hanno accusato l’azienda di mancanza di progettualità.

«Niente di meno vero – ribatte Menegon –. In Julia abbiamo ancora una disponibilità del 66% sul totale della Cigo utilizzabile e stiamo usando i primi 6 mesi di contratto di solidarietà sui 24 disponibili in totale, soluzione che per altro è stata caldeggiata dal sindacato, a fronte di una nostra richiesta iniziale di tre mesi di Cigo. Anche in Stark abbiamo ancora diversa disponibilità» continua Menegon che tuttavia guarda con fiducia al futuro e dunque alla prospettiva di non dover ricorrere agli ammortizzatori ancora a lungo. «Il primo semestre 2025 – riconosce – sarà ancora turbolento, ma speriamo che dal successivo la ripresa si faccia sentire».
Il gruppo del resto non pare intenzionato ad aspettare alla finestra. «Niente di più lontano da noi che l’accusa del sindacato di non avere progettualità e non investire» rilancia Menegon. «Siamo alla vigilia di nuovi rilevanti interventi in tecnologie – per circa 1,5 milioni in Stark e tra i 2 e i 3 milioni in Julia, finalizzati alla diversificazione». Che a onor del vero è già iniziata.
Da quattro anni, l’impresa di Tarcento ha infatti iniziato a produrre coltelli circolari per il taglio del tessuto non tessuto, come quello della carta igienica.
«Si tratta di un mercato enorme e anticiclico, sul quale intendiamo puntare sia per crescere che per attutire eventuali flessioni di altri settori – annuncia il manager –. Oggi produciamo coltelli di 610 mm di diametro, i grandi player ci chiedono di completare la gamma, arrivando fino a un metro, necessario a tagliare i grandi rotoli di carta industriale. Nell’arco di un anno e mezzo saremo pronti».
Riproduzione riservata © il Nord Est