Julius Meinl, la crescita sul mercato italiano del caffè parte da Nordest

Quartier generale a Vicenza, acquisizione a Martellago (e ora altre nel mirino), vetrina a Trieste: le strategie di espansione dello storico marchio austriaco

Fabio Poloni

Vicenza come quartier generale, Trieste come vetrina europea, Martellago (Venezia) come passo recente di espansione con l’acquisizione di India Caffè. E ora altre integrazioni nel mirino, sempre a Nordest ma non solo. La strategia di espansione di Julius Meinl, storico marchio austriaco del caffè, ha il compasso puntato qui.

Nata a Vienna 160 anni fa, l’azienda dagli anni ‘50 produce gran parte del suo caffè proprio a Nordest, prima a Bolzano e poi a Vicenza, dove ha stabilito la sua sede italiana dal 2003 e ha creato un impianto di torrefazione nel 2005 dal quale oggi esce quasi il 90 per cento della produzione complessiva. L'Italia nel 2021 ha rappresentato per Julius Meinl il terzo Paese a livello mondo per fatturato (20 milioni di euro su un giro d'affari globale di 155 milioni).

«Abbiamo sempre considerato il Paese strategico – ha detto al Sole-24 Ore Andreas Hosp, amministratore delegato Julius Meinl Italia - sia per l'elevato consumo di caffè nel settore dove Julius Meinl opera, quello dell'horeca (bar e ristoranti), sia perché in Italia si consumano principalmente miscele con standard di qualità alti. Prevediamo una crescita che si basa su tre campi d'azione principali: organica, a livello nazionale anche entrando in regioni dove ancora non siamo presenti con l'obiettivo di una copertura capillare; attraverso acquisizioni che stiamo valutando; e attraverso l'ingresso di Julius Meinl nella grande distribuzione per la quale ci stiamo preparando».

Nordest ma non solo, si è detto. Qui potrebbe essere nel mirino un’ulteriore acquisizione, dopo quella del 2016 che ha portato la veneziana India Caffè nel portafoglio dell’azienda austriaca. Ma a livello di espansione commerciale le regioni nel mirino sono anche quelle del sud Italia, per estendere in tutto il Paese la presenza dell’iconico marchio del giovane col fez. Nordest come trampolino e base, puntando su qualità ed eleganza dei locali. Come a Trieste, dove lo scorso anno la storica insegna “Cremcaffè” è tornata ad accendersi in piazza Goldoni proprio a gestione Julius Meinl. Uno dei locali più classici e apprezzati della città, in linea – estetica ancor prima che commerciale – con la tradizione del “caffè dei poeti” nato in Austria. A far concorrenza arriverà tra poco nella “Vienna sul mare” anche l’insegna Cafè Sacher, che aprirà in via Dante.

Julius Meinl è tra i principali brand premium che si rivolgono al settore “fuori casa”, con 50 mila clienti in 70 Paesi. In Italia nel 2021 era al settimo posto nel suo canale principale, dopo player come Illy – che a Trieste viene sfidato “in casa” – e Lavazza. Per quanto riguarda la crescita nel resto del mondo, nelle parole dell’amministratore delegato Hosp, l’obiettivo principale sono gli Stati Uniti, dove alla fine del 2021 JM ha rilevato tre grandi società: la Paramount Food & Beverage e la Restaurant Beverage Service, entrambe con sede a Miami, e la Sovereign Coffee & Tea a Orlando, permettendo così di allargare la propria base di presenza a oltre 500 nuovi partner.

Christina Meinl
Christina Meinl

L'azienda rimane storicamente a conduzione familiare fin dalle origini. Christina Meinl, oggi managing director dell'Austria, rappresenta la quinta generazione della famiglia. Le previsioni di Julius Meinl per il 2023 sono di superare un fatturato globale di 200 milioni di euro e un giro d’affari in Italia di 23 milioni.

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