Kering Eyewear, come è diventato il secondo gruppo dell’occhialeria mondiale e ora investe in Cadore

Oggi il gruppo fondato a Padova conta 3mila e 500 dipendenti nel mondo, e a fine 2021 7,5 milioni di pezzi venduti. In Cadore con Trenti investimenti in formazione e personale, qui nel 2023 i dipendenti saliranno a quota 210

All’inizio erano in 3, i mobili comprati all’Ikea per arredare la prima sede. Era il 2014. Oggi dopo otto anni è il secondo gruppo mondiale dell’occhialeria. Davanti a loro EssilorLuxottica, dietro, tutti gli altri. Parliamo di Kering Eyewear, nato dall’intuizione e dall’ambizione di un ex ragazzo d’oro del mondo dell’occhiale come Roberto Vedovotto, oggi presidente e ad della società.

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Senza considerare l’acquisizione del brand hawaiano Maui Jim (che per gli analisti realizza vendite per 400 milioni), il gruppo infatti dovrebbe chiudere il 2022 ad una quota superiore al miliardo di euro. Nel frattempo, Vedovotto è tornato ad investire in Cadore, con Trevi acquisita l’anno scorso.

«La nostra fortuna è che siamo nati da zero, come una start up in un comparto maturo, con il sostegno di un imprenditore coraggioso e lungimirante come Francois-Henri Pinault che ha creduto in questa iniziativa, e nella squadra che l'ha portata avanti in questi anni” dice Vedovotto in una intervista a Repubblica. Oggi il gruppo fondato a Padova conta 3mila e 500 dipendenti nel mondo, ed una produzione che a fine 2021 è salita a 7,5 milioni di pezzi venduti, portando più lavoro in Italia, dove si stima un indotto con un incremento dei posti di lavoro di circa 300-400 persone.

Il cuore di Kering Eyewear è tra Padova e Milano, dove si contano 800 persone, altri 850 colleghi sono entrati nel gruppo nel 2021 con Lindberg, e ora un migliaio con l'acquisto di Maui Jim, il resto lavora nelle nostre 25 sedi nel mondo, attraverso cui servono 120 paesi.

Nel 2021 in Cadore Kering Eyewear ha rilevato Trenti, azienda specializzata nelle montature. «La prima preoccupazione di Pinault, quando gli presentai il progetto di Kering Eyewear, era quella di avere un prodotto di qualità, con grandi standard di design, produzione e distribuzione.

COPYRIGHT DANA EDMUNDS
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Per questo girai alcuni stabilimenti del Cadore, per assicurarmi che avremmo avuto i produttori giusti per accompagnare le nostre ambizioni di crescita. Trenti era tra questi, a un certo punto la proprietà voleva ritirarsi, l'abbiamo rilevata e da allora abbiamo più che raddoppiato i volumi prodotti.
L'anno scorso Trenti aveva 85 dipendenti, nei nostri piani il prossimo anno ne avrà 210. In uno stabilimento in disuso, stiamo realizzando una scuola di prototipia per formare giovani artigiani capaci di realizzare a mano montature per le nostre esigenze ma anche per creare un centro di eccellenza per tutto il distretto dell'occhialeria» ha spiegato Vedovotto in una intervista.

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