La A22 verso la gara, resta il nodo degli extraprofitti

II governo ha richiesto la restituzione degli utili dal 2014: 440 milioni di euro. l’AutoBrennero dal 2015 al 2022 (secondo gli ultimi bilanci disponibili) ha effettuato investimenti e manutenzioni complessive per un valore di 603 milioni
Roberta Paolini

La storia infinita della concessione della Autostrada del Brennero potrebbe andare verso una prima conclusione. Il rinnovo della concessione di una delle arterie più importanti per l’economia italiana dovrebbe andare a gara a fine 2024. Una data sul quale il governatore trentino Maurizio Fugatti e il suo omologo bolzanino Arno Kompatscher si sono detti ottimisti e che secondo alcune fonti sarebbe non solo plausibile, ma praticabile.

L'intento è quello di accelerare la pubblicazione del bando per la concessione dell'Autostrada del Brennero, valida per i prossimi cinquant'anni, sul quale la società godrà del diritto di prelazione. Almeno di questo tenore sono state le dichiarazioni all’indomani dell’incontro al ministero delle Infrastrutture, tra i presidenti delle Province di Bolzano e di Trento e il titolare del dicastero Matteo Salvini.

Restano sul tappeto alcune questioni, la prima è la quantificazione dei cosiddetti extraprofitti, che secondo quanto risulta sono stati valutati dal ministero nell’ordine dei 440 milioni. Lo Stato ritiene che la società non abbia effettuato investimenti dal 2014 a causa della scadenza del piano d'investimento e che, quindi, gli utili debbano essere restituiti.

La seconda riguarda il piano di investimenti, da farsi in project financing, ammontare totale 7,2 miliardi, che il ministero delle Infrastrutture aveva valutato come fattibile. Un’ultima questione è relativa al Fondo Ferrovia. La Convenzione del 1999 ed il collegato Piano Finanziario, avevano strettamente legato l’attività della Società - nonché i suoi investimenti - con la realizzazione del Tunnel ferroviario del Brennero e delle tratte di accesso. Al 31 dicembre 2021 il fondo era rappresentato da 550 milioni di valore nominale di titoli di Stato, cui si aggiungevano i versamenti post-2014, in tutto 241,5 milioni relativi agli accantonamenti fino al 2021.

Complessivamente, quindi, nei due fondi la Società vedeva allocati 791,5 milioni di valore nominale di titoli di Stato, più 56 milioni di interessi maturati rilasciati nel bilancio 2022. Un valore che ha poi concorso al maxi utile del precedente esercizio. Con gli interessi il fondo avrebbe avuto un valore totale di 847 milioni.

L’entrata in vigore del Decreto Infrastrutture, nel 2021, ha autorizzato il ricorso alla finanza di progetto per il rinnovo della concessione di A22 e ha stabilito la restituzione di queste cifre non più al momento del rinnovo della concessione, ma dal dicembre di quell’anno. Così dal 2021 AutoBrennero ha già versato tre delle rate previste per il rimborso. Come ha fatto anche per la prima rata degli extraprofitti, saldata a dicembre 2023 e pari a 70 milioni. In tutto dunque tra accantonamenti del fondo e rata sugli utili si arriva a quota 365 milioni finiti allo Stato. Detto che, per entrambe le partite, vige la riserva di ripetizione: ovvero nel caso in cui la concessione non fosse rinnovata i denari andrebbero restituiti alla società.

Al netto tali questioni, sulle quali pendono anche delle vertenze, la società ha comunque continuato a fare investimenti.

Ricostruendo quello che è avvenuto in questi quasi dieci anni in regime di prorogatio, emerge che l’AutoBrennero dal 2015 al 2022 (secondo gli ultimi bilanci disponibili) ha effettuato investimenti e manutenzioni complessive per un valore di 603 milioni, la cui parte preponderante ha riguardato la manutenzione, vale a dire 426 milioni sul totale. Nello stesso periodo la società agendo in regime di prorogatio non ha invece dato seguito ad altri investimenti relativi a grandi opere. Negli stessi anni i risultati netti hanno prodotto una sommatoria di oltre 555 milioni di euro.

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