La cassaforte dei Benetton cambia statuto: per vendere i gioielli di famiglia serve l’ok del 62,5 per cento dei soci

TREVISO. La cessione del controllo, diretto o indiretto, di Atlantia, Benetton o Autogrill, dovrà essere preventivamente approvata dall'assemblea di Edizione con una maggioranza di almeno il 62,5%. È quanto previsto in un passaggio del nuovo statuto della holding di Ponzano Veneto, approvato a metà gennaio e riportato da Radiocor, in parallelo al riassetto dei vertici con Alessandro Benetton designato alla presidenza e Enrico Laghi al ruolo di ad.
Nel terzo articolo del documento si ribadisce come la società «ha lo scopo di assicurare compattezza e continuità nella gestione delle partecipazioni strategiche di controllo diretto e indiretto, anche di fatto» delle tre aziende citate.
Il capitale è equamente suddiviso tra i quattro cosiddetti «nuclei fondatori», «costituiti solo da uno dei soci originari fondatori, cioè Luciano, Gilberto, Carlo e Giuliana. Ne discendono quattro categorie di azioni, tutte con gli stessi diritti patrimoniali e amministrativi e ciascuna di esse avrà diritto di nominare due consiglieri, su un cda a nove, fino a quando il rispettivo ramo famigliare avrà almeno il 20% di Edizione.
Come già anticipato le azioni non potranno essere trasferite per 5 anni, salvo mortis causa e specifiche casistiche comunque tipiche delle holding famigliari. Al cda spettano tutti i poteri di ordinaria e straordinaria amministrazione salvo - come detto - ciò che riguarda l'eventuale cessione del controllo di Atlantia, Benetton e Autogrill. In quel caso, infatti, il board delibera a maggioranza dei consiglieri presenti ma prima serve l'ok di almeno il 62,5% dell'assemblea dei soci.
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