La famiglia Pasquale da Vera a Mattoni, «E ora acque minerali in Serbia e Bulgaria»

La dynasty degli imprenditori di Cittadella: nella Repubblica Ceca ha fondato un’azienda con 3.200 dipendenti

Federico Piazza

Cominciò tutto a Cittadella nel secondo dopoguerra. La storia dell’acqua minerale moderna con l’introduzione del packaging in Pet e l’accentuazione del marketing l’ha introdotta la famiglia padovana Pasquale, oggi proprietaria del Gruppo Kmv (Karlovarské minerální vody) in Repubblica Ceca, leader delle acque minerali e bevande analcoliche in Europa centrale.

Alessandro Pasquale, figlio di uno dei tre fratelli fondatori di Acqua Vera, guida un gruppo con oltre 500 milioni di euro di fatturato, 3.200 dipendenti, 11 siti produttivi, 1,7 miliardi di bottiglie vendute e più di 50 marchi, propri e in licenza, tra Repubblica Ceca, Slovacchia, Ungheria, Austria, Serbia, Bulgaria e altri Paesi. Tra cui lo storico marchio boemo della Mattoni 1873 (fondata da un italiano nel XIX secolo, poi statalizzata, acquisita dopo la caduta del Muro dal padre di Alessandro, Antonio Pasquale). Una sorta di nuovo impero asburgico delle acque e delle bibite, come scherzano (ma non troppo) padre e figlio.

Alessandro Pasquale, un po’ di storia: come arrivò la famiglia Pasquale al successo di Acqua Vera?

«Il mio trisnonno Angelo, pugliese, nel XIX secolo con il suo veliero trasportava da Bari a Venezia olio, vino e altri prodotti del Sud. Il mio bisnonno sposò una veneta e rimase qui. Il business di famiglia era commercializzare vini siciliani in Nord Italia e in Francia. Fu mio padre Antonio a decidere di riconvertire l’attività dal vino all’acqua. La svolta arrivò negli anni 70 con l’individuazione della sorgente di San Giorgio in Bosco in un terreno ricco di risorgive: nel 1975 Antonio con i fratelli Lino e Roberto fondò il marchio Vera, iniziò a imbottigliare in vetro, e introdusse dalla Coca Cola la grande novità dell’imballaggio in Pet anziché in Pvc, che andava bene anche per l’acqua gasata. Quindi investimenti sul packaging innovativo con i premi vinti negli anni 90, e investimenti in marketing e comunicazione. Poi arrivò la Nestlé che fece un’ottima offerta (nel frattempo oggi Acqua Vera è passata al Gruppo Sicon, ndr), e così mio padre negli anni 90 si spostò sul mercato dei Paesi ex comunisti, cogliendo le opportunità che si aprivano. Nel frattempo come famiglia ci eravamo trasferiti in Svizzera a causa del pericolo dei sequestri degli imprenditori che imperversavano in Italia».

Come furono gli inizi oltre la ex Cortina di ferro?

«Bisognava reinvestire tutti gli utili nell’azienda per rifare da zero le fabbriche. Il primo marchio acquisito è stato Mattoni 1873 nella cittadina termale boema di Karlovy Vary. Ebbene, in Repubblica Ceca agli inizi degli anni 90 le uniche industrie che funzionavano erano i birrifici e i panifici. Ai comunisti interessava che al popolo, perché se ne stesse buono, non mancassero la birra e il pane. Il resto era molto inefficiente, un peccato per una nazione che ha una grande tradizione industriale che risale alla metà del XIX secolo, quando era già una delle regioni più economicamente avanzate dell’Impero Austro-Ungarico».

I lavoratori cechi godono di ottima fama.

«Sì, c’è una notevole etica del lavoro, molta serietà. Noi italiani abbiamo portato quella creatività in più che serviva, e in cambio troviamo un’impostazione di precisione schematica alla tedesca. Occorre saper bilanciare queste componenti, non è sempre facilissimo, ma funziona e lo vediamo anche negli altri Paesi dell’Europa centrale in cui operiamo».

Quali sono le ultime mosse dell’espansione del gruppo?

«Da poco più di un anno abbiamo acquisito in joint-venture con PepsiCo il leader serbo di acque minerali e bibite energetiche, la fonte storica Knjaz Milos, dove siamo partner di maggioranza e gestore. Con molta soddisfazione: è la società che si è riorganizzata più rapidamente per il Covid, con un risultato economico nel 2020 addirittura migliore dell'anno precedente, e ora che stiamo tornando alla normalità vola con una crescita importante. Mentre in Bulgaria, dove lavoriamo con licenza per PepsiCo, stiamo cercando di ampliare anche con un produttore di acqua minerale».

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