La nuova scommessa di Fercam: 24 milioni di investimento sul Biogas

L’azienda altoatesina ha deciso di intraprendere una svolta “green”, trasportando su strada ad impatto zero. Un modo per contribuire anche al raggiungimento degli obiettivi di Parigi
 

BOLZANO. In Alto Adige esistono 31 impianti biogas che trasformano annualmente circa 130.000 tonnellate di letame e liquami e 10.000 tonnellate di rifiuti organici della raccolta differenziata, il cosiddetto “umido”, in energia elettrica e calore. Una risorsa importante per il territorio sulla quale, inizialmente le amministrazioni, e ora (lentamente) le imprese hanno deciso di puntare.

Questo per i diversi benefit che produce. In primis quello ambientale, dato che gli impianti risultano nettamente più ecologici rispetto alla tradizionale gestione del liquame con un risparmio del 60% delle emissioni di CO2, poi per quello economico, variabile a seconda di diversi fattori, e infine per quello energetico, visto che gli impianti agricoli consumano circa il 30% dell’energia che producono.

Come detto, l’utilizzo del biogas, che altro non è se non la fermentazione delle sostanze organiche dalla quale si riesce a ricavare energia, sta attraendo numerose imprese locali che hanno deciso di intraprendere una svolta green. Tra queste la Fercam, storica ’azienda altoatesina di trasporti e logistica, che assieme alla Transbozen e la concessionaria IVECO Gasser, hanno deciso di siglare un accordo di partecipazione societaria con la Biogas Wipptal, firmando un investimento da 24 milioni di euro.

La Biogas Wipptal è un’azienda con sede in Val di Vizze, costituita nel 2008 da 62 soci con l’obiettivo di riutilizzare gli effluenti zootecnici degli allevamenti di bovini da latte per la produzione di fertilizzante e biogas per l’energia elettrica. E sarà proprio quest’ultima fonte che andrà a rifornire i camion della Fercam, producendo così un impatto sull’ambiente pari a zero.

Prima di poter mettere però in moto i mezzi, sarà necessario riconvertire l’impianto esistente di Val di Vizze e prepararlo per la produzione di BioGnL. I lavori partiranno questo mese e saranno ultimati nell’aprile 2021 a fronte di un investimento per la conversione di circa 11 milioni, già inserito nel pacchetto complessivo di manovra per aumentare nettamente la sostenibilità del trasporto su strada diminuendo notevolmente le emissioni di CO2.

Un impatto che va a contribuire con decisione al raggiungimento degli ambiziosi obiettivi di tutela ambientale e del clima stabiliti dall’Accordo di Parigi del 2015, in base alla quale anche il settore dei trasporti dovrà ridurre le emissioni di gas a effetto serra di almeno il 40% entro il 2030.

“Questo progetto di cooperazione sottolinea il nostro impegno per un’efficiente tutela del clima e apprezziamo molto il lavoro svolto finora da tutti i soci, la cui esperienza ci garantirà un competente avvio dell’attività in un settore che per noi è assolutamente nuovo”, spiega Hannes Baumgartner, amministratore delegato di Fercam.

Oltre agli automezzi elettrici per la distribuzione nei centri urbani, dove Fercam già ora primeggia in città come Roma e Firenze, l’azienda altoatesina intende utilizzare transitoriamente camion alimentati da BioGNL in particolare nei trasporti a lunga distanza, in quanto, diversamente da quanto originariamente previsto, i tempi per la ricerca e sviluppo necessari per una produzione di serie di automezzi pesanti ad alimentazione elettrica si sono notevolmente allungati.

“Ci rendiamo conto che la strada davanti a noi è ancora lunga, ma il BioGNL è una realtà oggi, speriamo che il camion elettrico sia la realtà in un prossimo futuro e chissà mai che in un futuro non lontanissimo ci trasferiscano in un tunnel elettrificato per sgomberare le autostrade dagli automezzi pesanti”, conclude Baumgartner.

Una risorsa, quella del Biogas, che possiede un enorme potenziale in Alto Adige, ma che non è ancora sfruttato al meglio. A cercare di caldeggiare l’utilizzo di questo strumento energetico è la SEV, la federazione energia Alto Adige, che supporta attivamente le aziende altoatesine di biogas.

Secondo quest’ultima, e da quanto emerso da uno studio del TIS Innovation Park, sfruttando tutte le risorse di biomassa provinciali sarebbe possibile coprire il fabbisogno annuale per l’illuminazione pubblica della Provincia o fornire l’energia necessaria a 20.000 famiglie per un anno intero.

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