La rivincita di Pilosio, i suoi ponteggi 4.0 montati ad Abu Dhabi per il Guggenheim
L’imprenditore veneto Parisotto: «Ho visto nell’azienda friulana l’occasione di costruire in casa i ponteggi che prima acquistavo e di dar corpo così a un grande player»

La crisi è ormai un lontano ricordo. L’elenco delle commesse degli ultimi anni, dai ponteggi per il restauro delle guglie di palazzo Ducale a Venezia a quelli per il montaggio delle vetrate del più grande Museo Guggenheim al mondo, in costruzione ad Abu Dhabi, danno un colpo di spugna al periodo nero di Pilosio.
L’azienda friulana produttrice di ponteggi, casserforme e blindaggi in alluminio è stata salvata dalla messa in liquidazione, sfiorata nel 2021 causa problemi di natura finanziaria e gestionale, grazie all’intervento dell’imprenditore veneto Nereo Parisotto, fondatore della trevigiana Euroedile, il maggior noleggiatore italiano di ponteggi, che ha saputo guardare oltre la difficoltà e identificare Pilosio come l’ideale completamento del suo business.
Così, nell’estate 2021, Parisotto ha acquisito l’azienda di Tavagnacco dal fondo Columna capital, regalandole una nuova primavera. «Ci sono poco meno che inciampato – racconta –. Ho letto per caso l’annuncio della vendita su un giornale e quello che mi ha convinto, oltre al fatto che già conoscevo Pilosio, è stato il prezzo: un po’ più di 3 milioni di euro, l’equivalente di quanto spendevo in un anno per acquistare ponteggi. Mi sono detto: se mi porto la produzione in casa costruisco un player formidabile».
Quando l’imprenditore veneto arriva in azienda, Pilosio è ridotta a minimi termini: l’anno si chiude con poco più di un milione di ricavi, i dipendenti rimasti sono appena 35. «Ci siamo rimboccati le maniche e siamo ripartiti» ricorda Parisotto che ha messo mano ancora al portafoglio, non ultimo per lo scouting di nuovi dipendenti: «Se li ho trovati? Sì, è bastato alzare le buste paga». Nel 2022 i risultati hanno iniziato ad arrivare. Conti alla mano. L’anno si è chiuso con 15,3 milioni di ricavi, un Ebitda di 1,7 milioni e un utile di 917 mila euro. Il 2023 è andato ancora meglio: 21,7 milioni di turnover, 3,1 milioni di Ebitda, 1,9 milioni di utile. Quest’anno? «Prevediamo di chiudere sfiorando i 30 milioni di euro di fatturato, che da business plan dovrebbero diventare 50 entro il 2027-2028» anticipa Parisotto ricordando che a crescere, in questi tre anni, è stata anche la forza lavoro, tornata a quota 125 persone.
Dietro una crescita così prorompente ci sono le commesse in casa, per Euroedile, e quelle per nuovi clienti che via via Pilosio sta conquistando. Oggi vanta un portafoglio di 10 milioni di euro: ordini con destinazione Usa e Arabia Saudita – l’estero pesa circa il 40% dei ricavi –, con quest’ultima che a giudizio di Parisotto è la vera grande promessa per il futuro: «Il Guggenheim è stato per noi come una testa di ariete, abbiamo aperto un mercato che promette moltissimo». E che Pilosio sta conquistando grazie all’innovazione di prodotto firmata dallo stesso Parisotto, il quale, grazie a una vita nel settore, continua a volerne riscrivere le regole. Da ultimo con un ponteggio 4.0 il cui nome, Flydeck, evoca la leggerezza (anche visiva) delle sue strutture sospese.
«Strutture sicure e soprattutto belle, che cerchiamo di ideare e costruire, laddove possibile, in modo sartoriale» evidenzia Parisotto ricordando ad esempio quelle montate a Venezia, per la ristrutturazione delle guglie di palazzo Ducale: «I ponteggi elettrici di Pilosio hanno consentito di eseguire i lavori senza compromettere la vista dello storico edificio e la sua fruizione da parte dei turisti». —
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