La rivoluzione di Fincantieri: così cambia il vento a Trieste

L’addio di Bono – ultimo boiardo di Stato – è rivoluzione vera che chiude un ciclo. Il senso della nuova governance voluta dal premier Draghi, con il generale Graziano alla presidenza

Nel giorno dell’investitura dei nuovi vertici di Fincantieri, tutto avviene all’insegna di metafore marinare. «Vento in poppa!», esorta nella sua ultima lettera «al popolo di Fincantieri» il Ceo uscente Giuseppe Bono.

«Ora il mio vento è cambiato ed è tempo per me di navigare», scrive il nuovo Ceo Pierroberto Forgiero sul suo profilo Linkedin in un messaggio di saluto ai dipendenti di Maire Tecnimont che ha guidato per dodici anni prima di approdare a Trieste, città in grado di evocare forti sentimenti.

É inutile nascondere l’impatto emotivo che l’addio dopo vent’anni dello storico amministratore delegato Giuseppe Bono ha avuto sulla struttura del colosso cantieristico. Una rivoluzione vera che chiude, all’insegna del decisionismo dell’era Draghi, la lunga stagione dell’ultimo boiardo di Stato ed eterno protagonista del risanamento e rilancio di Fincantieri in varie epoche contraddistinte da crisi economiche e succedersi di governi.

Una svolta anche per il destino industriale di una città che oggi è tornata a vivere di crociere, commercio e industria molecolare ma di cui Fincantieri è uno dei simboli del mito economico accanto a Generali, Allianz e Illy.

Bono deve oggi lasciare la poltrona di guida di Fincantieri per lasciare il posto a Pierroberto Forgiero dopo l’assemblea che oggi si è svolta a porte chiuse per le regole anti-pandemia. Un paradosso considerata la solennità di questo cambio rotta che tutto avvenga da remoto e a distanza.

Nella lettera di saluto inviata ai dipendenti Bono rivendica i risultati raggiunti: «Oggi il nostro gruppo registra circa 7 miliardi di ricavi, più che triplicati rispetto al mio arrivo, e un carico di lavoro complessivo che sfiora i 35 miliardi con ben 93 navi in portafoglio e un orizzonte temporale che ci traghetta alla fine del decennio in corso».

Ma la guerra in Ucraina ha prodotto una scossa sismica anche sulle nomine pubbliche per imporre un nuovo assetto strategico dei colossi della difesa controllati dallo Stato. Non è un caso che Trieste, città un tempo dominio delle partecipazioni statale, debba voltare una pagina di storia della cantieristica e anche della propria storia industriale. Un cambio di rotta deciso.

Con l'indicazione dell’azionista Cdp di Pierroberto Folgiero nuovo Ceo e del generale Claudio Graziano ai vertici di Fincantieri, il governo Draghi “battezza” il nuovo corso al vertice di una Fincantieri che produrrà grandi navi da crociera e corazzate. Fincantieri con le stellette. 

Folgiero, molto apprezzato nei suoi dodici anni alla guida di Maire Tecnimont, è considerato uomo di finanza: romano, membro dell'Advisory Board della Luiss dove è professore a contratto. Si passa da uno storico ad dal profilo industriale e di visione a una figura con competenze più finanziarie ma anche accademico e di gestione. E per la prima volta un generale alla presidenza.

Vento in poppa Trieste!

Argomenti:imprese

Riproduzione riservata © il Nord Est