La San Marco sbarca al Cafè Vuitton di Milano e attira nuovi clienti

L’azienda di Gradisca d’Isonzo ha fatto della macchina a leva il suo carattere distintivo. Sono trascorsi 105 anni dai primi modelli, che recano ancora l’incisione originale Fratelli Romanut Udine,

Giorgia Pacino

Scocca in vetro temperato, tecnologia led multicolore e la garanzia del sistema di estrazione brevettato Leva class per offrire il meglio del caffè.

Farà bella mostra di sé nel nuovissimo Da Vittorio Café Louis Vuitton di palazzo Taverna, a Milano, la E.luxury, l’ultimo modello di macchina professionale per il caffè espresso firmato La San Marco.

L’azienda di Gradisca di Isonzo ha fatto della macchina a leva il suo carattere distintivo. Sono trascorsi 105 anni dai primi modelli, che recano ancora l’incisione originale Fratelli Romanut Udine, dove l’impresa è nata nel 1920, a quest’ultima versione, elettronica e dal design raffinato, ora scelta da Lavazza per impreziosire l’esclusivo locale milanese nato dalla collaborazione tra il ristorante stellato Da Vittorio e il colosso francese del lusso.

«Le nostre tecnologie, a leva o automatica, ormai sono un must per i baristi specialty che vogliono esprimere le proprie capacità e utilizzare al meglio il caffè», spiega Roberto Nocera, general manager de La San Marco.

Per quasi 50 anni parte del gruppo Massimo Zanetti Beverage (Segafredo), l’azienda è stata acquisita dalla multinazionale francese Groupe Seb nel 2023, anno che si è chiuso con 19,2 milioni di fatturato.

I numeri del 2024 devono ancora essere pubblicati, ma si intravede già una tendenza: la crescita dei nuovi clienti. «Forse anche a seguito del cambio di proprietà, abbiamo assistito a un aumento di circa il 5-6% degli acquisti da clienti nuovi».

A ottobre verranno presentati due nuovi modelli e il nuovo logo dell’azienda, frutto del rebranding legato alla nuova proprietà.

Dalla Nuova Zelanda agli Stati Uniti, La San Marco vende in 120 Paesi al mondo.

La bufera dei dazi e la continua corsa del prezzo del caffè si fanno sentire anche sulla realtà goriziana.

Il canale principale resta il rapporto con i torrefattori, che oggi stanno già fronteggiando gli aumenti della materia prima e potrebbero quindi ritardare la decisione di investire sul rinnovo della macchina.

«Siamo flessibili – assicura il manager – come le nostre macchine, che si adattano al tipo di caffè e al gusto di ogni angolo del mondo». —

Riproduzione riservata © il Nord Est