La sfida del legno arredo nei mercati lontani: dalla Regione Fvg 1,4 milioni

Il comparto, nonostante le molteplici difficoltà, ha dimostrato tenuta e resilienza. Gli Stati Uniti sono il più importante approdo per le vendite all’estero delle industrie della regione

Maurizio Cescon
Gli imprenditori presenti al convegno sul futuro del legno arredo in Friuli Venezia Giulia
Gli imprenditori presenti al convegno sul futuro del legno arredo in Friuli Venezia Giulia

Vale 4,9 miliardi di euro il comparto regionale del legno arredo, con i due poli di Brugnera (mobile) e Manzano (sedia).

Le aziende sono 1.709, gli addetti poco meno di 20 mila.

Il Friuli Venezia Giulia è la terza regione in Italia per fatturato, dopo Lombardia e Veneto e annovera aziende simbolo come Calligaris, Ilcam, Tonon, Potocco, Midj, Gruppo Tomasella, Valcucine e tante altre.

Gli affari, nel 2024, a livello nazionale sono andati un po’ meno bene rispetto al biennio 2021-22 di grande crescita dopo il Covid, ma comunque l’arretramento è risultato del -3,1% rispetto all’anno precedente (-2,3% l’export e -3,5% le vendite domestiche).

Una frenata fisiologica, dunque, anche se nuove nubi, dopo i rincari delle materie prime e i costi energetici, si addensano all’orizzonte, ovvero i possibili dazi degli Stati Uniti.

Di tutto ciò si è parlato ieri a Manzano, nella sede dell’Innovation platform, davanti a un centinaio di imprenditori del settore, nel convegno intitolato “Export arredo 2025-2030, la sfida dei mercati globali”, che ha compreso l’analisi dei dati macro economici a cura di Filippo Benedetti, responsabile delle relazioni istituzionali e internazionale di FederlegnoArredo e una tavola rotonda moderata dal vice direttore del gruppo Nem con delega al Messaggero Veneto Paolo Mosanghini, che ha visto protagonisti il presidente del Cluster legno arredo Edi Snaidero e l’assessore regionale alle Attività produttive Sergio Emidio Bini.

E dalla Regione sono arrivate buone notizie per l’industria del comparto, ovvero 1,4 milioni di euro per aiutare le imprese, da quelle più piccole alle grandi, a imporsi nei mercati più lontani o più complicati, dato che, visto il contesto geopolitico, è fondamentale allargare le destinazioni dove vendere e fare margini.

Il bando (sarà pubblicato entro maggio) per l’internazionalizzazione, con una dotazione di circa 1,4 milioni di euro, prevede progetti relativi a consulenza strategica per l’export, attività propedeutiche agli investimenti sui mercati target e forme di promozione all’estero. Il limite minimo di spesa è di 50 mila euro, quello massimo di 150 mila.

Rispetto alla spesa riconosciuta ammissibile il contributo a fondo perduto è concesso nella misura del 45% nel caso di micro e piccola impresa, del 35% nel caso di media impresa e del 25% nel caso di grande impresa.

Il contributo concesso, inoltre, potrà essere maggiorato di un ulteriore +15% qualora il progetto di internazionalizzazione presentato sia diretto all’inserimento o al consolidamento della presenza in mercati esterni all’Unione europea oppure l’impresa richiedente aderisca a uno o più contratti di rete regolarmente iscritti nel Registro Imprese o si impegni a stipularne uno entro sei mesi dalla comunicazione della concessione del contributo

Gli Usa in soli tre anni sono diventati il primo mercato della regione, a seguire Regno Unito, Francia, Germania. «Importante, ora più che mai, attuare da subito strategie significative e di impatto su quel mercato specifico - ha commentato Edi Snaidero - per poter attrezzare il comparto anche a fronte di possibili mutamenti geopolitici già annunciati da Trump».

Intanto, nel periodo gennaio-settembre 2024, secondo gli ultimi dati disponibili, le esportazioni di mobili del Friuli Venezia Giulia hanno raggiunto un valore complessivo di 1,38 miliardi di euro, registrando una flessione del -2,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Gli Stati Uniti, come accennato, si confermano il primo mercato di destinazione con un +17% di vendite, mentre nel vecchio continente si registra una flessione dei commerci verso Regno Unito, Francia e Germania. In Europa, invece, fanno registrare una tendenza positiva Spagna e Polonia, entrambe in costante crescita ormai da quattro anni, così come, tra i paesi emergenti, Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti, rispettivamente +20% e +17%.

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