La sostenibilità “comandamento” e fattore cruciale di competizione

Dalla Valcucine di Pordenone apripista negli anni 90

la lunga scia di aziende che sposano la filosofia “green”

Elena Del Giudice

Viene definita come «la condizione di uno sviluppo in grado di assicurare il soddisfacimento dei bisogni della generazione presente senza compromettere la possibilità delle generazioni future di realizzare i propri». In una parola: sostenibilità. Il termine però nulla dice delle tante azioni che stanno al suo interno per passare dalle parole ai fatti. Ma è diventata, e lo sarà sempre più in futuro, la condizione imprescindibile per fare impresa. Tanto più se questa impresa si rivolge al mercato e ai millenials, per i quali l’acquisto non è più solo shopping, in un’ottica consumistica, ma una scelta da compiere consapevolmente. L’arredo, nell’insieme secondo settore produttivo italiano, ha fatto di questa filosofia un pilastro sul quale poggiare la crescita, del sistema e delle sue aziende.

Una delle imprese del settore che si è posta il tema della sostenibilità, ma anche dell’uso razionale delle risorse e del riciclo, ancora negli anni 90, fu Valcucine, la company con sede a Pordenone impegnata nella riforestazione dell’Amazzonia, che fin dal progetto di un nuovo modello teneva in considerazione la durata del prodotto, la riciclabilità e il minimo impiego di energia nella produzione. A distanza di 30 anni, l’orientamento green resta immutato.

In Veneto Lago ha da poco inaugurato un nuovo Campus nel quale la sostenibilità si declina anche come attenzione alle persone e al loro benessere, realizzando luoghi di lavoro che siano laboratori di pensiero e di innovazione. Ovviamente la sostenibilità si riversa anche sui prodotti, realizzati con materiali a basso impatto ambientale, elevati standard di qualità, riducendo scarti e quantità di materiale, l’uso di vernici ad acqua.

La friulana Calligaris ha appena lanciato “Greenbow”, un progetto che consente di comprendere immediatamente, grazie alla gradazione dei colori dell’arcobaleno, qual è il grado di sostenibilità di un prodotto. Indicatore che tiene conto non solo dei materiali impiegati, ma anche la “circolarità”, la durata, la presenza di sostanze chimiche. Investimenti del gruppo anche sotto l’aspetto energetico, per arrivare al totale approvvigionamento da fonti rinnovabili.

Status, azienda di arredamento trevigiana, impiega pannelli a base legnosa per la realizzazione di mobili, che vengono prodotti con materiale 100% riciclato e riciclabile e le vernici impiegate sono atossiche.

Anche Krono System, sede a Mansuè, impiega materiale legnoso sostenibile certificato secondo un’ottica improntata alla circolarità. Una delle ultime linee di prodotto sviluppate, Ligna 4.0, si basa su un supporto di pannelli costituito da un agglomerato di legno riciclato con un ridotto impatto ambientale. Il rivestimento è un concentrato di tecnologia e di nano-tecnologia: su una pergamena vegetale vengono impresse le venature e i colori del legno naturale.

Se parliamo di cucine, Veneta Cucine ha iniziato vent’anni fa i percorsi di certificazione su qualità, sicurezza e utilizzo di materiali volti alla salvaguardia ambientale sommando, nel 2019, la certificazione Catas/Cosmob per l’“Origine Italiana del mobile” (Made in Italy). Da sempre orientata alla ricerca di soluzioni sostenibili e innovazione, ha recentemente avviato una collaborazione con New Design Vision, società di consulenza spin off dell’Università Iuav di Venezia, che punta a valorizzare i processi di innovazione di prodotto e di processi aziendali a medio termine nell’ottica dell’economia circolare.

Percorso analogo per Snaidero, azienda con sede a Majano, che ha anch’essa iniziato vent’anni fa a certificare attività e produzione, coinvolgendo nel percorso anche i propri fornitori, in un’ottica di filiera. Un’attenzione che si declina nel prodotto, ma anche nella produzione con azioni che hanno consentito alla spa di ridurre i consumi idrici, i rifiuti e a migliorare l’efficienza energetica.

In Alto Adige, Duka (cabine doccia) produce su ordinazione, cosa che le consente di calcolare il fabbisogno di materie prime e minimizzare gli scarti. Sua la certificazione Epd, Environmental Product Declaration, sistema riconosciuto a livello internazionale che registra i dati di impatto ambientali nel ciclo di vita di un prodotto.

Il Gruppo Fantoni, mobili per ufficio e pannelli, ha destinato importanti investimenti a tecnologia, automazione integrata e formazione del personale per raggiungere i massimi livelli nella sostenibilità di pannelli Mdf e truciolare. Il settore del legno-arredo chiede infatti entro il 2030 di avere a disposizione il 50% dei pannelli prodotti con materiale riciclato.

Quelli citati sono ovviamente solo alcuni esempi di percorso compiuto dalle aziende nordestine del comparto. Un percorso ineludibile che fa bene alla competizione, come ha ben documentato un recente rapporto di Fondazione Symbola in collaborazione con Federlegnoarredo, che ha dimostrato come «l’inclinazione alla sostenibilità ambientale delle imprese si associa a una forte propensione all’innovazione e al digitale, diventando un elemento alla base della maggiore competitività delle imprese green e della loro risposta resiliente alla fase di crisi». —

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