La start up Storeden si allea con Postalmarket per lo sviluppo digitale

TREVISO. Diletta Leotta e i maroni trevigiani di Combai. Due espressioni di bellezza Made in Italy che coesistono nel successo di Storeden, start-up veneta dell'ecommerce nata in seno al gruppo Projectmoon, dove iscriverà a bilancio oltre un milione di fatturato 2020, con un aumento di circa il 20% rispetto al 2019.
Forte di testimonial del genere, Storeden è pronta a inaugurare nel 2021 la nuova sede di Villorba, in provincia di Treviso, vantando gli altri numeri conseguiti durante il 2020: aumento del 234% del volume delle vendite online, effettuate da oltre tremila aziende-clienti che utilizzano il software Storeden proposto tramite più di 250 agenzie attive sul web, così da coprire il 4% dell'ecommerce italiano (secondo quanto rilevato in un report della Casaleggio Associati).
Tornando a Diletta Leotta, ventinovenne di Catania, conduttrice-superstar del calcio televisivo italiano, dotata di oltre sette milioni di "followers" sui social media, è il suo volto a marchiare la copertina del catalogo Postalmarket che, su iniziativa dell'imprenditore friulano Stefano Bortolussi, nel prossimo autunno tornerà nelle case di milioni di italiani in classica edizione cartacea: varie centinaia di pagine da cui si accederà alla piattaforma Storeden per effettuare gli ordini di acquisto.

Quanto ai noti e sopraffini maroni di Combai, borgo del comune trevigiano di Miane, si sa che, nell'autunno scorso, la pandemia di covid ha ridotto a puro atto di presenza il week end della sagra a loro dedicata, in grado di attrarre una media annua di 80mila visitatori. Proprio per questo le vendite del frutto, sono state affidate alla piattaforma Treviso Now, avviata lo scorso luglio utilizzando il software Storeden.
"Con il risultato di protrarsi per trenta giorni, e di raggiungere clienti anche fuori regione" rivela Gianluca Pellegrinelli, ideatore e coordinatore di Treviso Now, "Local Market Place" che in sei mesi è passato da 50 a 80 fra negozi e attività commerciali, portando il catalogo da 30mila a 45mila prodotti, suddivisi in circa 100 categorie.
Profonde conoscenze del locale e professionale dimestichezza con il globale, sono le coordinate che inquadrano il percorso di Storeden, a cui attualmente ci si può abbonare pagando 29 euro al mese dopo due mesi gratuiti di prova. La storia nasce da un'idea che già nel già nel 2010 occupa i pensieri del fondatore e attuale CEO del brand, Francesco D'Avella, quarantenne trevigiano con laurea in statistica.
"Ma la svolta è avvenuta nel 2017, con il passaggio da attività ecommerce dove si utilizzavano software altrui, a società titolare di una propria piattaforma – chiarisce D'Avella. – Solo così si realizzava qualcosa di fortemente richiesto nel nostro Paese, dove tante piccole aziende e negozi hanno necessità di software che non siano solo semplici, ma anche fatti su misura, adattabili alle caratteristiche del proprio brand".
Così è accaduto con La Borsetteria, azienda ecommerce toscana che, dalla sua sede di Pontedera, fa sapere nel sito di Storeden di avere impiegato non più di due giorni per traghettare nella nuova piattaforma le quasi duemila fra borse e altri accessori del proprio catalogo. E' uno dei circa tremila clienti di un portfolio dove rintracciare brand del calzaturiero come Scarpa e Garmont, dell'alimentare come Nardini e Melinda, della cosmetica come Euphidra e Capello.
A tutto ciò si dedicano i dodici addetti che lavorano per Storeden, la cui fornitura di servizi online coinvolge agenzie partner come Eurostep, H-Farm, Omniaweb, Velvet, "con il risultato – spiega D'Avella – di alimentare, tramite il nostro prodotto, un indotto di oltre cento milioni di euro".
"Il 2020 della pandemia e del lockdown ci racconta molte parabole – continua il CEO – ma trovo che una fra le più significative riguardi il gradimento rilevato dalla nostra piattaforma per la formula Drive to Store, incentivata dalla quarantena, e cioè l'ordine via web effettuato in un negozio di prossimità, con successivo ritiro in cassa. E' una modalità che rimanda a una riconoscibilità fisica del fornitore, e quindi a una necessità di relazione destinata a diventare prioritaria con la ripresa post-covid, quando cercheremo solidità ovunque, non solo negli abbracci fra le persone".
Questi del contatto e della fiducia, ma anche di una certa memoria storica, sono temi che aggallano spostando l'attenzione sulla rinascita di Postalmarket, brand leader della vendita per corrispondenza, giunto all'apogeo nei trascorsi anni 80, quando fatturava oltre 300 miliardi di lire all'anno, ed eclissatosi nel 2007, dopo varie peripezie finanziarie.
"E' bastato annunciarne il ritorno, per ottenere diecimila iscrizioni spontanee alla newsletter del catalogo" racconta Stefano Bortolussi, sessantenne imprenditore friulano che nel 2018 ha rilevato il marchio Postalmarket per rilanciarlo tramite la jont-venture conclusa con Projectmoon, la casa madre di Storeden. Sul software brevettato da quest'ultima, i nuovi ordini d'acquisto generati dal catalogo cartaceo viaggeranno a partire dal prossimo settembre, quando la rivista sarà nuovamente inviata a milioni di italiani.
Esattamente come cinquant'anni fa - quando al posto di Diletta Leotta spuntavano dalla cassetta della posta soubrette che di nome facevano Ombretta Colli o Sylva Koscina - si punta su abbigliamento, casalinghi e tempo libero, con la novità, dettata dai tempi, di un ampio settore alimentare ed enologico. A proposito di vini, Bortolussi annuncia il coinvolgimento nel progetto di Aldo Franchi, che per oltre trent'anni ha regolato il traffico di damigiane di prosecco come direttore della cantina Val d'Oca di Valdobbiadene.
"A dimostrazione che la mission di Postalmarket – conclude – consiste nel diffondere il miglior Made in Italy, quello dove il lusso è accessibile".
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