La vicentina Pietro Fiorentini punta sul mercato del biometano europeo
Per il biometano di prima generazione, cioè quello generato dalla digestione anaerobica di materia organica a basso contenuto solido trasformata in biogas e poi purificata in biometano, Pietro Fiorentini ha sviluppato sia le tecnologie di upgrading dal biogas al biometano con recupero CO2

VICENZA. Francia e Italia sono i due principali mercati nazionali del biometano in Europa per Pietro Fiorentini. Il Gruppo industriale vicentino specializzato in tecnologie per il sistema multigas sta sempre più diversificando nelle soluzioni per le energie rinnovabili, e assieme all’idrogeno il biometano è tra le aree più importanti.
Secondo il Report 2021 “Gas for climate market state and trends” pubblicato dal consorzio Gas for Climate (fonte EBA - European Biogas Association), la produzione di biometano ha raggiunto nel 2020 i 32 terawattora (TWh) con una crescita annuale del 17%, mentre la produzione di BioLNG liquefatto dovrebbe aumentare di otto volte arrivando a 9,5 TWh nel 2023.

Per il biometano di prima generazione, cioè quello generato dalla digestione anaerobica di materia organica a basso contenuto solido trasformata in biogas e poi purificata in biometano, Pietro Fiorentini ha sviluppato sia le tecnologie di upgrading dal biogas al biometano con recupero CO2 sia quelle per l’iniezione in rete o la liquefazione in BioLNG.
Ma con il processo di transizione energetica in corso ci sono prospettive interessanti anche per ulteriore innovazione nella biometanazione di seconda e terza generazione. Quella di seconda generazione valorizza, tramite processi di pirolisi e gassificazione, anche i rifiuti secchi da biomasse e rifiuti non riciclabili che non possono essere oggetto di digestione anaerobica.

Mentre il biometano di terza generazione deriva dalle soluzioni power-to-gas, una delle grandi aree di sviluppo e di diversificazione di soluzioni in cui il Gruppo Fiorentini sta investendo anche tramite acquisizioni in Italia e all’estero di società specializzate: tecnologie che valorizzano il surplus di corrente elettrica generata durante i picchi di produzione da fonti rinnovabili, trasformandola appunto in una fonte di energia stoccabile e trasportabile anche attraverso l’odierna rete gas: idrogeno e metano verdi.
«In Europa il mercato del biometano che avrà uno sviluppo più strutturato nei prossimi anni è quello francese, Paese con una legislazione molto avanzata in materia dove oggi ci sono circa 300 impianti biogas, di cui oltre un terzo hanno nostri sistemi installati, con una valorizzazione principalmente sulle reti di bassa pressione che porta avanti in modo virtuoso il concetto di produzione decentralizzata e di utilizzo localizzato», osserva Luca Marcovati, Renewable Energy Specialist di Pietro Fiorentini.

Bene anche l’Italia, dove con il PNRR ci sarà sicuramente una spinta importante «a partire dal biometano agricolo ma non solo», e il Benelux. Mentre la Germania, nota Marcovati, «dopo un importante avvio negli anni passati che la vede annoverare oggi oltre 10.000 impianti biogas, ne favorisce maggiormente l’utilizzo verso la produzione di corrente elettrica che non per il biometano».
Importanti in Europa sono poi le aspettative di sviluppo dei mercati iberici e polacco, considerati ad alto potenziale ma oggi frenati dalla mancanza di legislazioni nazionali che regolino l’immissione in rete del biometano. Nel caso della Polonia, dove il Gruppo Fiorentini opera da oltre 20 anni con una propria controllata ed è leader nel tradizionale settore dei dispositivi per il trasporto e la distribuzione del gas (75% del mercato per i regolatori di alta pressione, 60% per media pressione, 30% per il domestico), il potenziale è dato dal fatto che il Paese sarà impegnato nei prossimi anni in una rilevante sforzo per la transizione energetica finalizzata a ridurre la forte dipendenza energetica dal carbone e dalla lignite, pari ancora ad almeno due terzi del fabbisogno nazionale.
Racconta Piotr Kaczmarek, Direttore Generale di Fiorentini Polska: «Ci sono molti investitori, anche internazionali, interessati al biometano ma il processo legislativo in materia è ancora molto lento. Ma qualcosa inizia a muoversi, e intanto in attesa di una normativa che apra la strada al biometano in rete stiamo investendo nelle tecnologie per il BioLNG, che ha un mercato importante soprattutto per il trasporto pesante. Mentre, nello spettro più ampio della diversificazione tecnologica per le rinnovabili, guardiamo per esempio anche allo sviluppo di soluzioni Power-To-Gas per l’idrogeno verde, dove in Polonia siamo intanto partiti con un piccolo progetto per un impianto fotovoltaico».
Nell’ambito del Power-To-Gas Pietro Fiorentini sta puntando molto anche sulle tecnologie delle start-up recentemente acquisite, Hyter e MicroPyros BioEnerTec, rispettivamente per elettrolisi a scambio anionico e per soluzioni di metanazione biologica. MicroPyros è infatti ad oggi tra le poche società al mondo che applica a fini energetici processi biologici basati su una serie di microrganismi chiamati Archaea, raccolti nel
corso di una ventina d'anni nelle più disparate zone della Terra, dai vulcani ai fondali oceanici. Un processo anaerobico che metabolizza in metano e acqua l’idrogeno e l’anidride carbonica, che così viene anche catturata. «Abbiamo in cantiere una serie di progetti Power-To-Methane nei quali combineremo la nostra expertise industriale alle tecnologie di Hyter e MicroPyros», conclude Marcovati.
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