L’acciaio Pittini per la ferrovia Divaca-Koper: «Opera strategica»
Fornite quattromila tonnellate dalla controllata slovena Kovinar. Il gruppo friulano ha chiuso il 2023 con 2 miliardi di ricavi
Porta anche la firma del gruppo Pittini il progetto ferroviario Divaca-Koper, uno dei più ambiziosi interventi infrastrutturali mai realizzati nella vicina Slovenia. Una consistente parte dell’acciaio impiegato per la costruzione della linea ferroviaria è stato infatti prodotto e fornito da Kovinar, la controllata slovena della compagnia siderurgica friulana. Dallo stabilimento di Jesenice, al confine con Italia e Austria, sono partiti alla volta dei vari cantieri circa 4 mila tonnellate di acciaio, una fornitura gestita con circa 160 ordini separati per un valore approssimativo di 2 milioni di euro.
Un piccolo tassello per una maxi opera il cui costo complessivo è di circa 1,1 miliardi di euro. Il tracciato si sviluppa per 27,1 chilometri, in un territorio complicato, con un dislivello di oltre 400 metri. Le sette gallerie principali si estendono per 20,5 chilometri ma gli scavi complessivi arrivano fino a 38 chilometri considerando anche i tunnel di servizio ed evacuazione, oltre a 1,2 chilometri di viadotti. Iniziata nel 2019 l’opera sarà conclusa quest’anno: come detto ha richiesto l’impiego di 35 mila tonnellate di acciaio, 500 mila tonnellato di cemento e uno scavo di 4,2 milioni di metri cubi di terreno.
La realizzazione è stata affidata a un consorzio guidato dalla slovena Kolektor CCP in collaborazione con la turca Yapi Merkezi, soggetti di rilievo nel panorama delle grandi opere. Il gruppo Pittini è intervenuto come sub fornitore, forte della presenza sul territorio di Kovinar, azienda acquisita nel 2007, forte di 50 anni di esperienza nella produzione di reti per armatura destinate al settore delle costruzioni. L’azienda ha chiuso il 2023 con ricavi con 37,7 milioni di ricavi netti, in contrazione del 31% rispetto ai 50,7 milioni dell’anno precedente ( per effetto della riduzione dei prezzi medi di vendita, a fronte di volumi sostanzialmente stabili) e con una perdita di 0,8 milioni.
Del resto, la contrazione dei prezzi medi di vendita, seguita ai livelli eccezionali raggiunti nel 2022, ha interessati i ricavi consolidati dell’intero gruppo. Il conto economico 2023 di Compagnia Siderurgica italiana, holding del gruppo Pittini, riporta infatti un fatturato di 2 miliardi di euro, -26% rispetto ai 2,7 miliardi del 2022. Andamento, quello delle vendite, che si è ripercosso sul risultato operativo lordo, passato da 541 milioni nel 2022 a 146 milioni nel 2023 e a un utile d’esercizio di 68 milioni contro i precedenti 356.
Nel corso del 2023 è migliorato, di circa 40 milioni, l’indebitamento finanziario, che si è attestato a 9 milioni; il patrimonio netto è passato 589 a 619 milioni e sono proseguiti gli investimenti da parte delle aziende del gruppo, per un totale di 62 milioni. Risorse impiegate nei progetti legati al green steel avviati nei siti produttivi di Potenza, Verona e Osoppo. Un tema caro al gruppo presieduto da Federico Pittini che proprio nei giorni scorsi ha pubblicato la quarta edizione del suo bilancio di sostenibilità.
«Al centro della nostra strategia c’è l’impegno verso la crescita sostenibile di tutte le nostre attività, i processi e i prodotti» scrive il presidente Pittini nella relazione sul bilancio consolidato 2023 dove annuncia il prosieguo della crescita del gruppo per il triennio successivo, «per linee interne ed esterne». «L’aumento della filiera produttiva e il consolidamento manifatturiero e commerciale nei mercati di riferimento – aggiunge – consentiranno di incrementare la competitività complessiva delle aziende del gruppo». La compagnia, ricordiamolo, conta oggi su 17 società, 22 stabilimenti produttivi, 4 strutture logistiche e commerciali, produce 3 miliardi di tonnellate d’acciaio l’anno e dà lavoro a quasi 2 mila persone.
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