L’ad di Metinvest Re: l’acciaio tornerà a crescere nel 2024

Il 2022 è stato un ottimo anno per i conti dell’industria siderurgica italiana, dopo il crollo nel 2020 e il rimbalzo del 2021. Anche Siderweb evidenzia che l’anno scorso per molte imprese l’Ebitda è salito al 10% e le attività sono tornate ai livelli ante crisi

Federico Piazza

Si prevede che la domanda di acciaio in Italia riprenderà nel 2024, dopo la decisa flessione di quest’anno. Secondo lo Short Range Outlook di ottobre della World Steel Association, nel 2023 il consumo nazionale segnerà una contrazione del 7,2% rispetto al 2022, attestandosi sui 23,3 milioni di tonnellate. Ma nel 2024 dovrebbe risalire del 4,8% a 24,4 milioni di tonnellate.

Il settore è rilevante nell’economia del Nordest. Veneto e Friuli Venezia Giulia, secondo l’Ufficio studi di Siderweb, sono infatti la seconda e la quinta regione siderurgica del paese, con un fatturato complessivo nel 2022 rispettivamente di 13,9 e di 5 miliardi di euro (totale Italia 2022: 93,4 miliardi), Ebitda di circa 1,8 e 0,6 miliardi (totale Italia: 9,4 miliardi), risultato netto di 1 e 0,3 miliardi (totale Italia: 5 miliardi).

Positivo sulle prospettive per il 2024 è anche Roberto Re, amministratore delegato di Metinvest Trametal in Friuli e Ferriera Valsider in Veneto: «Riteniamo che il consumo reale di acciaio nel 2024 aumenterà di qualche punto percentuale rispetto al 2023 in quasi tutti i settori, a parte forse l’automotive. E un’ulteriore spinta arriverà nel secondo semestre dal Pnrr. Ci aspettiamo quindi prossimamente un aumento del prezzo di mercato di tutti i prodotti siderurgici».

Re sottolinea inoltre che nel 2023 i due laminatoi nordestini di Metinvest hanno lavorato a piena capacità grazie alle nuove linee di approvvigionamento di materiali alternative all’Ucraina e alla domanda europea di acciaio per infrastrutture di trasporto ed energetiche.

Certamente il 2022 è stato un ottimo anno per i conti dell’industria siderurgica italiana, dopo il crollo nel 2020 e il rimbalzo del 2021. Siderweb evidenzia che l’anno scorso per molte imprese l’Ebitda è salito al 10% e le attività sono tornate ai livelli ante crisi.

Buone le performance anche nel Nordest: non a caso, su sei aziende italiane premiate in Bilanci d’Acciaio 2023 di Siderweb per i migliori tassi di crescita e redditività del 2022, due hanno sede in Veneto (la trevigiana Officine P.A. Omega srl nel comparto prima trasformazione e la veronese Venete Riunite srl nel comparto commercio di rottame e ferroleghe) e una in Alto Adige (il centro servizi Metall Steel srl, integrato nel 2022 nel Gruppo Eusider con la nascita di Metall Steel Metaltubi srl).

Interpellate da Nordest Economia, riportano però un calo della domanda nel 2023 sia Venete Riunite (le acciaierie in Italia e in altri paesi europei hanno ridotto gli acquisti di rottami e ferroleghe) sia Metall Steel Metaltubi (opera soprattutto in Triveneto, Emilia Romagna e Lombardia per acciai di qualità utilizzati nelle tubature di grosse dimensioni e nella fabbricazione di macchine utensili) e la sua collegata Metallsider (mercato fabbri in Trentino Alto Adige).

Nessuna riduzione invece per Officine P.A. Omega, specializzata nei profili per rinforzi di serramenti, serrande, scaffalature e arredamenti metallici destinati soprattutto al mercato italiano, che sta anzi lavorando a pieno regime.

Nel 2023 pesano la recessione economica in Germania, primo mercato di export della meccanica italiana e triveneta, la flessione dell’edilizia e la difficile situazione politica ed economica internazionale.

Secondo un’indagine di Siderweb su un campione rappresentativo di aziende italiane di diversi comparti della filiera dell’acciaio, le imprese temono innanzitutto aumenti del costo dell’energia, perdita di competitività e rallentamento nella produzione e commercializzazione. Molta incertezza riguarda poi l’impatto del costo del denaro, che potrebbe modificare i piani di investimento delle aziende. Il 52% ha infatti dichiarato che rivedrà i propri piani d’investimento nel 2024, rinviandone o eliminandone alcune parti.

Gli analisti di settore si aspettano comunque che gli investimenti del Pnrr possano riportare il segno più nel 2024, anche se i primi mesi del nuovo anno potrebbero essere difficili.

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